ROCCAFLUVIONE – I fedeli della comunità di Santo Stefano in Roccafluvione hanno dato il benvenuto al nuovo parroco don Rodolfo De Santis e al diacono cooperatore Luca Antonini.
L’ingresso dei due rappresentanti del clero, che accompagneranno la comunità cristiana di Roccafluvione, è avvenuto nel pomeriggio di Sabato 14 Dicembre, alle ore 17:30, presso la chiesa di Santo Stefano, dove ad attendere il parroco ed il diacono, accompagnati dal vescovo Gianpiero Palmieri, c’era un folla numerosa, capitanata dal primo cittadino di Roccafluvione, Emiliano Sciamanna.
Nell’edificio sacro, la cui costruzione risale intorno alla fine del XII secolo, mons. Palmieri ha presieduto la Santa Messa, che è stata concelebrata dal nuovo parroco don Rodolfo De Santis, dal parroco uscente don Francesco Mangani, da don Amedeo Matalucci, parroco di Acquasanta Terme, da cui proviene don Rodolfo, dal diacono cooperatore Luca Antonini, dai diaconi Mirko Cipriani, Giuseppe Golia e Vincenzo Stangoni, oltre che da tutta l’assemblea riunita. La Celebrazione Eucaristica è stata impreziosita dal canto del Coro Parrocchiale Santo Stefano, diretto dalla M.° Anna Cecilia Poletti, che ha anche accompagnato con l’organo, coadiuvata alle percussioni dal giovane Edoardo Sciamanna.
All’inizio della Celebrazione Eucaristica, è stata letta la bolla di nomina con cui il vescovo Gianpiero ha costituito una nuova zona pastorale, ovvero una circoscrizione ecclesiastica che comprende più parrocchie vicine fra loro e omogenee dal punto di vista sociale e pastorale. In questo caso la zona pastorale è territorialmente molto vasta ed è composta, oltre che da quella di Roccafluvione, da altre tre parrocchie ricadenti sul territorio di Montegallo: San Bernardino a Balzo, San Savino ad Uscerno e Santa Maria in Lapide. Nel decreto vescovile mons. Palmieri affida la nuova zona pastorale a don Rodolfo, il quale sarà aiutato nel suo servizio pastorale dal diacono cooperatore Luca.
Le parole da ricordare
L’omelia del vescovo Gianpiero Palmieri
Queste le parole del vescovo Palmieri durante l’omelia: «Carissimi, oggi viviamo un momento particolarmente solenne ed importante per la vita della vostra parrocchia e per quelle di Montegallo, perché ricevete un nuovo parroco. Quando avviene questo, c’è sempre una fatica, una tristezza per il parroco che lascia, ma, nello stesso tempo il momento è anche l’occasione di una grande crescita per la parrocchia. Per questa ragione è un po’ difficile fare un plebiscito. Se uno chiedesse: “Che dite: cambiamo il parroco?”, tutti direbbero di no! Per questo la decisione è affidata al discernimento del vescovo. Vedete, però, quello che noi siamo chiamati a vivere in ogni stagione è forse l’ultimo versetto del Vangelo di oggi. Giovanni Battista evangelizzava il popolo. Noi siamo il popolo di Dio, il popolo di coloro che hanno accolto il Vangelo di Gesù e che in ogni stagione hanno bisogno di evangelizzare se stessi, ovvero di riaccogliere nuovamente dalle labbra di Gesù il Vangelo e allo stesso tempi di lasciarsi convertire il cuore dal Signore, come se fosse la prima volta. In questo il Vangelo, con cui ci evangelizziamo, è sulle labbra del sacerdote, sulle labbra del diacono, ma anche sulle labbra di ciascuno di noi. Gli uni gli altri ci evangelizziamo. Quando ci riuniamo insieme per condividere la Parola di Dio, quando i catechisti si riuniscono con i bambini, quando gli anziani ricevono a casa la Parola e l’Eucaristia. E noi abbiamo bisogno di questo, di evangelizzarci continuamente, affinché il nostro modo di essere Chiesa sia quello che il Signore ci ispira.
