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“Ieri non hanno lasciato entrare il patriarca a Gaza come avevano promesso e ieri sono stati bombardati bambini. Questa è crudeltà, non è guerra”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza alla Curia Romana per gli auguri natalizi, nell’Aula della Benedizione, in Vaticano, parlando a braccio. Il tema sul quale si è soffermato quest’anno nella sua allocuzione è “parlare bene e non parlare male degli altri”. “Un’espressione dell’umiltà e tratto essenziale dell’incarnazione e del Natale del Signore”. “Dite bene e non dite male degli altri. Nel nostro caso delle persone che lavorano in ufficio con noi, dei colleghi, dei superiori, di tutti”. Soffermandosi sulla strada dell’umiltà, il Papa ha indicato la via: “Esercitarsi nell’accusare se stessi”, ricordando le parole di Doroteo di Gaza. “Quel luogo – ha rimarcato Francesco – che adesso è sinonimo di morte e distruzione ma che è una città antichissima dove nei primi secoli del cristianesimo fiorirono monasteri e grandi maestri”. “Accusare se stessi è un mezzo, ma è indispensabile. E’ la radice di fondo che permette di dire no all’individualismo e sì allo spirito comunitario, allo spirito ecclesiale. Chi si esercita nella virtù di accusare se stessi diventa libero dai sospetti e lascia spazio all’azione di Dio che crea l’unione dei cuori”. “Se ciascuno progredisce su questa strada può nascere una comunità. Se uno vede un difetto in una persona, si può parlare solo con tre persone: con Dio, con quella persona o con chi nella comunità può prendersi cura di quella persona. E niente di più”.