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FOTO Fleno, don Riccardo Patalano ai nuovi parrocchiani: “Siete preziosi agli occhi di Dio e ai miei”

  • Foto di Monia Lattanzi e Laura e Tania Cesarini

ACQUASANTA TERME – I fedeli della comunità di San Martino, che comprende le frazioni di San Martino, Fleno e San Gregorio in Acquasanta Terme (AP) e le frazioni di Pietralta e Morrice in Valle Castellana (TE), hanno dato il benvenuto al nuovo amministratore parrocchiale don Riccardo Patalano.
L’ingresso di don Riccardo è avvenuto Domenica 15 Dicembre, alle ore 9:30, presso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Fleno. Lì ad attendere il nuovo sacerdote, accompagnato dal vescovo Gianpiero Palmieri, oltre alla Banda della Città di Acquasanta, c’era un folla numerosa di fedeli, tra i quali il sindaco di Valle Castellana, nonché presidente della Provincia di Teramo, Camillo D’Angelo, il sindaco Sante Capanna, primo cittadino di Montegallo, comunità dalla quale proviene don Riccardo, e l’assessore Stefano Troli, in rappresentanza del Comune di Acquasanta Terme.

Nell’edificio sacro, la cui costruzione risale al XV secolo, mons. Palmieri ha presieduto la Santa Messa, che è stata concelebrata dal nuovo amministratore parrocchiale don Riccardo Patalano, dal diacono Giuseppe Golia e da tutta l’assemblea riunita.

All’inizio della Celebrazione Eucaristica, il diacono Golia ha letto il decreto con cui il vescovo Palmieri ha nominato don Patalano amministratore parrocchiale della comunità di San Martino in San Martino di Acquasanta Terme e e gli ha affidato anche le due cappelline della RSA “Luciani” di Ascoli Piceno e della RSA “Forlini” di Offida, secondo il servizio di assistenza che verrà concordato con l’Ufficio Giuridico dell’AST di Ascoli Piceno.

Le parole da ricordare

L’omelia del vescovo Gianpiero Palmieri
Queste le parole del vescovo Palmieri durante l’omelia: «Ho visto che in sagrestia c’è uno scritto di don Peppe, il quale sottolineava questo aspetto: “Sono venuto qua per annunciare la Parola di Dio, per celebrare i Sacramenti. Scusate se qualche volta vi sembrerò un po’ strano e alle feste, ad un certo punto, andrò via per stare un po’ per conto mio, ma è perché ho voglia di custodire quel silenzio che mi rende capace di annunciare la Parola di Dio”. Non lo avevo mai letto le altre volte che ero venuto qui ed è stato bello leggerlo oggi. Non solo perché è un testo molto bello, ma anche perché dice il senso di quello che significa la presenza di un sacerdote qui: l’annuncio della Parola di Dio, la celebrazione della Pasqua del Signore.
È quello che ci dice oggi anche Giovanni Battista e che abbiamo ascoltato nel Vangelo appena proclamato: “Io sono venuto ad annunciare Colui che è il più forte. Io battezzo con acqua. Colui che io annuncio, invece, battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Ed è quello che noi viviamo attraverso la liturgia della Chiesa. Noi riceviamo lo Spirito Santo, quando veniamo battezzati, immersi, quando veniamo riempiti di Lui: lo Spirito Santo, infatti, è Dio dentro. Ma riceviamo lo Spirito Santo anche quando ci confessiamo o riceviamo l’Eucaristia. Ad un certo punto, infatti, noi diciamo: “Ti preghiamo umilmente per la comunione al corpo e al sangue di Cristo. Lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo!”. Quando ci ammaliamo e riceviamo l’unzione, riceviamo lo Spirito Santo per affrontare la malattia. Anche quando una persona si sposa, riceve lo Spirito Santo per fare famiglia; così come avviene a chi diventa prete, che lo riceve per svolgere al meglio il suo ministero.
Ecco allora perché ho chiesto a don Riccardo di venire qui, per celebrare l’Eucaristia con voi e darvi qualcuno che curi il senso di comunità, che aiuti soprattutto d’estate e anche d’inverno ad incontrarsi, a camminare insieme, a fare il bene comunitario. Io ringrazio tanto don Riccardo, perché ha accettato questo incarico. È un servizio bello, come quello che ha svolto a Montegallo e che ora svolgerà qui, con molta umiltà, molta dedizione. E per questo davvero continuerò a ringraziarlo per sempre».

Ha poi proseguito mons. Palmieri: «Per Giovanni Battista è chiaro che lui ha il compito di essere voce di uno che è la Parola, di essere il dito che indica l’agnello di Dio, di essere – come si dice nel capitolo 3 del Vangelo di Giovanni – l’amico dello sposo, che è Gesù. Ad un certo punto, Giovanni Battista dice: “Io devo sparire, perché esca lui”. In fondo è questo un presbitero, un parroco, un vescovo: qualcuno che indica Dio, dopo di ché sparisce. Se invade tutta la scena, infatti, non c’è spazio per il Signore. Se invece si fa piccolo, ecco allora che il Signore prende tutta la scena. Nel nostro cuore tutta la scena deve essere presa dal Signore. Un presbitero, un vescovo, un diacono, è al servizio di tutto questo e ha il compito di preparare la strada al Signore nel cuore delle persone».

«È molto bella l’immagine nuziale che c’è nel Vangelo e che ci ricorda come Gesù sia lo sposo e noi, la Chiesa, la sua sposa – ha concluso il vescovo Gianpiero –. Giovanni Battista dice: “Io non sono lo sposo, ma solo l’amico che gioisce, che esulta della voce dello sposo e della sposa”. Noi chiediamo al Signore questa dedizione: la auguriamo a don Riccardo e la chiediamo per tutti noi presbiteri, affinché impariamo a servire con umiltà, senza prendere mai il centro della scena. E la comunità cristiana, con tutte le sue risorse di laici e di ministeri, viene al primo posto. Al di là del fatto che ci dispiaccia moltissimo, se il Signore ha voluto che le vocazioni sacerdotali diminuissero, forse è perché venga al primo posto la sposa, la comunità cristiana. Si tratta di un processo difficilissimo. Noi siamo abituati ad una Chiesa in cui il parroco faceva tutto, ma questa forma di Chiesa oggi non è più possibile. Preghiamo allora il Signore, affinché questa comunità parrocchiale realizzi tutto questo!».

Il saluto del nuovo amministratore parrocchiale don Riccardo Patalano
«Sono contento di iniziare questo nuovo incarico in mezzo a voi! Sono felice di potervi conoscere. Con il tempo imparerò i vostri nomi ed imparerò anche i nomi dei paesi, che ancora non conosco. Imparerò la geografia di questi luoghi che Dio mi ha affidato, una porzione molto piccola di territorio in confronto a tutta la terra, ma molto preziosa agli occhi di Dio. Io, infatti, sono qui con voi, perché siete preziosi a Lui e quindi preziosi anche per me. Spero di farvi crescere nella consapevolezza che è bello essere cristiani, perché significa essere seguaci di Gesù.
Ringrazio il sindaco di Valle Castellana, l’assessore di Acquasanta Terme e anche il sindaco di Montegallo, che oggi è venuto qui a salutarmi. Ho seguito la comunità di Montegallo per ben 11 anni: insieme abbiamo vissuto il terremoto, la pandemia, molte esperienze tristi, ma anche molte esperienze belle. Come accadrà con voi. Anzi con voi spero di vivere solo quelle belle!
Il compito di un parroco è quello di accompagnare le anime al Paradiso. Come si fa? Prima di tutto amando, assaporando già qui quella scintilla dell’Amore perfetto. Non rimproverando! Più si cresce nell’amore, meno si è legati al peccato. Più si respira l’amore, più si respira il Paradiso. A Montegallo ho provato a fare questo ed è quello che cercherò di fare anche qui!
Ringrazio anche il vescovo, che, con questa nomina, mi ha fatto capire quanto tiene alla periferia. Non ha ragionato secondo una legge dei numeri, come si fa in un’azienda. La Chiesa, infatti, ribalta questa mentalità, mostrando attenzione, delicatezza, amore. Mi piace salutare con la mia frase preferita: Sia lodato Gesù Cristo!».

L’augurio del sindaco di Valle Castellana Camillo D’Angelo
«Rivolgo un ringraziamento prima di tutto al nostro Signore, per averci donato don Riccardo, poi a sua Eccellenza il vescovo Gianpiero, per averlo scelto, ed infine a tutti voi, per averlo accolto come parroco. Dalle poche parole che ha detto, precisando che non conosceva questa zona montana, già possiamo comprendere il suo carisma, la sua grande figura, la sua umanità, la sua vicinanza alla nostra comunità, tutte caratteristiche che non sono scontate. Sono certo che sarai ponte tra i territori, ponte tra le generazioni. Queste comunità sono molto vicine al Signore e hanno uno Spirito che le unisce. Lo hanno dimostrato negli anni i nostri nonni, i nostri genitori, che ce lo raccontano. La devozione è sempre stata molto forte. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo perso la fiducia. Non dico la fede, ma ma la fiducia, forse in noi stessi, nei nostri territori e nelle opportunità che possono offrire. Siamo tutti molto vicini, ma l’evoluzione degli ultimi anni, pian piano, ci ha fatto perdere l’attaccamento ai nostri territori. Forse questo è un momento cruciale, in cui siamo chiamati a riavvicinarci alle nostre radici, rinsaldando il legame con il Signore e con le nostre famiglie. La pandemia ed il sisma ci hanno tolto anche la fiducia nel futuro. Oggi, allora, abbiamo bisogno di una prospettiva. Questo è il compito che ti attende, caro don Riccardo. E questo è il compito che attende anche noi parrocchiani: come comunità, infatti, siamo chiamati a partecipare, ad essere attivi e a raccontare la bellezza del nostro territorio, luoghi in cui ancora possiamo lasciare le chiavi sul portone».