Ci attendono anni che saranno bellissimi, ma anche molto faticosi. Si fa fatica oggi a trasmettere il vangelo. Vi siete accorti? Non sempre nelle famiglie questo avviene. Allora la comunità parrocchiale deve sostenere questo processo di evangelizzazione. In questo momento è particolarmente importante lasciarsi evangelizzare e ritrovare le energie per evangelizzare, ma questo richiede un modo di essere Chiesa un po’ diverso, nuovo rispetto a quello del passato recente. Noi siamo abituati ad una Chiesa in cui il parroco faceva tutto e dal parroco ci si aspettava tutto. Ma questa forma di Chiesa oggi non è più possibile: il numero dei sacerdoti, infatti, diminuisce. Questo, però, non significa che diminuisca la fede o che la nostra Chiesa sia in pericolo. Significa solo che dobbiamo continuamente, gli uni gli altri, evangelizzare noi stessi e deciderci ad evangelizzarci con più coraggio e più determinazione. Senza timore, è questo che siamo chiamati a vivere in questa stagione particolare della vita della Chiesa».
«E allora qual è il ruolo del parroco oggi – ha chiesto mons. Palmieri –, il ruolo di don Rodolfo? È quello di Giovanni Battista, di colui che annuncia l’arrivo del Messia. Israele attendeva un Messia politico e militare che avrebbe liberato il popolo dai Romani; Giovanni Battista ha compreso bene che invece Gesù è il Messia in un altro senso, ovvero colui che è “unto dallo Spirito Santo” e, allo stesso tempo, battezzerà in Spirito Santo, nel senso che immergerà il popolo nello Spirito Santo, perché vivrà da figlio di Dio, guidato dallo Spirito, e darà al popolo una nuova esistenza».
Rivolgendosi poi direttamente al nuovo parroco De Santis, il vescovo Gianpiero ha proseguito: «Allora, carissimo Rodolfo, c’è poco da dire: Giovanni Battista sei tu! Sei tu che sei invitato ad indicare il Signore. E Gesù Risorto, per mezzo di te, battezzerà in Spirito Santo, donerà lo Spirito Santo, ogni volta che battezzerai bambini ed adulti, ogni volta che confesserai, ogni volta che celebrerai l’Eucaristia, ogni volta che unirai in matrimonio, ogni volta che ungerai un malato.
Caro Rodolfo, il Signore ti chiede di essere segno del suo essere sposo, del suo essere Messia che dona lo Spirito Santo, che purifica, che dona salvezza. Questo è il compito di un parroco, di un vescovo, di chiunque: preparare la strada al Signore nel cuore delle persone. Ad un prete si chiede tanto, tutto: l’amicizia, la vicinanza, la capacità di comprensione, suggerimenti e consigli. Ma il suo ministero principale è quello di preparare la strada al Signore».
Infine, rivolgendosi al diacono Antonini, mons. Palmieri ha affermato: «Anche tu, caro Luca, assomigli proprio a Giovanni Battista, a cui la gente chiede “Ma noi che dobbiamo fare?”. Questo, per certi versi, è proprio quello che deve fare un diacono. Giovanni Battista dà consigli pratici alla gente, consigli che sanno di carità, come dare da mangiare a chi non ne ha; al pubblicano dice di non chiedere di più di quello che gli spetta; al soldato dice di accontentarsi della sua paga. Il diacono, allora, ha il compito di dare concretezza alla vita cristiana».
Il saluto del nuovo parroco don Rodolfo De Santis
«Dirò solo tre cose. Prima di tutto vorrei che portaste il mio saluto agli assenti, dicendo loro che presto io e il diacono Luca andremo a trovarli. Poi mi piacerebbe che passassimo subito al “noi”, sia tra me e Luca, sia tra me e voi: sono sicuro che così faremo grandi cose. Infine voglio sottolineare due passaggi del Vangelo di oggi: “Il Signore è vicino”, che significa che c’è e ci accompagna; poi “Il Signore esulta di gioia” e non lo fa per grandi città, ma per Sion, oggi allora esulta di gioia per Roccafluvione e Montegallo!».
Il saluto del diacono cooperatore Luca Antonini
«In questi giorni il Salmo che ho preferito era “Alzo gli occhi verso i monti. Da dove mi verrà l’aiuto?”. Però, grazie a Dio, poi continua: “Il mio aiuto viene dal Signore”. Allora oggi da un lato vengo con un certo timore, sapendo che siamo fragili e miseri; dall’altro lato, però, c’è una grande gioia in me, perché mi sento un pellegrino pieno di speranza e so che in questa miseria, in questa fragilità, come già in passato, il Signore ci renderà capaci di essere in mezzo a voi».
L’augurio del sindaco Emiliano Sciamanna
«Sei giorni fa ero qui a ringraziare don Francesco, che vedo e saluto. Oggi, invece, sono qui a salutare il nuovo parroco don Rodolfo e il diacono Luca, ai quali dico: “Non temete!”. Siamo una comunità viva, che ha voglia di crescere e di camminare con voi. Faremo del nostro meglio per farvi sentire a casa. Vi chiediamo solo un favore: siate i nostri pastori e noi saremo il vostro gregge. In questo momento la Chiesa soffre lo spopolamento e anche noi. Abbiamo quindi bisogno di una guida. Siate voi la nostra guida! Grazie e benvenuti!».
L’augurio del presidente della Pro Loco
«A don Francesco, che ci ha accolto, aiutato e sostenuto, grazie di tutto. A don Rodolfo e al diacono Luca, la casa costruita sulla roccia è una chiesa e quella roccia è un ponte naturale, la nostra identità. Benvenuti! ».
I gesti più significativi della Messa d’ingresso
L’arrivo di don Rodolfo e del diacono Luca
Don Rodolfo e il diacono Luca sono giunti con mons. Palmieri, il quale li ha accompagnati con la sua auto. Il gesto ha un significato importante: è infatti il vescovo che dona ed affida alla comunità i due nuovi membri del clero.
In auto, inoltre, c’erano anche la moglie ed il figlio del diacono Luca, Giovanna ed Alessio. Anche questo non è casuale: quando un uomo diventa diacono, infatti, la moglie deve dare il suo consenso e quindi anche tutta la famiglia viene coinvolta nel servizio alla comunità.
Il benvenuto della comunità
Dopo un primo saluto rivolto dal sindaco Sciamanna sul sagrato della chiesa, all’interno dell’edificio sacro il nuovo parroco don Rodolfo e il diacono Luca sono stati accolti anche da alcuni fedeli, in rappresentanza dell’intera comunità: un bambino, un giovane, una mamma, un’anziana, un fedele della comunità di San Nicola che attualmente celebra i ministeri in un garage. «Le famiglie della nostra comunità vi accolgono, con l’augurio di crescere umanamente e spiritualmente. Noi bambini vi ringraziamo per aiutarci a conoscere Gesù e per accompagnarci a ricevere i sacramenti. Noi giovani vi diamo la nostra disponibilità, vi affidiamo i nostri sogni e anche il nostro desiderio di maturare nel cammino spirituale. Noi anziani vi doniamo il nostro vissuto, ricco di esperienze. Noi, che celebriamo Messa in un garage, vi diciamo che, sebbene la chiesa di pietre sia ormai chiusa da sette anni, la Chiesa fatta di persone, vive, ama, spera. Vi affidiamo dunque al nostro patrono Santo Stefano e alla materna protezione di Maria Addolorata, affinché vi colmino di benedizioni e vi custodiscano in questo nuovo servizio nella nostra comunità».
Invocazione dello Spirito Santo sul parroco don Rodolfo e sul diacono Luca
Come previsto dal rito d’ingresso, su don De Santis e sul diacono Antonini è stato invocato l’aiuto dello Spirito Santo, affinché il parroco ed i parrocchiani formino una sola famiglia, riunita nella fede, nella speranza e nella carità.
