“Vivere senza nulla di proprio”. E’ l’invito del Papa a i partecipanti all’incontro promosso dalla Congregazione delle Suore Canonichesse dello Spirito Santo in Sassia e i rappresentanti di altre comunità legate al carisma del Beato Guido di Montpellier, ricevuti ieri in udienza. “Questa espressione – ha spiegato Francesco nel suo saluto in spagnolo – non significa semplicemente una vita di impegno sobrio e distaccato, come si definisce oggi il voto, ma comprendere che siamo ospiti nella Casa della Trinità che ci accoglie, condividendola con i poveri che siamo chiamati a servire. Infatti, i primi religiosi, quando professavano esplicitamente i tre consigli evangelici, parlavano della povertà come comunione, riprendendo l’esempio della Chiesa primitiva in cui tutti i credenti rimanevano uniti e mettevano in comune i propri”. In questo modo, per il Papa, “la vita fraterna va oltre la condivisione di spazi, compiti e servizi, si tratta di fare un dono totale di noi stessi a Dio nei fratelli, senza riserve. Senza che nulla di nostro sia rimasto nella camera delle sicurezze mondane, nascosto nella cella, in tasca o, peggio ancora, nel cuore, perché solo da quella libertà senza nulla di nostro possiamo iniziare un progetto in cui avanziamo insieme e di cui siamo segno escatologico, il cammino verso le dimore eterne a cui Dio ci chiama. Un cammino verso Dio, mossi dallo Spirito Santo, in cui diventiamo seguaci di Cristo – che è venuto per servire e non per essere servito – e maestri di vita, se siamo capaci di farci piccoli e servitori di tutti”.