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Grottammare, grande partecipazione all’incontro con Marco Tarquinio sulla Pace

GROTTAMMARE – «La politica è il contrario della guerra. O meglio, la politica è l’antidoto alla guerra. Nel momento in cui la politica si rassegna alla guerra, ha sconfitto se stessa, perché sta svuotando se stessa. La non partecipazione, il non sentirsi in grado in incidere nei processi, porta a ritrovarsi arruolati dentro le guerre che combattiamo».
È iniziato con queste parole del giornalista Marco Tarquinio l’incontro che l’associazione “Altro Orizzonte ha organizzato presso la Sala Consiliare del Comune di Grottammare, per la presentare il suo libro “Combattere la guerra, scritto da Tarquinio insieme a padre Antonio Spadaro e a Sandro Calvani, con la prefazione del cardinale Matteo Zuppi.
A moderare l’evento è stato il presidente dell’associazione “Altro Orizzonte“, il dott. Simone Incicco.
Presenti, tra il pubblico, numerose personalità di spicco della politica e dell’informazione locali, oltre che della società civile: il dott. Alessandro Rocchi, sindaco di Grottammare; il prof. Fernando Palestini, direttore per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e vicedirettore di Caritas Diocesana; la giornalista Sandra Amurri, il dott. Antonello Maraldo, direttore generale della Asp Potenza – Basilicata, già presidente della Fondazione Salesi onlus e direttore Inail nelle Province de L’Aquila e Teramo.

Tarquinio, che nel 2024 è stato eletto europarlamentare come candidato “indipendente”, è uno dei protagonisti del mondo del giornalismo italiano: tra i vari incarichi ricoperti, è stato direttore del quotidiano cattolico “Avvenire” per ben quattordici anni e consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali per la Santa Sede per cinque anni. Attualmente è anche vicepresidente della Società Dante Alighieri ed è Accademico d’onore dell’Accademia di Belle Arti di Perugia “Pietro Vannucci”.

Da sempre impegnato a favore della pace, Tarquinio ha spiegato che «combattere la guerra può essere inteso anche in un altro significato rispetto a quello classico di imbracciare le armi, uccidere altri esseri umani, sconfiggere il nemico e quindi divenire il vincitore assoluto. Combattere la guerra può significare anche schierarsi contro la guerra, non per sconfiggere altri nella guerra, ma per sconfiggere la guerra stessa. Il libro nasce proprio da questa riflessione fatta a Milano, durante un incontro organizzato per parlare di pace. Potrei dire che il libro sia nato quasi a mia insaputa, mettendo insieme le considerazioni espresse durante quel consesso».

L’autore ha poi proseguito la presentazione della sua opera, sottolineando l’alto numero dei conflitti attualmente in corso nel mondo e l’enorme quantità di risorse impiegate per gli armamenti: «Quello che abbiamo davanti è un bivio drammatico. I conflitti in atto, infatti, sono tantissimi. È impressionante vedere quante guerre risucchiano le risorse della nostra umanità! Oltre alle risorse impiegate nel commercio di armi, pensate all’alto prezzo che viene pagato per ricostruire le distruzioni provocate dalle guerre. In Ucraina, ad esempio, hanno distrutto le case della gente, gli ospedali, le scuole, gli aeroporti. E noi vediamo solo la metà del fronte, perché Putin non vuole farci vedere quello che avviene in Russia, anzi non vuole neanche che si parli di guerra, bensì di speciale operazione militare. Invece è guerra ed è una guerra tra fratelli. Non a caso papa Francesco parla di “cainismo“, il fratello che uccide il fratello. È un gemellicidio: si tratta infatti di due popoli diversi, ma con storie estremamente collegate. Gli effetti della armi russe noi li vediamo in Ucraina; al contrario gli effetti delle armi occidentali in Russia non ce li fanno vedere. Se però vogliamo farci un’idea, possiamo guardare Gaza: lì gli effetti delle nostre armi sono molto evidenti».

