“Il nostro obiettivo è mettere i teologi e le teologhe in condizione di essere ascoltati e di ascoltarsi reciprocamente”. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Giovanni Cesare Pagazzi, segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, presentando alla stampa il “Congresso Internazionale sul Futuro della Teologia: Eredità e immaginazione” organizzato dal già citato Dicastero e in programma per il 9 e10 dicembre presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense in Piazza San Giovanni in Laterano, a Roma. Durante la conferenza stampa mons. Pagazzi si è soffermato principalmente sul tema dell’ascolto, elemento centrale del congresso. L’ascolto, ha spiegato, “si estenderà da un punto di vista internazionale andando a dar voce a sette aree geografiche. Il congresso, poi, si muoverà su tre ambiti: il dove, il come e il perché della teologia”. L’arcivescovo ha così spiegato il ruolo cruciale dei luoghi: “C’è differenza dai luoghi in cui si fa teologia, riconoscere e permettere a tutti di conoscere il carattere decisivo del luogo della teologia è fondamentale”. A questo proposito, durante la due giorni di convegno, si susseguiranno sette interventi con relatori provenienti da sette aree geografiche differenti. Per quanto concerne il “come” si sfioreranno temi quali l’interdisciplinarietà della teologia. Si parlerà di “logiche non teologiche”, un momento in cui i relatori presenteranno pensieri che trascendono dalla teologia per metterli in dialogo. Un momento di grande intensità in cui si esplorerà filosoficamente il senso della realtà e delle cose attraverso quelli che possono essere definiti “pensieri non teologici”, prenderanno infatti la parola esperti di musica, letteratura, cinema e fisica teorica. “Noi riteniamo – ha spiegato Pagazzi – che questi diversi pensieri debbano mescolarsi per poi confrontarsi con le interazioni delle voci teologiche”. Infine, si esplorerà il “perché” della teologia andando a esaminarne il carattere culturale, missionario e pastorale. “Questo congresso – conclude Pagazzi – si presenta con grandi novità anche storiche, mai in Vaticano si erano riuniti così tanti teologi, 500, provenienti da tutto il mondo per lavorare insieme con una metodologia nuova in cui tutti si fanno protagonisti di un processo di pensiero”.

L’intervento di mons. Pagazzi ha posto, infine, l’accento sulle grandi novità metodologiche che il Vaticano ha scelto di adottare per esplorare in maniera nuova, inclusiva e dialogica il vasto ambito della teologia. Il convegno si aprirà con l’udienza di Papa Francesco ai partecipanti.

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