L’augurio dell’assessore di Acquasanta Terme Stefano Troli
«A nome del sindaco e dell’amministrazione comunale di Acquasanta Terme, desidero rivolgere il più caloroso saluto di benvenuto a don Riccardo. Nella nostra comunità, troverai persone che cammineranno insieme a te, con armonia e passione. E troverai la nostra Amministrazione disponibile al confronto e al dialogo.
I nostri territori montani, purtroppo, si sono spopolati a causa del sisma, che ha accelerato di circa venti anni il naturale abbandono dei nostri monti, ma le persone che ancora vivono qui e quelle che, appena hanno un attimo di tempo, tornano a visitare le nostre bellissime montagne, hanno bisogno non solo di beni materiali, ma anche di rinverdire il proprio spirito. Per questo motivo, il suo servizio sarà molto importante per noi! Buon lavoro!
Desidero infine spendere due parole anche per don Rodolfo, che ha lasciato la nostra parrocchia, per andare a Montegallo. Grazie di cuore da parte di tutti noi!».

I gesti più significativi della Messa d’ingresso

L’arrivo di don Riccardo
Don Riccardo è giunto con mons. Palmieri, il quale lo ha accompagnato con la sua auto. Il gesto ha un significato importante: è infatti il vescovo che dona ed affida alla comunità il nuovo rappresentante del clero.

Il benvenuto della comunità
Dopo un primo saluto rivolto dalle autorità civili sul sagrato della chiesa, all’interno dell’edificio sacro il nuovo amministratore parrocchiale don Riccardo è stato accolto anche dalla comunità cristiana. Una signora, in rappresentanza dell’intera assemblea, ha detto: «Con gioia ti diamo il benvenuto nella nostra comunità, don Riccardo! Come in una grande famiglia, ci si ama, ci si sostiene e si cresce insieme nel rispetto e nell’amore reciproco. Tu abbracciaci come siamo e noi ti saremo riconoscenti per le cose belle che saprai donarci, con l’aiuto dello Spirito Santo. Ti affidiamo la nostra comunità!».

Invocazione dello Spirito Santo sul parroco don Riccardo
Come previsto dal rito d’ingresso, su don Patalano è stato invocato l’aiuto dello Spirito Santo, affinché il parroco ed i parrocchiani formino una sola famiglia, riunita nella fede, nella speranza e nella carità.

Aspersione dell’assemblea con l’Acqua Santa e venerazione dell’altare
Poi don Riccardo, attraversando l’aula unica della chiesa, ha asperso i fedeli presenti in assemblea ed infine ha venerato l’altare con l’incensazione e il bacio, segno dell’amore che lega la Chiesa a Dio. Nella liturgia della Chiesa, infatti, l’altare è il talamo nuziale in cui lo sposo, il Signore, dà il corpo e il sangue per la sua sposa, ovvero la Chiesa. Il gesto del bacio, dunque, sottolinea il mistero nuziale che si realizza sull’altare.

Rinnovo solenne della professione di fede
Dopo l’omelia, la Celebrazione Eucaristica è proseguita come di consueto, anche se con una piccola variazione: il Credo, che normalmente viene detto dall’intera assemblea, in questo caso è stato professato da don Riccardo. Il vescovo Palmieri, infatti, ha invitato il sacerdote a portarsi davanti all’altare per rinnovare la sua professione di fede.

Segno di pace
Al rito di pace, don Riccardo, dopo aver abbracciato il vescovo Gianpiero, si è recato tra i banchi per scambiare con i fedeli il segno di pace.

Conosciamo meglio don Riccardo

Don Riccardo Patalano
Nato a Roma il 18 Maggio del 1983, don Riccardo Patalano, appena diplomato, è entrato al Seminario Arcivescovile di Fermo, volendo riavvicinarsi ai luoghi marchigiani, in cui aveva vissuto felicemente gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, durante le vacanze estive.
Dopo aver conseguito il Baccalaureato in Filosofia e in Teologia alla Pontificia Università Lateranense in Roma, è stato ordinato presbitero il 26 Gennaio del 2013 ad Ascoli Piceno per l’imposizione delle mani del vescovo Silvano Montevecchi. Ha successivamente conseguito la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce in Roma e il Diploma in Prassi Amministrativa Canonica in Vaticano, presso l’allora Congregazione del Clero, ora Dicastero.
Dopo l’esperienza come docente di Religione presso la Scuola Secondaria di 2° Grado a Villa Pigna di Folignano, don Riccardo ha svolto il suo primo incarico pastorale come vicario parrocchiale nella comunità San Giovanni Battista in Acquasanta Terme dal 13 Febbraio 2013, servizio che poi si è esteso anche alla comunità di San Pietro Martire in Ascoli Piceno dal 15 Ottobre del 2013. Nel 2015 è stato nominato parroco della comunità di San Savino ad Uscerno in Montegallo e nell’anno successivo anche delle comunità di San Bernardino a Balzo e Santa Maria in Lapide, entrambe frazioni della stessa località montana.
Tra i vari incarichi assunti per la Diocesi di Ascoli Piceno, don Patalano ha ricoperto il ruolo di custode delle Sante Reliquie, vicecancelliere vescovile e difensore del Vincolo e promotore di Giustizia per il Tribunale Diocesano.

Carletta Di Blasio: