DIOCESI – Si svolgerà Venerdì 14 e Sabato 15 Febbraio 2025, a Roma, presso il TH Carpegna Palace, un convegno dal titolo “Rete degli Amministratori Trieste”, un evento che, nell’intento degli organizzatori, dovrebbe essere una vera e propria “costituente degli amministratori cattolici“”.

Riprendendo lo stile della Settimana Sociale svoltasi a Trieste lo scorso Agosto 2024, l’appuntamento nasce da un percorso partecipato e vuole produrre un reale confronto su temi significativi, con una metodologia che parte dal basso e che fa sentire tutti protagonisti. Più che un semplice convegno, quindi, sarà il momento per ascoltare voci di un Paese che spesso la politica non riesce ad ascoltare, e per valutare insieme obiettivi, progetti, modelli organizzativi, appuntamenti che rendano sempre più visibile e concreta l’ambizione dei cattolici italiani di essere costruttori di una nuova stagione della democrazia in Italia.

Queste le parole di Franco Veccia, da pochi giorni delegato regionale per la Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato, oltre che direttore dello stesso Ufficio Pastorale per la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto: «In un tempo in cui quasi più nessuno spende il suo tempo per suscitare nuove vocazioni alla politica, i cattolici sono chiamati a far riscoprire la bellezza di un impegno gratuito e qualificato per il bene comune, chiedendo ai migliori talenti del nostro Paese di spendersi generosamente. Come ci ha più volte ricordato papa Francesco, non si tratta di occupare spazi, bensì di generare processi e portare un contributo originale e prezioso alle sfide che la società contemporanea ci pone, lasciandosi ispirare dalla dottrina sociale della Chiesa, cuore dell’impegno politico cristiano».

Cos’è la “Rete di Trieste”?

È una rete trasversale di quasi 500 amministratori e operatori sociali provenienti da tutta Italia che si sono formati nelle associazioni, nei movimenti, nelle diverse realtà ecclesiali e che hanno scelto di condividere il loro impegno e la loro passione per la “città dell’uomo”, a prescindere dalle provenienze territoriali, partitiche o civiche.

Come nasce?

Dalla scelta degli amministratori presenti alla Settimana sociale dello scorso luglio, di autoconvocarsi in un’assemblea sorprendentemente ricca di contenuti e di entusiasmo. Da lì, in pochi mesi, e dopo numerosi appuntamenti sui territori, la Rete è diventata oggi un luogo di confronto aperto, libero e trasversale in cui discutere di progetti capaci di superare gli steccati di coalizioni e di polarizzazioni forzate che – come è sotto gli occhi di tutti – non fanno bene alla politica.
È stata – come ha detto monsignor Luigi Renna – una vera e propria «sorpresa dello Spirito», suscitata dall’invito del presidente Mattarella ad impegnarsi per una “democrazia compiuta” e da quello di papa Francesco che ci ha ricordato che «alla carità politica è chiamata tutta la comunità cristiana».

Quali sono gli obiettivi che si prefigge?

L’ambizione che anima gli iscritti alla “Rete di Trieste” non è quella di intervenire sul sistema dei partiti, ma di provare, prima di tutto, a rilanciare la partecipazione, cambiando il modo stesso di far politica.
La “Rete di Trieste” vuole provare a modificare radicalmente lo stile e l’agenda politica del Paese, dimostrando che ci possono essere temi condivisi anche fra diversi schieramenti. Gli organizzatori pensano che i cattolici possano tornare davvero protagonisti del dibattito pubblico in Italia, attraverso amministratori capaci di rimettere al centro i bisogni delle persone e delle comunità, attraverso i temi che incidono sulla vita dei cittadini: il problema della casa e il disagio giovanile, il welfare territoriale e le sfide ambientali, lo spopolamento delle aree interne, la protezione sociale e le nuove forme di partecipazione.
Per questo la “Rete di Trieste” non nasce per creare un nuovo micro partito o per animare correnti interne a quelli esistenti, ma vuole rendere evidente quanto decisivo sia ancora oggi il contributo dei cattolici e della Dottrina Sociale alla vita del Paese.

Verso una nuova stagione della democrazia che veda protagonisti i cattolici

Conclude il delegato regionale Veccia: «L’invito è rivolto a tutti gli amministratori, perché crediamo che la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica si possa recuperare soltanto ripartendo dalla credibilità di chi si impegna sui territori, accanto alle persone ed alle comunità, come è stato nella migliore tradizione del cattolicesimo nel nostro Paese, testimoniando un nuovo stile di azione che – come accadde ad esempio al tempo del popolarismo sturziano – offra risposte capaci di migliorare soprattutto la vita di chi ha meno e vive ai margini. Allora si realizzarono scuole, ospedali, il frantoio, il mulino, orfanotrofi, cooperative, società di mutuo soccorso, legittimando una nuova classe dirigente, riconosciuta e apprezzata, soprattutto perché capace promuovere opere concrete a favore della propria comunità.
In un tempo che vede, dopo la Settimana Sociale, una nuova attenzione al ruolo dei cattolici, abbiamo scelto di ribadire il messaggio che la Rete ha l’ambizione di uscire dalle logiche interne alle coalizioni e che il ragionamento su leadership e contenitori arriva dopo l’ambizione di dire qualcosa di nuovo e condiviso sul futuro del Paese, realizzando un modello di partecipazione meno polarizzata che provi a rispondere alla crisi profonda della democrazia così come ci hanno chiesto le giornate triestine».

Per informazioni e prenotazioni: Rete di trieste – Informazioni logistiche

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *