DIOCESI – È stata la speranza il tema al centro dell’incontro tra Mons. Gianpiero Palmieri e i rappresentanti delle istituzioni civili e militari dei Comuni ricadenti nella Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. Il tradizionale appuntamento, messo in calendario al termine di ogni anno per scambiarsi gli auguri di Natale e al contempo fare il punto della situazione locale, è avvenuto ieri, 17 Dicembre 2024, alle ore 11:30, presso la Curia Vescovile, in San Benedetto del Tronto, e ha registrato la partecipazione di parecchie autorità: il Dirigente del Commissariato distaccato di Pubblica Sicurezza di San Benedetto del Tronto, Vicequestore della Polizia di Stato Andrea Crucianelli; la Comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto, Capitano di fregata Alessandra Di Maglio, accompagnata dal Marinaio Mattia Marini; in rappresentanza della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto il Tenente Massimiliano D’Antonio; il Sindaco di Sindaco di Force, Amedeo Lupi; il Sindaco di Montalto delle Marche, Daniel Matricardi; il Sindaco di Cupra Marittima, Alessio Piersimoni; il Sindaco di Grottammare, Alessandro Rocchi; il vicesindaco di San Benedetto del Tronto, Tonino Capriotti; il vicesindaco di Ripatransone Roberto Pasquali. Presente anche il prof. Fernando Palestini, Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali.
Riportare speranza: una missione comune
Il Vescovo Palmieri ha preso la parola, dicendo: «In questo particolare momento storico viviamo un deficit di fiducia e di speranza e c’è un grande scetticismo in merito al futuro. A voi questo dato arriva immediatamente, essendo amministratori e rappresentanti delle istituzioni che si occupano dell’ordine, della pubblica sicurezza; ma lo avvertiamo in maniera molto forte anche noi come comunità cristiana. Credo, allora, che abbiamo una missione comune, quella di aiutare le persone a percepire che ci possa essere uno stare bene insieme che apre ad una prospettiva di speranza di futuro. Una prospettiva che, però, non resti solo un fatto di parole, bensì si traduca anche in segni pratici, gesti concreti, quelle che generalmente vengono definite buone prassi. Se infatti non accompagniamo le parole con i fatti, la speranza sembra solo un gesto consolatorio e basta. La Speranza , invece, è una virtù fondamentale, di cui papa Francesco parla con molta chiarezza nella Bolla di Indizione del Giubileo 2025, “Spes non confundit”, da sempre considerata nella teologia ecclesiale una virtù teologale, cioè qualcosa che ha un motore dentro, che è lo Spirito Santo. Una persona che con tenacia e determinazione spera, una persona che ha fiducia nel futuro, non lo fa sulla base di un miracolo, ma sulla base di una specie di istinto, non solo un istinto di sopravvivenza, ma proprio un istinto di fiducia, che, a quanto pare, noi impariamo quando siamo nelle braccia di nostra madre e di nostro padre, fin da piccolissimi. Questa fiducia nella vita è una speranza elementare che si attiva tutte le volte in cui guardiamo al futuro con determinazione e fiducia, anche se i calcoli andrebbero in una direzione diversa. Si tratta di risvegliare proprio questo durante questo Giubileo che ci attende, di stringerci gli uni gli altri e di aprire a possibilità di futuro, a speranze per il futuro».
Mons. Palmieri ha quindi indirizzato il discorso sulle azioni concrete da realizzare e vivere insieme, illustrando due iniziative.
I “Luoghi del Perdono”
«La prima, che è un classico, è l’esperienza del perdono. Nella vita si può sperimentare anche l’esperienza del fallimento. E questo è il peccato. La parola “peccato“, infatti, letteralmente significa “sbagliare il bersaglio“: io punto il bersaglio, ma lo manco, la freccia va da tutt’altra parte. Nella Bibbia il peccato è questo: non solo il “peccatuccio“, l’errore, ma il fatto di sbagliare bersaglio nella vita, l’aver voluto essere felice, l’aver voluto fare il bene ed invece non averlo fatto, il non esserci riusciti. Il perdono, allora, significa riuscire a dare fiducia a partire dal riconoscimento dei propri errori e dal perdono che si riceve. Questo è fondamentale per permettere alle persone di andare oltre i sensi di colpa e ripartire con una possibilità di vita nuova che viene loro donata.
Poiché non è possibile aprire alcuna Porta Santa, papa Francesco ci ha suggerito di individuare alcuni “Luoghi del Perdono“, nei quali sarà possibile vivere l’esperienza della misericordia e della riconciliazione attraverso tre momenti: una liturgia penitenziale comunitaria, con possibilità di Confessione individuale; una professione di fede e la memoria del Battesimo, ovvero fare memoria del fatto che nella vita si muore e si rinasce e che si può ricominciare, deponendo l’uomo vecchio e facendo rinascere l’uomo nuovo; un atto concreto di Carità, che rappresenta una concretezza di vita nuova. Abbiamo individuato nelle Diocesi del Piceno nove “Luoghi del Perdono, uno per ogni Vicaria, presso i quali i vari gruppi parrocchiali, i vari movimenti, le varie associazioni possono recarsi per vivere l’esperienza della riconciliazione».
