In una lettera pubblicata in occasione dell’Immacolata, pervenuta al Sir, i sacerdoti della diocesi di Port-de-Paix, nel Nordovest di Haiti, esprimono “sentimenti di frustrazione, di angoscia e persino di rivolta di fronte alle drammatiche situazioni quotidiane del popolo haitiano e in particolare della popolazione del Nord-Ovest. Come Chiesa diocesana chiamata a portare sostegno e conforto ai cuori in preda all’angoscia e alla disperazione (Gaudium et Spes, n. 1), non siamo indifferenti alle misere condizioni di vita quotidiana vissute dai nostri fratelli e sorelle del dipartimento. Infatti, negli ultimi cinque anni, la realtà socio-politica, economica e ambientale del dipartimento è diventata sempre più catastrofica, per non dire allarmante, soprattutto negli ultimi giorni. I servizi di base a cui la popolazione ha diritto funzionano al rallentatore, se non addirittura sono inesistenti”. Il dipartimento, secondo i sacerdoti, soffre enormemente di cinque grandi forme di insicurezza: politica, sociale, alimentare, sanitaria e ambientale.
Dal punto di vista socioeconomico, i firmatari denunciano “assenza di elettricità pubblica da oltre tre anni nel dipartimento. È come tornare all’età della pietra. I giovani sono abbandonati a se stessi, senza un quadro di riferimento e senza punti di riferimento. Questo peggiora ulteriormente la delinquenza giovanile. Molte ragazze minorenni hanno due o tre figli. In termini di istruzione, si assiste a una proliferazione di scuole non strutturate, che offrono programmi di svago e ricreazione per attirare i giovani. A tutto ciò si aggiunge il fatto che per una popolazione di oltre un milione di abitanti c’è solo una filiale per ciascuna banca. Di conseguenza, ci sono sempre code interminabili fuori da questi sportelli, dove a volte, molto presto al mattino, le ragazze subiscono aggressioni di ogni tipo. Il sistema giudiziario rimane impotente a reagire”. Inoltre, le strade sono di fatto impraticabili.
L’insicurezza ambientale, poi, “è la rovina del dipartimento. Nell’ultimo decennio l’ambiente ha subito un degrado galoppante e sfrenato. Le aree densamente popolate, come le città e i villaggi, si stanno impantanando nella spazzatura e nel fango”.
Conclude la lettera: “A nome di tutta la popolazione, in nome del rispetto della dignità umana, di fronte a tutto questo, noi, sacerdoti cattolici della diocesi, chiediamo alle autorità del Paese e del Dipartimento, in unione con il settore privato e i concittadini che vivono all’estero, di fare qualcosa per salvare il Nord-Ovest. Non possiamo accettare l’inaccettabile o tollerare l’intollerabile”.
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