OFFIDACresciuto in una famiglia appassionata di cucina, Gianmarco Di Girolami ha coltivato fin da giovane un amore per la gastronomia, che lo ha portato a intraprendere una carriera dedicata all’arte culinaria. La sua cucina riflette un profondo rispetto per le tradizioni marchigiane, arricchito da un approccio innovativo che rende i suoi piatti moderni e originali. Oltre al suo lavoro come chef, Gianmarco si è affermato come ambasciatore della cucina marchigiana a livello internazionale, partecipando a numerosi eventi globali, tra cui la “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, dove ha rappresentato con orgoglio le eccellenze enogastronomiche delle Marche.

Come ti descrivi in tre parole?
Umile, determinato, ma anche un po’ ambizioso.

Come nasce la tua passione per la cucina?
Sono nato nell’attività di famiglia, che nel 2025 festeggerà i suoi 63 anni. Cresciuto tra le coccole delle nonne, non potevo che respirare l’amore e la passione per la cucina. Fin da piccolo mi dilettavo a impastare, preparare e friggere i dolci di Carnevale. Avevo appena 6 anni! Oggi sarebbe impensabile, ma condivido le parole di un recente chef premiato con tre stelle Michelin: “Bisognerebbe riportare nelle scuole primarie la passione per la cucina, facendo giocare i bambini con le mani, magari preparando tortellini”.

Il primo sapore che ricordi?
Non ricordo il primo sapore con esattezza, ma il primo odore che inebriava la casa è quello del sugo di mia nonna. L’assaggio era un rito immancabile.

Cosa devono esprimere i tuoi piatti?
I miei piatti devono trasmettere semplicità nel senso più profondo, evocando ricordi attraverso gusti autentici. Al tempo stesso, cerco di innovare con tecniche di lavorazione moderne e accostamenti inaspettati.

Qual è il piatto che più ti rappresenta?
Amo lavorare con le mani e sperimentare. Mi diverto con accostamenti, ripieni e diversi tipi di sfoglia. Senza dubbio, la pasta ripiena è il piatto che mi identifica di più.

Quale ingrediente non manca mai nella tua cucina?
Cambio spesso i menù per valorizzare nuovi prodotti, prediligendo il vero Km 0 e i legami con il territorio. Tuttavia, se dovessi scegliere un ingrediente imprescindibile, direi l’amore per il mio lavoro.

Quali sono i tre piatti da provare almeno una volta nella vita?
La cucina italiana è un mosaico di sapori e tradizioni. Ogni viaggio, che sia in Italia o all’estero, mi spinge a immergermi nelle tradizioni locali. A casa mia, però, vince sempre lo spaghetto al pomodoro e basilico.

Quanto è importante il territorio e la selezione degli ingredienti?
Il legame con il territorio è fondamentale. Partecipo spesso a eventi che valorizzano i prodotti locali, ma credo che ogni territorio offra eccellenze che possono arricchire la nostra cucina. La cucina fusion ne è la prova.

Quanto conta la sintonia tra chef e brigata di cucina e sala?
La sinergia tra cucina e sala è essenziale. Un ristorante di successo si basa sul gioco di squadra: ogni ingranaggio deve funzionare con la stessa energia e determinazione.

Quanto sono importanti i social per il tuo lavoro?
Oggi i social sono fondamentali per comunicare il proprio lavoro e rafforzare il brand. Tuttavia, un uso eccessivo o una comunicazione sbagliata possono avere effetti negativi.

Che consiglio daresti a uno chef emergente?
Essere curiosi: viaggiare, esplorare nuovi sapori e sperimentare accostamenti. Questo amplia gli orizzonti e arricchisce la propria visione culinaria.

Cosa noti quando mangi in altri ristoranti?
Ogni ristoratore ha un suo stile. Mi piace confrontare il loro servizio e le loro preparazioni con le mie, per capire come migliorare l’esperienza dei miei clienti.

Chi ti ha ispirato nel tuo percorso professionale?
Le mie nonne sono state le prime fonti di ispirazione. Nel mio percorso ho avuto anche grandi maestri e amici, dai quali ho appreso piccoli segreti. Non si smette mai di imparare, nemmeno dall’addetto alle consegne.

Per chi cucineresti una cena speciale?
Per chi amo, trasmettendo tutto il mio mondo attraverso i piatti. Ma cucinerei volentieri anche per chi ne ha bisogno.

Se avessi del tempo libero, come lo sfrutteresti?
Girerei il mondo alla scoperta di nuovi luoghi e sapori, immergendomi nella cucina autoctona, anche nei posti più insoliti.

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2 commenti

  • Carbonari Nazzareno
    15/01/2025 alle 14:07

    nella vita è importante scegliersi la propria professione e fare tutto con piacere rincorrere i profumi e..tornare indietro finché non li trovi bravo e che la tua storia appassioni tante persone un abbraccio

  • Mario Nardi
    20/01/2025 alle 00:30

    Mitico Gianmarco, giovanissimo e già superchef. Intervista a tutto campo come i grandi artisti . Le parole contano poco più di zero sono i fatti concreti che fanno la storia. Le persone non si contano, si pesano.

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