Il regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo, in Nicaragua, non si ferma neppure davanti alla clausura. E martedì scorso ha “sfrattato” le monache Clarisse dai loro monasteri di Managua, Chinandega e Matagalpa. Un ordine giunto a venti mesi di distanza dalla cancellazione dello status giuridico dell’ordine religioso nel Paese, come, del resto, è toccato a tutti i francescani, alla cui “famiglia” appartengono anche le clarisse.
La ricercatrice e attivista Martha Patricia Molina, che mantiene un monitoraggio sempre aggiornato sugli attacchi e persecuzioni alla Chiesa in Nicaragua, ha denunciato, sui propri social, che alle religiose è stato intimato senza troppi preamboli di lasciare i loro luoghi di residenza. “È stato permesso loro di portare via solo pochi effetti personali, quanto bastava a malapena nelle loro mani. La maggior parte delle suore sono nicaraguensi. Non si sa dove si trovino”, ha denunciato l’avvocato. Si stima che almeno 30 monache siano state sfrattate. Sempre martedì, è stato pure denunciato il saccheggio della Curia vescovile di Matagalpa, residenza di mons. Rolando Álvarez, edificio, peraltro, già sequestrato dalla polizia dopo l’arresto del vescovo, avvenuto nell’agosto 2022.