“Le immagini di Sednaya e di altri centri di detenzione sottolineano in modo netto l’inimmaginabile barbarie che i siriani hanno sopportato e denunciato per anni. Nonostante l’ampia documentazione e le testimonianze, esse rappresentano solo la superficie degli orrori del sistema carcerario. Queste immagini sono una profonda testimonianza di indicibili sofferenze e dolori incomprensibili sopportati dai detenuti, dalle loro famiglie e dai loro cari”. È quanto afferma l’Inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir O. Pedersen, in una nota diffusa oggi. Nel testo il rappresentante afferma che “ora è il momento di un’azione decisa e compassionevole. Le famiglie dei detenuti, degli scomparsi e dei recentemente liberati hanno bisogno del nostro urgente supporto, tra cui cure mediche, supporto psicologico, assistenza legale e un rifugio sicuro. I centri di detenzione, le fosse comuni e la relativa documentazione devono essere protetti per aiutare le famiglie nella loro ricerca di giustizia e responsabilità”.

Per Pedersen va data “priorità alla contabilità degli scomparsi, assicurando che le famiglie ricevano la chiarezza e il riconoscimento di cui hanno disperatamente bisogno. Le prove delle atrocità devono essere preservate e documentate in modo approfondito per garantire la responsabilità ai sensi del diritto internazionale umanitario. La giustizia per le vittime e le loro famiglie non è solo un diritto, ma anche essenziale per la guarigione e per prevenire ulteriori violazioni”. L’Inviato speciale “invita tutte le parti e le organizzazioni specializzate competenti a dare priorità alle esigenze umanitarie di coloro che sono stati recentemente liberati e delle famiglie che sono ancora in cerca, concedendo ai controllori indipendenti accesso illimitato e rispettando gli obblighi del diritto internazionale. Innumerevoli bambini, donne e uomini sono ancora trattenuti arbitrariamente in centri di detenzione sotto varie autorità. Devono essere immediatamente rilasciati”. L’Inviato speciale, infine, “invita tutte le parti a collaborare con gli organismi specializzati delle Nazioni Unite, tra cui l’Independent Institution on Missing Persons (Iimp), l’International, Impartial and Independent Mechanism (Iiim) e l’Independent International Commission of Inquiry on Syria (CoI), nonché tutti gli organismi internazionali e nazionali competenti che si occupano di queste questioni. Il mondo deve al popolo siriano di ascoltare, agire e lavorare instancabilmente per un futuro in cui tali orrori non possano mai più ripetersi”.

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