Le istituzioni, comprese quelle ecclesiali, e le imprese “possono fare la differenza spostando i loro investimenti verso compagnie che non usano e non permettono il lavoro minorile”.
Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata ancora una volta ai bambini, ha fatto notare che “molti Stati e organizzazioni Internazionali hanno già emanato leggi e direttive contro il lavoro minorile, ma si può anche fare di più”. “Esorto anche i giornalisti a fare la loro parte”, l’invito di Francesco: “possono contribuire a far conoscere il problema e aiutare a trovare soluzioni. Non abbiate paura: denunciate queste cose! E ringrazio tutti coloro che non si voltano dall’altra parte quando vedono bambini costretti a diventare adulti troppo presto. Ricordiamo sempre le parole di Gesù: ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’”. “Santa Teresa di Calcutta, gioiosa operaia nella vigna del Signore, è stata madre delle bambine e dei bambini tra i più disagiati e dimenticati”, l’omaggio del Papa: “Con la tenerezza e l’attenzione del suo sguardo, lei può accompagnarci a vedere i piccoli invisibili, i troppi schiavi di un mondo che non possiamo lasciare alle sue ingiustizie. Perché la felicità dei più deboli costruisce la pace di tutti”. E proprio con le parole di Madre Teresa, che danno voce ai bambini, Francesco ha concluso la catechesi odierna: “Chiedo un luogo sicuro dove posso giocare. Chiedo un sorriso di chi sa amare. Chiedo il diritto di essere un bambino, di essere speranza di un mondo migliore. Chiedo di poter crescere come persona. Posso contare su di te?”.