L’incontro, che è stato organizzato dall‘Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ascoli Piceno, in collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, la FISC e l’Ordine dei Giornalisti delle Marche.
L’intensa mattinata di lavori si è articolata in due momenti. Nella prima parte mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle due Diocesi del Piceno e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha presentato e commentato una riflessione sul messaggio che Papa Francesco ha diffuso in occasione della 59.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Nella seconda parte il prof. Giovanni Tridente, docente presso la Pontificia Università della Santa Croce e autore di “Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’intelligenza artificiale“, ha tenuto una lezione sull’intelligenza artificiale, sottolineandone le sfide e i benefici. A moderare l’incontro è stato don Giampiero Cinelli, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ascoli Piceno.
Il Vescovo Gianpiero Palmieri ha detto: “Il cuore esprime tutto il mondo interiore e il mondo interiore ci rende veramente umani”.
Ha inoltre evidenziato che l’intelligenza, privata delle emozioni, non porta necessariamente a una maggiore comprensione della realtà, poiché l’anima, secondo la Bibbia, rappresenta il respiro e la vita.
Il Vescovo Palmieri ha poi sottolineato: “Il Papa ha scelto come tema centrale la speranza, evidenziandone l’importanza nella società contemporanea. Ha poi evidenziato come la comunicazione debba nascere da un cuore che alimenta speranza, un cuore capace di scegliere e lottare per la verità e la giustizia.
Ha quindi delineato quattro punti fondamentali per essere comunicatori di speranza:
1. Disarmare la comunicazione: evitare la tendenza a semplificare la realtà in slogan che dividono il mondo in buoni e cattivi, una strategia spesso utilizzata a livello politico.
2. Contrastare la competizione e il dominio nella comunicazione: la comunicazione non deve essere strumentalizzata per il possesso e il controllo.
3. Evitare la dispersione dell’attenzione: le piattaforme digitali tendono a incasellare gli utenti in profili commerciali, distogliendoli dalla realtà autentica.
4. Suscitare speranza attraverso la narrazione: raccontare storie che ispirano fiducia nel futuro, anziché enfatizzare solo gli aspetti negativi della realtà.
Il Papa ha citato Don Tonino Bello, ricordando che i conflitti nascono dalla perdita di empatia e dalla dissolvenza dei volti. Ha inoltre ribadito che la speranza, nella tradizione cristiana, è una virtù concreta e attiva, non un’illusione. Studi condotti da Erikson negli anni ’70 hanno dimostrato che la speranza si sviluppa nei primi anni di vita, attraverso l’accoglienza e la cura ricevute, generando fiducia nell’esistenza.
La speranza è alimentata dallo Spirito Santo, che dona coraggio e determinazione. Il comunicatore di speranza custodisce questa fiducia dentro di sé e sa trasmetterla con dolcezza e rispetto, evitando di ridurre la realtà a schemi semplicistici e conflittuali.
Un concetto chiave introdotto dal Papa è stato l'”hopetelling”: la capacità di raccontare storie capaci di suscitare speranza nel cuore delle persone. Ha esortato a promuovere una comunicazione non ostile, che costruisca ponti e metta in luce il bene presente nella realtà”.
Nel corso dell’incontro, si è discusso anche del rischio della semplificazione e della manipolazione dell’informazione, soprattutto tra i giovani.
Il Vescovo Palmieri ha sottolineato la necessità di sviluppare un pensiero critico per contrastare la comunicazione distorta. Ha espresso preoccupazione per la crescente sfiducia nei confronti delle informazioni e per il rischio di isolamento nei social media, ribadendo l’importanza delle relazioni autentiche.
Si è inoltre affrontato il tema della deontologia giornalistica e del ruolo delle figure autorevoli nella società.
Il Vescovo ha ricordato episodi storici significativi, come la resistenza della Chiesa al fascismo, ribadendo la necessità di difendere la democrazia da ogni forma di totalitarismo sia di desta che di sinistra.
Nella seconda parte della mattinata, don Giampiero Cinelli, dopo aver evidenziato il valore della formazione per i giovani, ha dato la parola al prof. Giovanni Tridente, il quale ha approfondito il tema dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sul giornalismo, analizzando le opportunità e le sfide che l’IA pone nel settore dell’informazione.
Il corso ha rappresentato un’importante occasione di aggiornamento professionale e di confronto per tutti gli operatori della comunicazione, in un contesto di rapida innovazione tecnologica e cambiamento sociale.