“Data la situazione socio-politica internazionale determinata dal cambio di Governo negli Stati Uniti d’America, siamo particolarmente preoccupati per il fenomeno migratorio. In particolare, dall’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, sono state formulate politiche migratorie avverse alla situazione dei migranti”. Lo scrivono i vescovi della Conferenza episcopale guatemalteca (Ceg), al termine della propria assemblea plenaria.
Prosegue la nota: “L’esperienza dei migranti, dal momento in cui lasciano la loro patria, durante il viaggio verso il Paese di destinazione, è segnata dalla sofferenza e dal dolore. La situazione si aggrava quando vengono catturati e deportati. Il sogno di un futuro migliore si sgretola. Dobbiamo riconoscere il valore del lavoro di questi eroi. I fratelli e le sorelle migranti hanno contribuito con oltre 21 miliardi di dollari di rimesse al Paese nel 2024. Questo contributo dei migranti è decisivo per mantenere la stabilità economica”.
I vescovi si occupano, inoltre, di altre piaghe e questioni sociali. In particolare, “il fenomeno della malnutrizione ha storicamente colpito i bambini del nostro Paese, ed è una delle cause dell’arretratezza e della mancanza di sviluppo umano. La sicurezza alimentare è un diritto di ogni persona, ma nel nostro Paese non esiste a causa di diversi fattori, come la mancanza di opportunità di partecipare alla generazione di ricchezza, la mancanza di accesso alla terra per coltivarla, la mancanza di istruzione, la mancanza di lavoro. Tuttavia, le politiche sociali dello Stato dovrebbero cercare di eliminare questa piaga che ha crudelmente colpito lo sviluppo del Paese.
Ancora, i vescovi lanciano l’allarme incendi, spesso dolosi, che lo scorso anno hanno causato la perdita di 37mila ettari di foresta, e si rivolgono al ministero degli Interni, facendo appello alla sicurezza, “alla luce delle situazioni che stanno affliggendo gli abitanti delle nostre città: omicidi, estorsioni, sequestri, rapine di ogni tipo, traffico di droga, ecc. Queste situazioni generano un’atmosfera di insicurezza e di ansia tra i cittadini, limitando le attività della popolazione che viene intimidita e persino minacciata attraverso le reti sociali per scopi criminali”.
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