Di Stefania Mestichelli

PROVINCIA – Cosa si intende per benessere equo e sostenibile? Il nostro vivere bene è legato solo alla disponibilità economica? La provincia di Ascoli, per esempio, registra un profilo di benessere elevato seppure con pensioni e stipendi più bassi rispetto alla media nazionale fotografata dall’Istat. Questo significa che il benessere del cittadino è dato da una serie di indicatori che complessivamente vanno a definire la qualità della vita.

L’ISTAT diffonde la seconda edizione del report BesT delle Marche, che delinea i profili di benessere equo e sostenibile della regione e delle rispettive province. Il report analizza la regione e le sue province evidenziando i divari rispetto all’Italia, i punti di forza e di debolezza, oltre alle evoluzioni recenti. Il Rapporto disegna di fatto un quadro di luci e ombre. Ci sono i miglioramenti in campo economico, ma sull’ambiente si registrano peggioramenti. Persistono forti disuguaglianze di genere e territoriali.

Ne ha parlato Veruska Cestarelli a radio Ascoli, questa settimana, intervistando la dottoressa Roberta Palmieri Dirigente Ufficio Territoriale Istat.

Cosa si intende per benessere equo e sostenibile?

Noi sappiamo che il benessere fino a poco fa era collegato alla situazione economica. Oggi questo è un concetto superato. Come ha scritto Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, si potrebbe essere agiati senza stare bene, si potrebbe stare bene senza essere in grado di condurre la vita desiderata, si potrebbe avere la vita che si era desiderata senza essere felici, si potrebbe essere felici senza avere molta libertà, si potrebbe avere molta libertà senza avere molto. Non necessariamente il nostro benessere è legato a doppio filo con la disponibilità economica che abbiamo in tasca.

Qual è la situazione nella nostra regione?

Le Marche hanno un profilo di benessere elevato, anche se ci sono luci e ombre.

Qual è la provincia con i maggiori contrasti?

Nelle diverse province si rilevano molte differenze. Ad esempio, Fermo è la provincia con più indicatori nelle classi estreme: ne ha un terzo nelle classi alte o medio basse e la metà nella classe alta.

Nel Piceno e nel Fermano qual è il risultato nell’ambito salute dei cittadini?

È interessante notare che qui si rilevano i valori più bassi rispetto alla mortalità per incidenti stradali nell’età critica, tra 15 e 34 anni, pari a 0.3 per 10mila abitanti, quando nelle Marche è quasi a 1. La provincia di Fermo, però, presenta la maggiore incidenza di mortalità per demenza e malattie del sistema nervoso nella popolazione anziana, anche se questo dato andrebbe inquadrato nella struttura dell’età della popolazione.

Cosa possiamo dire sul lavoro e sulla conciliazione con i tempi di vita nel Piceno?

Ascoli Piceno, tra tutte le province marchigiane, ha di gran lunga la minore quota di mancata partecipazione al mercato del lavoro giovanile, è pari all’11 per cento, mentre nelle altre province marchigiane va dal 18 per cento in su e la media nazionale è del 27 per cento. Questo è un dato positivo. Tra le “ombre”, bisogna dire che Ascoli presenta il valore più basso di retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti e la maggiore incidenza di pensionati con reddito pensionistico di basso importo.

Parlando di ambiente, i valori dei territori piceno e fermano come vanno?

Interessante sottolineare che Fermo e Ascoli hanno una percentuale di dispersione di acqua nella rete idrica molto bassa sia in ambito regionale sia nazionale. Infatti, ad Ascoli è del 25 per cento e a Fermo del 29 per cento, contro una media regionale del 34 per cento e nazionale del 42 per cento.

Ascolta l’intervista integrale

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