Suscita forti sentimenti di speranza la lettera pastorale che Papa Francesco ha inviato ai fedeli del Nicaragua, che in questi giorni vivono la novena di preparazione alla solennità dell’Immacolata, patrona del Paese. Un testo che viene diffuso nel Paese attraverso canali non ufficiali, dato che, secondo quanto riportano i siti indipendenti, la Chiesa nicaraguense ha scelto di non pubblicare il testo della lettera sui propri media e profili social, per non far aumentare la repressione del regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo contro la Chiesa. “Non dimenticate l’amorevole Provvidenza del Signore, che ci accompagna ed è l’unica guida sicura. Proprio nei momenti più difficili, quando diventa umanamente impossibile capire cosa Dio vuole da noi, siamo chiamati a non dubitare della sua cura e della sua misericordia”, scrive Papa Francesco, che ribadisce “l’affetto che professo per il popolo nicaraguense, che si è sempre distinto per uno straordinario amore per Dio, che voi chiamate affettuosamente Papachú”. Fiducia in Dio e fedeltà alla Chiesa “sono i due grandi fari” per i credenti del Paese centroamericano, così devoti all’Immacolata. “Avete sempre sperimentato la sua protezione materna in tutte le vostre necessità e avete dimostrato la vostra gratitudine con una religiosità molto bella e spiritualmente ricca”, evidenzia il Papa, che auspica che dalle celebrazioni dell’8 dicembre i fedeli nicaraguensi possano trarre “l’incoraggiamento di cui avete bisogno nelle vostre difficoltà, incertezze e fatiche”. Tra le prime reazioni alla lettera, quella del vescovo honduregno di Danlí José Antonio Canales, la cui diocesi si trova al confine con il Nicaragua. La lettera pastorale, dichiara al sito indipendente Despacho 505, è “un balsamo per i cattolici e per il popolo nicaraguense”, che in mezzo alla paura del terrore imposto dalla dittatura “non può togliersi la fede”. Sottolinea inoltre che il messaggio del Papa “è molto in sintonia con quanto i vescovi centroamericani hanno appena decretato per l’8 dicembre”. E aggiunge: “Non mi sorprende che ci sia questo timore da parte dei mezzi di comunicazione della Chiesa, ma non è un problema, la lettera sta raggiungendo i nicaraguensi dappertutto, che i mezzi di comunicazione cattolici la diffondano o meno è comprensibile per quello che sta succedendo lì, ma la lettera è già ampiamente diffusa su tutte le reti e non ci sarà nessun nicaraguense che non potrà leggerla, punto e basta”. Martha Patricia Molina, avvocata e ricercatrice, sottolinea che “la lettera è piena di amore e speranza per tutto il popolo di Dio” e che il Papa dimostra la sua vicinanza ai nicaraguensi.