Foto Vatican Media/SIR

“L’ideologia è una semplificazione che uccide: uccide la realtà, uccide il pensiero, uccide la comunità. Le ideologie appiattiscono tutto a una sola idea, che poi ripetono in modo ossessivo e strumentale, superficiale, come i pappagalli”.

Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al Congresso Internazionale sul futuro della Teologia “Eredità e immaginazione”, promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e in corso alla Pontificia Università Lateranense.

“Il nostro modo di pensare, come sappiamo, plasma anche i nostri sentimenti, la nostra volontà e le nostre decisioni”, la tesi del Papa, secondo il quale “a un cuore largo corrispondono un’immaginazione e un pensiero di ampio respiro, mentre un pensiero rattrappito, chiuso e mediocre difficilmente può generare creatività e coraggio”. “La prima cosa da fare, per ripensare il pensiero, è guarire dalla semplificazione”, l’indicazione di rotta, poiché “la realtà è complessa, le sfide sono variegate, la storia è abitata dalla bellezza e allo stesso ferita dal male, e quando non si riesce o non si vuole reggere il dramma di questa complessità, allora si tende facilmente a semplificare. La semplificazione, però, vuole mutilare la realtà, partorisce pensieri sterili e univoci, genera polarizzazioni e frammentazioni. Così fanno, ad esempio, le ideologie: appiattiscono tutto a una sola idea, che poi ripetono in modo ossessivo e strumentale”.

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