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Libri: Milano e Assisi unite nel nome di Carlo Acutis

(Foto Diocesi di Assisi)

“Carlo Acutis sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi. Originali, non fotocopie” (Edizioni Francescane italiane)” è il titolo del volume presentato ieri nella chiesa milanese di Santa Maria Segreta, la parrocchia in cui il giovane che diventerà santo il 27 aprile pregava ogni giorno davanti al Tabernacolo. Il libro porta la firma del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno monsignor Domenico Sorrentino. A riflettere in una tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Radio24 Catia Caramelli, lo stesso vescovo Sorrentino, don Giuseppe Como, vicario episcopale per l’Educazione e la celebrazione della fede e per la pastorale scolastica, Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano, suor Monica Ceroni, già insegnante di Carlo all’Istituto Marcelline-Tommaseo, e Claudio Cogliati, presidente della Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, dove Acutis morì per una leucemia fulminante nel 2006. Sorrentino ha spiegato: “Mi sono molto interrogato sul fatto di avere Carlo vicino a me, fin dal 2006, quando sono arrivato come pastore ad Assisi. Penso che ci sia un disegno di Dio che lo ha voluto sulle orme di Francesco e io ho cercato di capire quanto questo incontro sia rilevabile: lo spiego in questo libro. Ma la questione che più mi interroga è la ‘Spogliazione’: lì Francesco si è spogliato delle vesti e Carlo – che nel breve videoclip che è quasi un testamento dice ‘io sono destinato a morire’ -, si spoglia con un sorriso della vita, quasi come il Francesco del ‘Venga sorella morte’. La spogliazione non è solo togliersi gli indumenti, ma darsi per intero a Gesù. Questo è il punto più profondo della santità di Acutis che lo pone accanto a Francesco di Assisi. Francesco continua il suo percorso per riparare la casa del Signore, facendosi aiutare da un ragazzo: il gigante e il bambino”.

Nel pomeriggio il vescovo di Assisi ha visitato la Casa circondariale di Busto Arsizio dove, dopo un momento di preghiera con i detenuti, sono seguite le testimonianze di alcuni di loro e precisamente quella di Emanuele, originario del Kosovo, che grazie al cammino in carcere, ha abbracciato la fede cattolica e ha ricevuto il battesimo nella cappella della casa circondariale e di Giosen, nigeriano, che ha vissuto in un villaggio cristiano e ha rievocato il doloroso ricordo di quando, durante la guerra, delle persone sono entrate in chiesa durante una celebrazione e hanno ucciso anche diversi membri della sua famiglia. Con fatica e dopo diversi maltrattamenti è arrivato in Italia, spiega un comunicato diffuso ad Assisi, e qui in carcere continua il suo percorso di fede e affida i suoi cari all’intercessione del beato Carlo. Infine è stato svelato un quadro raffigurante il primo santo millennial che è stato realizzato da uno dei detenuti. Il vescovo ha poi donato alla cappella del carcere una reliquia del beato Acutis.

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