Parlando poi di cosa la politica possa fare concretamente per la pace, l’europarlamentare Tarquinio ha ricordato i padri e le madri fondatori dell’Europa e di come, sin dall’inizio, abbiamo operato per la pace: «Il cammino verso la pace è fatto di politici lungimiranti che hanno saputo cambiare tutto. Io dico sempre che in politica esistono sempre due figure: gli uomini di confino e gli uomini di confine. I primi sono quelli del fascismo battuto a Ventotene, di cultura di sinistra, anche discretamente mangiapreti e anticlericali, Eugenio Colorni e la moglie Ursula Hirschmann, che poi, rimasta vedova, sposerà Altiero Spinelli. Queste figure di donne e di uomini hanno saputo pensare ad un futuro d’Europa, agli Stati Uniti d’Europa, mentre erano sbattuti su un’isoletta, resi impotenti di tutto, non potevano neanche parlare, eppure sognarono quello che noi oggi stiamo provando a realizzare. Gli uomini di confine invece, sono quelli nati sul confine, come i francesi Paul Reynaud e Jean-Baptiste Nicolas Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer e il trentino Alcide De Gasperi. Sapete chi era il consigliere politico di De Gasperi, mentre sognava questa Europa? Altiero Spinelli. Sì, proprio lui, perché i laici e i cattolici democratici, le cose le hanno fatte sempre insieme, quando si è trattato di grandi imprese. Poi c’è un altro uomo che ha contribuito alla storia dell’Europa e che viene da un posto isolato, dalla Sardegna: si tratta di Enrico Berlinguer, che ha preso la storia del Partito Comunista, che non era nel laboratorio iniziale della costruzione dell’Europa, e ce l’ha portata dentro, con i suoi ideali, con un’adesione totale e convinta. Uno dei suoi libri più celebri si intitola “La pace prima di tutto“».

Durante l’incontro, parlando delle armi di guerra, Tarquinio, si è soffermato in particolare su due di esse: «Prima di tutto lo stupro, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana a Strasburgo. Purtroppo lo stupro è ancora oggi un’arma di guerra diffuso e praticato ovunque. È sistematico. Poi la bomba. Non esistono bombe intelligenti, che distruggono l’essenziale e salvano il resto. Niente si salva, quando arriva una bomba. E quando arriva una bomba, si avvelena la vita per generazioni. Le bombe a grappolo sono strumenti che continuano ad uccidere anche quando la guerra è formalmente finita, lo fanno per anni ed anni, come è successo in Kosovo».

Ha infine concluso Tarquinio: «Come dice papa Francesco, i buoni e i cattivi sono da tutte e due le parti. L’idea che i buoni siamo sempre noi, non ci porta da nessuna parte. È chiaro che noi stiamo sempre dalla parte delle vittime, di chi viene aggredito. Tuttavia le cause delle guerre sono complesse. Allora dobbiamo ricordarci di questa verità semplice: quelli giusti sono quelli che non ammazzano; gli eroi sono quelli che decidono di non ammazzare, soprattutto nel mondo in cui stiamo vivendo».

Al termine della presentazione del libro, la poetessa Eva Capriotti ha letto il messaggio che papa Francesco ha scritto per la Giornata Mondiale della Pace, che si celebrerà il 1° Gennaio 2025 e che quest’anno avrà come tema “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”.
A seguire il giornalista Tarquinio ha risposto alle domande dei presenti, spaziando dalle sue considerazioni sulla figura del Pontefice a quelle sul ruolo dell’ONU e del suo segretario Antonio Guterres, dal “nuovo Umanesimo” a cui l’Europa è chiamata alla situazione della Sinistra Europea, dalla promessa di Trump di riportare la pace in Europa alla costruzione della pace dal basso. A tal proposito Tarquinio ha rivolto a tutti un invito a disarmare anche le parole: «Un atteggiamento pacifico e non violento non significa un atteggiamento debole, rinunciatario o poco chiaro. Purtroppo siamo abituati al contrario, al fatto che comportamenti che sviliscono l’avversario siano . Questo, nella vita di tutti i giorni, significa che dobbiamo rifuggire ogni modalità violenta, anche verbalmente. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è la dimostrazione che si possa ricoprire un incarico pubblico importantissimo, dicendo in maniera molto chiara come stanno le cose, senza però utilizzare la scimitarra del duello all’ultimo sangue.  Possiamo scegliere di abitare la storia con l’atteggiamento di Cristo, il quale si assume tutto il peso della carne, della sofferenza del mondo, degli errori del mondo, senza alcun moto di violenza, prendendosi il suo piccolo pezzo di responsabilità, e ci mostra che essere piccoli non significa essere insignificanti».

L’incontro, patrocinato da diversi enti locali e sostenuta da realtà territoriali del calibro della Pro Loco di Grottammare e dell’associazione “Lido degli Aranci APS Grottammare, è stato un’ottima occasione per esplorare l’impegno per la pace in un mondo segnato da conflitti e tensioni e per sensibilizzare sulla necessità di promuovere percorsi di dialogo e di contrasto alla guerra in tutte le sue forme.

 

 

 

 

 

 

 

Carletta Di Blasio: