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La chef si racconta: Giorgia Ciarrocchi, un percorso dalla Cucina alla dolce arte della pasticceria

SAN BENEDETTO DEL TRONTO Giorgia Ciarrocchi, 29 anni, dopo il diploma all’Istituto Tecnico Commerciale di San Benedetto del Tronto, si alterna per un periodo il lavoro come ragioniera a quello di barista, fino ad arrivare nel mondo della ristorazione, dove viene coinvolta nel progetto sociale “Centimetro Zero”. Tale progetto gli ha permesso di coltivare la passione per la cucina e l’opportunità di entrare in contatto con la realtà sociale delle persone con disabilità, coinvolgendole nelle attività lavorative. Nello stesso tempo amplia le competenze professionali formandosi presso l’Accademia Chefs, scuola di Cucina di San Benedetto del Tronto. Successivamente, si avvicina al mondo della pasticceria studiando tutte le tecniche per produrre dolci di qualità. Entra a far parte della cooperativa ed insieme decidono di espandere l’offerta gastronomica aprendo un laboratorio di cioccolateria, dove Giorgia, oggi, si occupa della gestione della produzione.

Come ti descrivi in tre parole?
Sensibile, umile e premurosa.

Come nasce la tua passione per la cucina?
La mia passione per la cucina nasce fin da bambina, quando giocavo con mia madre e mia nonna, impastando acqua e farina.

Il primo sapore che ricordi
Il profumo del sugo della mamma la domenica mattina, appena sveglia. È una sensazione che potrei ancora percepire nell’aria

Cosa devono esprimere i tuoi piatti?
Quella sensazione di piacere dopo aver assaporato un dolce, un gusto che resta e che ti spinge a ritornare per riviverlo.

Qual è il piatto che più ti rappresenta?
Da buona tradizionalista, il tiramisù.

Quale ingrediente non manca mai nella tua cucina?
Cioccolato e vaniglia, senza dubbio.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
la carbonara, il tiramisù e gli arrosticini.

La comunicazione e i social quanto sono importanti per il tuo lavoro?
Oggi i social sono indispensabili per farsi conoscere da un pubblico più ampio e per mostrare aspetti della preparazione che molti non conoscono.

Cosa consiglieresti ad uno chef emergente che vuole intraprendere la tua strada?
La determinazione è fondamentale per farsi strada. Oggi ci sono molte più competenze e possibilità di scelta, e questo è un bene.

Quando vai a mangiare in altri ristoranti quali sono le cose che noti di più?
La pulizia e l’accoglienza sono essenziali. E naturalmente, la qualità della materia prima e del piatto sono prioritarie.

Quali sono le figure da cui hai tratto ispirazione durante il tuo percorso professionale?
Mi piace imparare da chiunque possa offrirmi qualcosa. Sicuramente la pasticceria di Iginio Massari è un riferimento per me, insieme a Grolet e Maurizio Santin.

Per chi ti piacerebbe cucinare una cena speciale?
Per la mia famiglia.

Chiudo con una domanda… Se dovessi regalarti del tempo come lo sfrutteresti?
Viaggiare è una delle mie passioni più grandi. Girare il mondo alla ricerca di nuovi sapori è un modo fantastico per trarre ispirazione.

Stefano Nico: