Rubrica lo Chef si racconta

GROTTAMMARE – Giovanni ha sempre sognato di diventare un cuoco. Fin da bambino, era affascinato dai profumi e dai sapori dei piatti che sua madre, originaria di Vieste, preparava e desiderava imparare a creare pietanze altrettanto deliziose. Crescendo, trascorreva le sue giornate aiutando suo padre a pescare e a vendere il pesce al mercato locale, ma il suo cuore era sempre rivolto alla cucina. Ogni sera, dopo il lavoro, si dedicava a sperimentare nuove ricette, utilizzando gli ingredienti freschi a sua disposizione.

Giovanni come ti descrivi in tre parole? Realistico, felice di aiutare gli altri e appassionato del mio lavoro.

Quali ricordi hai dei tuoi primi approcci al mare e al pesce? Il primo ricordo da bambino è stato l’incontro con Eligio, che pescava le cozze e mi insegnava il mare.

Come hai conciliato la tua esperienza come pescatore con le tecniche della cucina? Semplice, ho avuto la fortuna di avere un familiare pescatore, come mio padre, che con maestria mi ha insegnato le tipologie di pesce e i loro tempi. Mentre a casa avevo mia mamma, viestese, con cui condividevo la passione per la cucina e mi divertivo a preparare alcune pietanze.

C’è un piatto che rappresenta particolarmente la tua storia e le tue origini? Sicuramente il brodetto alla sambenedettese, in quanto mi insegnarono come veniva preparato direttamente a bordo, e non potendo utilizzare il vino, per la preparazione si utilizzava un miscuglio tra acqua e aceto o vino che si era acidificato. Il pescato utilizzato erano i pesci che avanzavano dalle reti. Oggi questo piatto rappresenta le tradizioni del nostro mare.

C’è un ingrediente del mare che vorresti valorizzare di più nella cucina italiana? Sì, l’angioletta, un pesce ancora sconosciuto ma molto simile alla mazzolina. Con questo ci preparerei un fumetto o addirittura un raviolo ripieno con le sue carni bianche e saporite.

Quale ingrediente non manca mai nella tua cucina? Sicuramente l’alloro di Grottammare.

Per chi ti piacerebbe cucinare una cena speciale? Se ne avessi la possibilità sicuramente per mio padre e mia madre… se invece dovessi pensare a uno chef contemporaneo sicuramente Antonino Cannavacciuolo, con cui mi rivedo un po’ a livello caratteriale.

Ultima domanda… Hai a cuore le signore che vengono tutti i giorni da te in pescheria, quale ricetta vorresti condividere con loro? Scegliere una ricetta ben definita sarebbe riduttivo, in quanto mi piacerebbe che ogni mia cliente scegliesse la mia ideologia di cucina… cioè lavorare solo il pescato del giorno fresco. Tra le altre cose spesso e volentieri do alcuni consigli su come valorizzare al meglio le pietanze.

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1 commento

  • Matteo
    29/01/2025 alle 15:14

    aggiungo che fare il cuoco e' una passione che tu Giovanni hai fino al midollo e riesci a trasmetterlo anche ai commensali e clienti

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