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Mao Valpiana: “Mai come oggi la pace è necessaria e urgente”

(foto eirenefest.it)

“Qualche anno fa papa Francesco parlò di ‘guerra mondiale a pezzi’; ora quei pezzi sembra si stiano saldando, e un clima pre-bellico, di paura, di smarrimento collettivo, pervade il mondo intero”. Parte da questo angoscioso scenario mondiale Mao Valpiana per commentare il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace che si celebra oggi, 1 gennaio. Mao Valpiana è una delle figure più autorevoli della nonviolenza in Italia. Ha partecipato nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui è stato segretario nazionale. Durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un’azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per “blocco ferroviario”, è stato assolto). E’ oggi presidente del Movimento Nonviolento e membro dell’esecutivo della Rete italiana Pace e Disarmo. “I conflitti a noi più vicini, in Ucraina e in Palestina, ma anche le cosiddette guerre dimenticate in Africa, con la più devastante nel Sudan, e in oriente – spiega -, vanno visti come parte di uno scontro più ampio tra le potenze economiche e militari che stanno ridisegnando la geo politica mondiale.

Ma quando le tenebre si fanno buie, anche una piccolissima fiammella può scacciarle”.

Condonare debiti, proteggere la vita, no alle armi. Il papa indica una road map molto concreta. Lei è presidente del Movimento Nonviolento in Italia. Cosa la colpisce di più della visione della pace di papa Francesco?

Papa Francesco è l’unico leader mondiale che ha il coraggio di parlare di pace, mentre tutti gli altri si fanno interpreti della chiamata alle armi. Papa Francesco ci invita sempre a “pregare per la pace”, ma dice anche “lottate per la pace”, un modo chiaro per indicare sia la strada spirituale che quella politica per un impegno completo e globale, personale e collettivo. La pace non sarà un dono calato dall’alto, ma sarà una conquista che crescerà dal basso. Ho trovato estremamente significativo che Papa Francesco alla Conferenza europea dei giovani nel 2022 abbia indicato la figura di Franz Jägerstätter, il giovane contadino austriaco che, a motivo della sua fede, fece obiezione di coscienza di fronte all’ingiunzione di giurare fedeltà a Hitler e di andare in guerra. Indicare oggi ai giovani come modello la figura di un obiettore di coscienza che rifiutò il servizio militare, è un gesto di grande profezia che ci fa comprendere in pieno la scelta di Papa Francesco di titolare la giornata della pace del 2017, “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”.

Il Papa chiede di destinare “almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico”. È da utopisti credere che queste parole siano ascoltate?

No, utopia è sperare di farla franca continuando ad investire nell’industria bellica, anziché nelle politiche di pace.

La proposta del Papa è in sintonia e continuità con quella dei premi Nobel di un dividendo globale per la pace: i governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite negozino una riduzione comune delle loro spese militari del 2% ogni anno, per cinque anni. La logica della proposta è semplice: le nazioni avversarie riducono le spese militari, quindi la sicurezza di ogni paese è aumentata, mentre deterrenza e equilibrio sono preservati. I Nobel firmatari propongono che metà delle risorse liberate da questo accordo siano destinate a un fondo globale, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, per affrontare i gravi problemi comuni dell’umanità: pandemie, cambiamenti climatici e povertà estrema. L’altra metà resterebbe a disposizione dei singoli governi. La pace costa meno della guerra, e rende di più!

In un mondo così teso come quello attuale, dove il traffico delle armi tira l’economia mondiale, quale chance ha oggi la pace?

Mai come oggi la pace è necessaria e urgente. Ora o mai più, si potrebbe dire. Non dobbiamo lasciarci scoraggiare, perché la pace è letteralmente nelle mani di ognuno di noi. E le mani dell’umanità hanno fatto grandi opere nella storia; i migliori progressi nella scienza, nella tecnica, nelle arti, sono stati fatti in tempi di pace e cooperazione tra i popoli. La nonviolenza, diceva Gandhi, è la più grande forza che l’umanità abbia a disposizione. Questa forza passa attraverso le nostre mani, il nostro impegno.

Date una possibilità alla pace, cantava John Lennon. Questa possibilità è oggi, non ieri, non domani. Se ci crediamo, la vita (pace) vince sulla morte (guerra).

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