“Le povertà diffuse, la carenza di strumenti sociali di supporto alle famiglie, la marginalità aumentata negli ultimi anni insieme con la disoccupazione e la precarietà del lavoro sono fattori che scaricano sui più piccoli il prezzo maggiore da pagare”.
Lo ha denunciato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi in Aula Paolo VI, dedicata ancora una volta ai bambini. “Nelle metropoli, dove mordono il divario sociale e il degrado morale, ci sono ragazzini impiegati nello spaccio di droga e nelle più disparate attività illecite”, il grido d’allarme di Francesco: “Quanti di questi ragazzini abbiamo visto cadere come vittime sacrificali! A volte tragicamente essi sono indotti a farsi carnefici di altri coetanei, oltre che a danneggiare sé stessi, la propria dignità e umanità”. “E tuttavia, quando in strada, nel quartiere della parrocchia, queste vite smarrite si offrono al nostro sguardo, spesso guardiamo dall’altra parte”, ha osservato il Papa, che ha aggiungo a braccio: “C’è un caso, anche nel mio paese, di un ragazzino, Lujan, che è stato rapito e non si sa dov’è. E una delle ipotesi è che è stato mandato per togliere gli organi, per fare trapianti. E questo si fa: alcuni tornano con la cicatrice, altri muoiono. Per questo oggi voglio ricordare Lujan”. “Ci costa riconoscere l’ingiustizia sociale che spinge due bambini, magari abitanti dello stesso rione o condominio, a imboccare strade e destini diametralmente opposti, perché uno dei due è nato in una famiglia svantaggiata”, l’analisi di Francesco, secondo il quale si tratta di “una frattura umana e sociale inaccettabile: tra chi può sognare e chi deve soccombere”.