Gianni Borsa
Una città che non è fatta “solo per comprare o vendere”, ma per “essere abitata e da abitare, per prendersi cura delle persone”: una città-comunità. È quella che ha in mente l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, volgendo lo sguardo alla metropoli lombarda ma anche all’intero territorio ambrosiano. “In questa nostra Milano così attraente e intraprendente è necessario ripetere il grido antico: non ci sono case!”. Così si è espresso Delpini ieri sera durante la messa per i 50 anni di Caritas Ambrosiana, annunciando un fondo speciale dedicato al problema abitativo in una realtà in cui mancano case a prezzi o affitti sostenibili.
Opera ispirata dal card. Schuster. “Ispirato dalle parole del beato card. Schuster, in occasione del 50° di Caritas Ambrosiana, voglio rivolgere un appello simile” – non ci sono case – e “dare vita a un fondo che si chiamerà Fondo Schuster – Case per la gente”:il fondo annunciato porterà il nome dell’arcivescovo Schuster; sarà un’opera-segno promossa dalla diocesi e affidata a Caritas Ambrosiana.Nei mesi scorsi era stato monsignor Delpini, in vista del 50° Caritas, a chiedere di proporre un’opera che coinvolgesse l’intera diocesi, incentrata su un tema pastorale e sociale di particolare rilevanza. “La scelta è caduta su tema dell’abitare, perché – spiegano dalla Caritas milanese – il diritto alla casa è principio-base di una buona convivenza civile, ed è fondamento di dignità nei percorsi di sostegno verso l’autonomia che Caritas cerca di costruire con tutti coloro che incontra: famiglie in povertà, minori, senza dimora, anziani, carcerati, stranieri, rom-sinti…”.
Si parte con un milione. Il Fondo Schuster avrà una dotazione iniziale di 1 milione di euro, derivante da riserve diocesane anche in relazione all’8 per mille. In prospettiva, il Fondo Schuster potrà essere alimentato da donazioni monetarie (effettuate da cittadini, imprese, enti privati o pubblici) e dal conferimento di appartamenti (pubblici e privati). Obiettivi e meccanismi di funzionamento del Fondo sono illustrati dal sito internet www.fondoschuster.it.
Gli obiettivi dichiarati. “Le finalità del nuovo strumento saranno tre: effettuare lavori di riqualificazione di immobili, da destinare a famiglie e individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato (a questa finalità saranno destinate il 50% delle risorse del Fondo); erogare garanzie per i privati che intendono mettere a disposizione i propri appartamenti a prezzi calmierati, perché siano destinati a famiglie o individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato (20% del Fondo); erogare a soggetti in povertà o in difficoltà contributi per le spese legate alla casa, ovvero affitti, bollette, spese condominiali, spese per la riqualificazione energetica (30% del Fondo)”. Il Fondo opererà tramite la rete dei Centri di ascolto Caritas, coordinata dal Servizio Siloe, per l’individuazione delle famiglie residenti nel territorio della diocesi destinatarie degli interventi; la Fondazione San Carlo (promossa da diocesi e Caritas) si occuperà, insieme ad altri soggetti, di riqualificare e gestire gli appartamenti conferiti al Fondo.
Giustizia sociale. L’intento dell’iniziativa è però anche educativo e culturale.Volontà dell’arcivescovo è “suscitare una riflessione e una mobilitazione sul tema dell’abitare, in un territorio, quello milanese, in cui il diritto alla casa è avversato da sempre più evidenti squilibri e diseguaglianze”registrati anche dai Centri d’ascolto e dai servizi Caritas. Il Fondo è concepito come “occasione per mettere a fuoco le cause della povertà abitativa e per favorire scelte di fede e forme di responsabilità istituzionale e giustizia sociale volte a superarle”.
Messaggio e provocazione. “Il Fondo Schuster non vuole essere solo una raccolta di risorse – ha aggiunto l’arcivescovo, nell’omelia in un duomo con oltre mille presenti, tra autorità e volontari Caritas –: vuole essere un messaggio, una provocazione, un invito alle istituzioni e a tutti gli enti e le persone sensibili alla sfida. Comune di Milano e Regione Lombardia hanno già garantito di mettere a disposizione appartamenti da riqualificare. Saranno un primo segno di cui i cittadini sono grati. Ma è solo un segno. Invochiamo una politica, una strategia, un’alleanza perché anche nella nostra città e nelle città della nostra diocesi si diffonda una parola di speranza e di incoraggiamento”.
“Sistema” Caritas Ambrosiana: oltre 2mila lavoratori, 380mila assistiti.
Caritas Ambrosiana fu istituita con un decreto arcivescovile emanato il 18 dicembre 1974. Da allora, l’organismo si è ramificato in modo capillare nelle sette zone pastorali della diocesi, arrivando a coordinare l’operato di 873 Caritas parrocchiali (su 1.100 parrocchie), 400 centri d’ascolto, 896 centri di servizio (sportelli, laboratori, comunità e altri luoghi di accoglienza e assistenza), 76 Distretti del Fondo Diamo lavoro. Il sistema comprende diversi altri soggetti: 4 servizi diocesani rivolti alle persone senza dimora e ai gravi emarginati urbani (Sam), alle famiglie in povertà (Siloe), agli immigrati (Sai), alle donne vittime di violenza (Sed); 7 Case della carità, 18 Empori, 15 Botteghe della solidarietà; il Consorzio (Farsi Prossimo) cui aderiscono 13 cooperative sociali; 2 Fondazioni (San Carlo per casa e lavoro, San Bernardino per la riduzione del sovraindebitamento e la prevenzione dell’usura); 2 associazioni (Volontari Caritas e Avvocati per niente). In totale il sistema Caritas coinvolge 2.391 lavoratori, quasi 13mila volontari, 380mila persone in situazione di bisogno.