SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domenica, 15 dicembre, la Chiesa Sant’Antonio di Padova di San Benedetto del Tronto ha ospitato una solenne celebrazione in onore della Vergine di Guadalupe, presieduta da monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e della diocesi di Ascoli Piceno, e concelebrata da monsignor Basili, vescovo emerito di Burkina Faso, e da don Luis Sandoval, parroco della Chiesa Madonna di Fatima di Valtesino e assistente spirituale della comunità Latinoamerica.
L’evento ha richiamato numerosi fedeli di provenienza latinoamericana e non, della diocesi, che hanno reso omaggio alla figura della Vergine di Guadalupe, simbolo di amore e protezione per milioni di devoti nel mondo.
All’inizio della cerimonia, Gabriela, una fedele di San Benedetto del Tronto di origini messicane, ha raccontato l’episodio dell’apparizione e il contesto storico, chiarendo come nel 1531 a Guadalupe, vicino a Città del Messico, la Vergine sia apparsa a un indio di nome Juan Diego. L’evento è considerato fondamentale nella storia del Messico e rappresenta la fusione tra le culture indigene e quella cattolica. La Vergine di Guadalupe è una figura di grande devozione non solo in Messico ma in tutto il mondo.
La festa è coincisa con la “domenica della gioia”, come è risultato dal tema delle letture del giorno. Il momento dell’Avvento invita alla gioia, al rallegramento e a non angustiarsi. La gioia scaturisce dall’avvicinarsi del Natale e, dunque, dall’arrivo del Salvatore.
«La gioia si vive nella comunione con gli altri», ha affermato il vescovo Palmieri. «Mi avete fatto sentire a casa vostra», ha continuato, ringraziando la comunità latinoamericana per averlo accolto. «Tramite la memoria, i segni liturgici, il canto e il racconto, possiamo avvertire la straordinaria ricchezza del luogo da dove si proviene, della casa dalla quale si è usciti, per poter andare in un altro Paese».
I segni liturgici di questa celebrazione ci riportano al Battesimo di Gesù. «Il Battesimo deve diventare anche per noi una purificazione», ha esortato il vescovo. «Il Battesimo deve diventare un’immersione nello Spirito Santo». Giovanni annuncia il Messia, davanti al quale si sente indegno. «Il Signore parla attraverso persone umili, come lo era anche Juan Diego, l’indio al quale si è rivelata la Vergine di Guadalupe».
«Grazie perché ci insegnate la grandezza di Dio e ci fate sentire meno soli», ha concluso il vescovo, rivolgendosi ai fedeli provenienti da tanti Paesi del mondo.
Al termine della celebrazione, don Luis ha espresso gratitudine a monsignor Palmieri e a monsignor Basili per la partecipazione al gioioso evento. Ha ringraziato anche i fedeli latinoamericani e di altre nazionalità per aver arricchito tale momento con la loro testimonianza di fede e le loro tradizioni.
«Noi latinoamericani», ha assicurato don Luis, «siamo un popolo che si affeziona subito al Suo Pastore». Pertanto, insieme ai ringraziamenti, al vescovo sono stati donati cibi e bevande tipiche del Messico.
Alla fine della Messa, i fedeli, accompagnati dai “mariachi” (gruppo musicale tipico dell’ovest del Messico), hanno portato in processione per le strade di San Benedetto del Tronto l’immagine della Vergine di Guadalupe.
È seguito infine un momento di convivialità tra i partecipanti, dove non è mancata la tradizionale pignatta: un’occasione di unità e fraternità, a testimonianza di come la fede possa unire oltre le differenze culturali.