X

Intervista a Suor M. Antonia Casotto e Suor M. Alfonsa Fusco, delegate USMI delle Diocesi del Piceno

DIOCESI – Accogliendo l’invito del vescovo Gianpiero Palmieri a loro rivolto lo scorso Ottobre a Castorano, le religiose riunite delle due Diocesi del Piceno hanno iniziato un cammino condiviso di preghiera e fraternità per conoscersi meglio.
Abbiamo incontrato Suor Maria Antonia Casotto e Suor Maria Alfonsa Fusco, delegate dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) rispettivamente della Diocesi di Ascoli Piceno e della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.

La seconda tappa di questi incontri itineranti è avvenuta Domenica 24 Novembre 2024 presso il monastero Santa Speranza delle Sorelle Clarisse. Quale momento dell’incontro conserverete nel cuore?
Suor Antonia: Conserverò soprattutto la meraviglia di incontrarsi. Noi siamo molto legate alle clarisse, sia perché abbiamo contatti per via dell’Azione Cattolica sia perché le conosciamo bene, in particolare Suor Sara Giorgi, che è stata una nostra alunna. Questo legame quindi ci fa vivere sempre bene gli incontri con le sorelle clarisse, ma quello di Domenica è stato particolarmente significativo. Oltre alla interessantissima e coinvolgente lectio dell’abbadessa Suor Graziana, è stato bello il momento di grande fraternità, di condivisione e scambio, in cui ci siamo rese conto del grande desiderio di comunicazione che abbiamo le une verso le altre. Sebbene con qualcuno ci si conosca ancora poco e nonostante abbiamo carismi molto diversi, ci siamo sentite molto unite nella nostra spiritualità e nel nostro desiderio di servire il Signore.
Suor Alfonsa: Prima di tutto mi rimarrà nel cuore un sentimento di gratitudine verso tutte le consorelle claustrali del monastero Santa Speranza, sempre accoglienti e disponibili a condividere la Parola che edifica e santifica tutti; un grazie di cuore poi va al nostro vescovo Gianpiero, per la sua gradita presenza e per la sua costante attenzione alla vita consacrata.
Abbiamo vissuto un incontro bellissimo, eravamo oltre cinquanta religiose. Ringrazio di cuore l’abbadessa Suor Graziana che ha presentato la tematica “No, si chiamerà Giovanni” con delicatezza e forza, utilizzando un linguaggio pacato e talvolta provocatorio; poi tutte, nel lavoro di gruppo, abbiamo fatto una reciproca e piacevole conoscenza seguita dalla condivisione delle emozioni più vere e delle riflessioni più profonde.
La novità non è stata la metodologia, già sperimentata più volte dalle religiose negli incontri degli anni precedenti, ma lo stare insieme con altre religiose a livello interdiocesano. Nel gruppo ci siamo soffermate su coppie di parole pertinenti al brano evangelico e suggerite dalla relatrice: fede e grido, dono e ricompensa, rabbia e gratitudine, nostalgia e novità, dentro e fuori, donna e profezia. Abbiamo parlato di una fede mai scontata, forse mai raggiunta, sempre da rinnovare; poi della necessità di esercitarsi nell’ascolto a doppia direzione: verso Dio e verso la consorella. Abbiamo anche ringraziato Dio per i doni ricevuti e per le consorelle, con le quali si costruiscono giorno per giorno relazioni nuove e fraterne. Relazioni sicuramente più faticose di ieri, a causa della differenza generazionale e interculturale, visto che molte religiose provengono da tante e diverse nazionalità. Eppure, nonostante le difficoltà, il Signore ci fa vivere nella gioia. Successivamente, parlando di nostalgia e novità, abbiamo detto che, anche se a volte sentiamo la mancanza di Dio, Egli ci sorprende sempre e ovunque. Infine ci siamo augurate di avere il coraggio dell’intraprendenza. Parlando poi del binomio donna e profezia, abbiamo fatto riferimento ad Elisabetta che, nonostante la veneranda età e l’umiliazione per la sua condizione sociale di donna sterile, non ha mai smesso di credere; la sua fede è stata così profonda, vera e duratura, che Dio l’ha arricchita del dono della maternità.