Aspersione dell’assemblea con l’Acqua Santa e venerazione dell’altare
Poi il nuovo parroco, attraversando la navata della chiesa, ha asperso i fedeli presenti in assemblea ed infine ha venerato l’altare con l’incensazione e il bacio, segno dell’amore che lega la Chiesa a Dio. Come spiegato infatti dal vescovo Gianpiero, nella liturgia della Chiesa, l’altare è il talamo nuziale in cui lo sposo, il Signore, dà il corpo e il sangue per la sua sposa, ovvero la Chiesa. Il gesto del bacio, dunque, sottolinea il mistero nuziale che si realizza sull’altare.
Rinnovo solenne della professione di fede
Dopo l’omelia, la Celebrazione Eucaristica è proseguita come di consueto, anche se con una piccola variazione: il Credo, che normalmente viene detto dall’intera assemblea, in questo caso è stato professato da don Rodolfo e dal diacono Luca. Il vescovo Palmieri, infatti, ha invitato il nuovo parroco ed il nuovo diacono a portarsi davanti all’altare per rinnovare la loro professione di fede.
Seduta sulla sede presidenziale
Dopo i riti di Comunione, mons. Palmieri ha invitato il nuovo parroco don De Santis a sedersi sulla sede presidenziale, augurandogli di servire fedelmente la nuova famiglia parrocchiale, in comunione con lui, annunziando la Parola di Dio, celebrando i santi Misteri e testimoniando la carità di Cristo. Ha spiegato il vescovo Gianpiero: «Don Rodolfo si siede sul luogo in cui sono seduto io. È il luogo di chi presiede la comunità cristiana. Questo posto, allora, non è un posto qualsiasi, è l’ultimo posto, è il posto del servo di tutti, è il posto di Gesù».
Il saluto ai fedeli
Al termine della Celebrazione Eucaristica, don Rodolfo e il diacono Luca si sono recati all’ingresso della chiesa per salutare, ad uno ad uno, tutti i fedeli presenti.
Conosciamo meglio don Rodolfo e il diacono Luca
Don Rodolfo De Santis
Nato il 7 Febbraio del 1968 ed originario della parrocchia Sant’Agostino, ora annessa alla comunità di San Pietro Martire in Ascoli Piceno, don Rodolfo De Santis, dopo aver frequentato il Liceo Classico “Francesco Stabili” nella sua città natale, è poi entrato al Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” ad Ancona. Dopo aver conseguito il Baccalaureato in Teologia presso l’Istituto Teologico Marchigiano nel capoluogo della regione Marche, ha ottenuto la Licenza in Teologia Spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma.
Ordinato presbitero il 22 Aprile del 2017, don Rodolfo ha svolto il suo primo incarico pastorale come vicario parrocchiale delle comunità Sacro Cuore di Gesù e Santi Pietro e Paolo di Ascoli Piceno, fino al 25 Settembre del 2023, quando è stato nominato parroco in solido delle comunità San Giovanni Battista, Santissimo Crocifisso in f.ne Santa Maria, Santa Maria in f.ne Quintodecimo, San Sebastiano in f.ne Umito e San Lorenzo in Paggese, tutte in Acquasanta Terme.
Dal 19 Aprile 2021 è sacerdote collaboratore – cappellano militare del 235° Reggimento Addestramento Volontari “Piceno”, con incarico ancora in corso. Don Rodolfo è, infine, anche confessore della Basilica Cattedrale Santa Madre di Dio in Ascoli Piceno.
Diacono Luca Antonini
Nato ad Ascoli Piceno il 6 Agosto del 1971, Luca Antonini è originario di Montegallo, ma vive ad Ascoli Piceno. Svolge la professione di informatico e webmaster per la Diocesi di Ascoli Piceno e, all’interno dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, si occupa della cura del sito web e dei social diocesani.
Dopo aver frequentato l’ISSR (Istituto Superiore di Scienze Religiose) “Redemptoris Mater” in Ancona, è stato ordinato diacono lo scorso anno, precisamente l’8 Ottobre del 2023. Ha svolto il suo primo servizio pastorale nella parrocchia San Giovanni Battista in Poggio di Bretta ad Ascoli Piceno. È anche vicedirettore del Sovvenire per la Diocesi di Ascoli Piceno.
Il diacono Antonini è sposato con Giovanna Cosenza, con la quale ha avuto un figlio, Alessio, che ha 13 anni.
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