Per quanto concerne la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, sono questi i luoghi scelti come “Luoghi del Perdono“:
Vicaria Santa Maria in Montesanto: chiesa Sacro Cuore in Sant’Egidio alla Vibrata;
Vicaria San Giacomo della Marca: santuario di San Giacomo della Marca in Monteprandone;
Vicaria Venerabile Padre Giovanni dello Spirito Santo: comunità dei Padri Sacramentini in San Benedetto del Tronto;
Vicaria Madonna di San Giovanni: chiesa di San Martino in Grottammare;
Vicaria Beata Maria Assunta Pallotta: santuario di San Tommaso Becket in Montedinove.
Le “Porte della Speranza”
«La seconda iniziativa, invece, riguarda il tema della speranza. La comunità cristiana, collaborando con tutti voi, si fa promotrice di realizzare durante tutto l’Anno Giubilare, quindi da Natale 2024 a Natale 2025, una “Porta della Speranza” nel proprio territorio, a partire dalla lettura che le varie Assemblee Parrocchiali stanno facendo su quei contesti in cui sembra esserci un deficit di speranza. A seconda delle varie parrocchie, potrebbe esserci un problema di anziani soli oppure potrebbe riscontrarsi un problema che riguarda il mondo giovanile oppure potrebbe emergere una problematica nel mondo del lavoro o della scuola. Ogni comunità, dopo un’attenta analisi del territorio, deciderà dove, quando e come realizzare questa “Porta della Speranza” parrocchiale. Potrebbe trattarsi di un evento qualsiasi: una festa, un convegno, un impegno collettivo, che possa coinvolgere il maggior numero di persone, affinché possa essere annunciata la Speranza, con le parole e con le opere, cioè con l’esempio di buone prassi.
Se si fa un intervento soltanto di parole, si rischia di non essere concreti e di far vivere la Speranza come mero momento di consolazione, che però non si traduce in vita. Se, al contrario, si fa un intervento pratico, ma senza accompagnarlo con le parole, si rischia che l’esperienza non tocchi più di tanto il cuore, perché non so interpretare quella buona prassi, non la so leggere e resta un fatto isolato».
Oltre a quelle parrocchiali, ci saranno anche varie “Porte della Speranza“ interdiocesane, che riguarderanno cioè entrambe le Diocesi del Piceno.
Marzo: Porta di Speranza sul tema dell’economia con l’economista Luigino Bruni
A 600 anni dalla nascita del Beato Marco da Montegallo, si ricorderà il gruppo di Francescani che nel Quattrocento si inventò i Monti di Pietà e i Monti Frumentari, una sorta di microcredito per i poveri. Tra l’altro il primo Monte Frumentario si trova nel nostro territorio, a Paggese. L’evento sarà una buona occasione per rilanciare il tema della lotta all’usura e del microcredito.
Aprile: “Porta della Speranza” sul tema dell’ecologia con il presidente di Earth Day Italia Pierluigi Sassi
Già da tempo le due Diocesi del Piceno insieme organizzano questa giornata sul tema del rispetto dell’ambiente, coinvolgendo anche altre istituzioni, come ad esempio le Scuole Superiori del territorio e Unicam, l’Università di Camerino. Anche quest’anno l’evento si ripeterà con il coinvolgimento del presidente Sassi, che cura tutte le iniziative ecologiche della piattaforma “Laudato Si’” della Santa Sede.
Maggio: “Porta della Speranza” sul tema del lavoro con i lavoratori della Beko di Comunanza
L’evento avrà un focus particolare sulle aree interne e sarà quindi un’occasione per riportare al centro del dibattito il problema dello spopolamento che le comunità interne stanno vivendo da alcuni anni.
Giugno: “Porta della Speranza” sul tema del sovraffollamento delle carceri con il cardinale Matteo Maria Zuppi e i Giornalisti Cattolici
L’evento coinvolgerà i detenuti del carcere di Marino del Tronto, che, seppur prevede la presenza di cinque carcerati psichiatrici, attualmente ne ospita quarantatré. Nell’occasione verrà organizzato anche il Convegno dei Giornalisti della FISC (Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici), così da portare alle luci della ribalta questo tema delicato e spesso dimenticato dalla stampa e dalla società civile.
Novembre: “Porta della Speranza” sul tema della povertà con le Caritas Diocesane
Il vescovo Palmieri e il prof. Palestini, in qualità di vicedirettore di Caritas San Benedetto del Tronto, hanno indirizzato il discorso sulla situazione locale, illustrando ai Sindaci il Rapporto Povertà 2024 relativo alla Provincia di Ascoli Piceno e commentando alcuni dati relativi ai Comuni del territorio diocesano.
Mons. Palmieri ha infine concluso il suo intervento, accennando anche ad altre “Porte della Speranza” che verranno realizzate durante l’Anno Giubilare, ma delle quali al momento non si conoscono le date precise: una sarà sul tema dell’alleanza scuola – famiglie – parrocchie, mentre un’altra sarà dedicata alla speranza verso il tema della morte.
L’incontro, che è terminato con un momento di convivialità e con il tradizionale brindisi di Natale, è stato anche l’occasione per un confronto con i primi cittadini e gli amministratori delle comunità della Diocesi truentina, i quali hanno suggerito di aprire una “Porta della Speranza” anche per il mondo della politica, idea sulla quale si può lavorare nei prossimi mesi.