Quali sono le Congregazioni presenti nelle Diocesi del Piceno e quante religiose siete in tutto?
Suor Antonia: Le Congregazioni presenti nella Diocesi di Ascoli Piceno sono otto. Abbiamo due monasteri benedettini: quello di Sant’Onofrio in Ascoli Piceno, in cui ci sono otto monache, e quello di San Marco ad Offida, in cui ce ne sono diciotto. Abbiamo poi due comunità di Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione: nella casa madre ad Ascoli Piceno ce ne sono quattordici, mentre nell’altro convento ce ne sono dieci. Sei, invece, sono le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo di Ascoli Piceno e tre le Suore Ancelle Francescane del Buon Pastore che sono nel villaggio di Santa Marta ad Ascoli Piceno. Poi ci sono cinque Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù, che operano presso la casa di cura di San Giuseppe, nella zona di Monticelli, ad Ascoli Piceno. Nel quartiere di San Filippo Neri, invece, sempre ad Ascoli, ci sono otto religiose delle Ancelle del Signore. Possiamo vantare anche due Suore Missionarie del Vangelo, che operano nella chiesa dell’Adorazione Perpetua, aperta notte e giorno, ad Ascoli. Infine una presenza significativa per il ruolo svolto è quella delle tre Suore Figlie della Santissima Vergine di Lourdes, quindi terziarie francescane, che operano ad Arquata del Tronto.
Suor Alfonsa: Le Congregazioni presenti nella Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto sono nove. La comunità più numerosa è quella delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, che sono trenta, ma dislocate in tre comunità diverse: una a San Benedetto del Tronto, una a Cupra Marittima, una a Sant’Egidio alla Vibrata. Poi ci sono dodici Suore Carmelitane Missionarie Teresiane a Ripatransone e undici Suore di San Giovanni Battista, tutte presenti a San Benedetto del Tronto. Abbiamo poi le Suore del Piccolo Fiore di Betania: quattro a San Benedetto del Tronto presso la Caritas e tre ad Acquaviva Picena. A Grottammare abbiamo cinque Suore di Santa Maria. Quattro sono le Suore Oblate del Santissimo Redentore, che vivono a San Benedetto del Tronto, così come sono quattro le Suore del Divino Amore, che però sono presenti solo a Porto d’Ascoli. Infine abbiamo due Suore Domenicane presenti con una comunità a Ripatransone e due Suore Francescane Missionarie della Fanciullezza a Force.

Mi pare siate in tante! Dunque non c’è crisi di vocazione per le religiose, come avviene per i preti?
Suor Antonia: In realtà la crisi vocazionale riguarda noi italiane. Abbiamo molte sorelle straniere ovunque. Questa presenza multiculturale è un grande dono ed è l’immagine di una realtà di Chiesa aperta alle culture diverse. L’esperienza di Domenica del ritiro è stata bella, anche perché alcune sorelle si sono riunite con altre loro connazionali. Alla fine la nostra realtà di religiose abbraccia molti Paesi: l’Italia, la Cina, le Filippine, l’India, il Madagascar e anche Paesi dell’Africa.
Suor Alfonsa: C’è crisi di vocazione a livello europeo, dovuta soprattutto al calo delle nascite, ma anche alla cultura e alla mancanza di trasmissione della fede in famiglia. Tuttavia abbiamo il dono di tante consorelle religiose provenienti soprattutto dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina, in particolare dalle Filippine, dall’India, dal Congo, dal Brasile, dal Perù, dall’Ecuador e dal Madagascar. Abbiamo inoltre anche qualche europea, proveniente dalla Spagna e dalla Polonia.

Perché una giovane oggi dovrebbe trovare attraente la proposta di farsi suora?
Suor Antonia: Credo che ci sia una crisi sociale che riguarda la donna in generale, quindi è un po’ più difficile che oggi una ragazza decida di farsi suora. Se avviene, però, è perché sente un grande desiderio di dire sì a Dio, attraverso l’amore al prossimo. Certamente questo dono può avvenire in parte anche a livello laicale, ma a livello totale, senza riserve, può realizzarsi solo attraverso la vita consacrata. Dunque una giovane potrebbe trovare attraente soprattutto questa generosità totale, come risposta all’amore gratuito di Dio.
Suor Alfonsa: La motivazione alla base di ogni vocazione è sempre la stessa, in ogni tempo e in ogni luogo: un atto di fiducia incondizionato a Dio, un affidamento totale della propria vita al Signore. In questo noi religiose possiamo contribuire molto, se siamo capaci di trasmettere la gioia di credere e la gioia nel servizio svolto all’interno del proprio Istituto, sia che si tratti di insegnamento, di assistenza o altro. La fede, però, è alla base di tutto: le vocazioni, infatti, sono alla Chiesa, poi all’istituto. Prima si ama la Chiesa, poi si sceglie l’istituto più adatto.

Come è avvenuta la vostra vocazione?
Suor Antonia: È avvenuta in età molto giovane. Io sono di origini padovane e sono cresciuta tra le Concezioniste. L’esempio di qualche suora mi attraeva: le vedevo felici, realizzate. Ricordo che già a quindici anni avevo le idee chiare, ma mia madre non voleva farmi andare a Roma: era troppo distante. Tuttavia io ero molto convinta: capivo che quella certezza, quella vocazione non veniva da me, bensì da Dio. E devo dire che, dopo essere diventata suora, mi sono resa conto di aver scelto bene. Il mio donarmi continuo, attraverso le attività parrocchiali, i campi scuola, le gite in montagna, l’attività scolastica dalla Primaria fino al Liceo, forse mi ha mantenuto forte nel desiderio di essere una risposta per gli altri, di essere un dono per gli altri.
Suor Alfonsa: È avvenuta attraverso un incontro occasionale, semplice, attraverso un dépliant vocazionale per i giovani avuto tra le mani. In quel momento ho scoperto che un sacerdote, fondatore delle Battistine, aveva lo stesso mio cognome e questo veramente mi ha tanto incuriosito. Leggendo ed informandomi, mi è venuta una curiosità ancora maggiore. Avevo quattordici anni e ho chiesto a mio padre di accompagnarmi a Roma nella casa delle Suore di San Giovanni Battista. Lì me ne sono innamorata. Devo dire che i miei genitori non hanno mai ostacolato la mia scelta. Mia madre in particolare mi disse: “Figlia mia, se questa è la tua strada, io lavorerò per te e per me”. Anche le parole di mio padre furono significative; dopo avermi consegnato le chiavi di casa, mi disse: “Se qualcosa non va bene, la casa è sempre aperta. In qualsiasi momento puoi tornare a casa”. Avere il sostegno della famiglia è fondamentale.

Entrambe siete delegate dell’USMI, ciascuna per la propria Diocesi. Qual è la funzione dell’USMI e come è composto il Consiglio dell’USMI di ciascuna delle Diocesi del Piceno?
Suor Antonia: Per quanto riguarda la Diocesi di Ascoli Piceno, il Consiglio dell’USMI è composto da me, che sono la delegata, e da Suor Catia Occhineri, che è la mia vicaria. Il compito dell’USMI è di informare, comunicare le iniziative, tenere insieme le varie comunità. Da quando c’è il vescovo Gianpiero, ci ritroviamo una volta al mese per ascoltare una lectio, ma anche per condividere riflessioni ed umori e creare quindi un clima di maggiore distensione ed armonia. Dalla conoscenza, infatti, nasce anche la collaborazione. Incontrarci ci fa sentire parte di un’unica Chiesa e ci sprona a vivere altri momenti di fraternità e preghiera con tutta la comunità ecclesiale diocesana. In questo posso dare un bel contributo: facendo anche parte del Consiglio Pastorale Diocesano, infatti, posso farmi portavoce di eventi ed iniziative da vivere insieme.
Suor Alfonsa: Noi religiose della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, invece, già da molti anni ci riuniamo periodicamente per vivere insieme momenti di spiritualità e di condivisione. Ora con il vescovo Gianpiero gli appuntamenti sono diventati più frequenti e questo ci fa piacere, perché rafforza la conoscenza della Parola e la conoscenza fra noi, portando come frutti una maggiore comunione ed armonia tra tutte noi. Il nostro Consiglio dell’USMI è costituito da me, che sono la delegata, da Suor Ermanna Pierantozzi, che è la vicaria, e da Suor Janice Panolino, che è una consigliera.

Dove si svolgerà il prossimo appuntamento degli incontri itineranti?
Suor Antonia e Suor Alfonsa: A dire il vero, abbiamo pianificato l’intero anno! Il 12 Gennaio ci vedremo ad Offida, presso le Suore Benedettine. Il 2 Febbraio, in occasione della Giornata di Preghiera per la Vita Consacrata, saremo tutte nella cattedrale di San Benedetto del Tronto, dove avremo la grazia di vivere la Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Gianpiero e anche un momento di convivialità condiviso. A Marzo, invece, sarà la volta di Ascoli Piceno: vivremo un bel momento sinodale la Domenica della Trasfigurazione nella Cattedrale e il rinnovo delle promesse battesimali nel Battistero. Il 27 Aprile poi andremo al Santuario di San Giacomo della Marca. Concluderemo l’anno il 14 Giugno con un’uscita comune, ancora da programmare. Abbiamo organizzato gli appuntamenti in modo tale da agevolare un po’ tutte, fissando un incontro nella Diocesi di Ascoli e uno in quella di San Benedetto. E ci stiamo rendendo conto che, con l’unione in persona Episcopi delle nostre due Diocesi, ci è stata donata una ricchezza ancora più grande.

Quale messaggio volete dare ai lettori?
Suor Antonia: Credo che la nostra presenza, seppur numericamente minore rispetto alla maggior parte della popolazione, abbia la missione di annunciare a tutti che il Signore continua a chiamare, a volere la collaborazione di ciascuno di noi, ovunque ci abbia scelto o inserito. Tra poco inizieremo il tempo dell’Avvento: la venuta di Cristo, allora, deve portare quella novità verso cui il cammino sinodale ci sta orientando. Noi religiose, con tutta la Chiesa, vogliamo vivere quell’atteggiamento sinodale dell’ascolto, in tutte le realtà in cui siamo prossime. Vogliamo metterci in ascolto con quella caratteristica femminile che diventa donazione, come Maria. Chi più di lei ha atteso il Signore? Chi più di lei ha ascoltato Dio Padre e Dio Figlio? E auguro a tutti, a me e ai lettori, di saper fare spazio nelle nostra vita ai bisogni delle persone che avviciniamo.
Suor Alfonsa: Vorrei prima di tutto esprimere la mia gratitudine al Signore: la presenza costante e premurosa di Dio nella mia vita e la gioia di appartenere a Gesù mi rendono ancora attiva nell’Istituto, nella Chiesa e nella società. Poi a tutti i lettori vorrei dire che l’approssimarsi del Natale ci sollecita a contemplare insieme il mistero dell’Incarnazione e, quindi, anche quello della Resurrezione. Non viviamo questi giorni con superficialità, distratti dal mondo e presi da numerose incombenze! Al contrario, accostiamoci alla Parola con il desiderio di comprenderla pienamente e di farla diventare vita, lasciando indietro il superfluo, riordinando le priorità e rimettendo al primo posto l’Essenziale.

Carletta Di Blasio: