ROMA – Partecipare in maniera attiva ai processi decisionali nelle comunità; stimolare un confronto improntato al dialogo e alla partecipazione; trovare linguaggi comuni e azioni condivise per perseguire il bene comune; curare la politica che ha un cuore ammalato, “perché è ammantata di individualismo”: sono questi gli obiettivi sui quali si sono confrontati gli amministratori italiani di ispirazione cristiana durante l’assemblea costituente “La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito”, che si è svolta a Roma, presso la Domus Mariae, venerdì 14 e sabato 15 febbraio.
L’appuntamento, sorto come prosecuzione dell’esperienza nata a Trieste in occasione della Settimana Sociale dei Cattolici nell’estate 2024, ha registrato la partecipazione di numerosi amministratori cattolici, militanti di partiti e appassionati di politica, provenienti da tutta Italia. Per le diocesi del Piceno era presente anche Franco Veccia, delegato regionale per la Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato, nonché direttore dello medesimo Ufficio nella Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
Queste le parole di Franco Veccia al termine della due giorni: “Da Trieste ci siamo spostati a Roma per aiutare la politica a ritrovarsi. E lo abbiamo fatto con una larga rete di amministratori, per affrontare con serietà e passione i veri problemi del Paese. Attraverso azioni concrete, con radici di formazione cristiana e con lo stile della gentilezza, senza cadere nelle trappole delle ideologie elettoralistiche. A Trieste abbiamo imparato lo stile dell’ ascolto reciproco e di una cordialità trasversale, che ho ritrovato in questi giorni a Roma. È passato il tempo in cui ci si guardava in cagnesco, pensando che ciascuno avesse la verità. ‘Ma la verità è qualcosa di leggero e come il vento dello Spirito è qualcosa che bisogna ascoltare insieme, con tanta profondità’.
La nostra Chiesa marchigiana proporrà questo stile, nell’ anno della Speranza, agli amministratori comunali, provinciali, regionali e ai parlamentari della nostra Regione. Sarà un cammino di formazione e azione per poter ridare un’anima alla politica e per far risvegliare la partecipazione democratica dei cittadini”.
Intenso il programma delle due giornate romane, durante le quali sono stati ospitati relatori di spicco ed affrontati temi di interesse nazionale e locale.
Nel pomeriggio di sabato 14 febbraio, dopo i saluti di Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Azione Cattolica Italiana, il primo intervento è stato di Elena Granata, vice presidente del Comitato organizzatore delle Settimane Sociali, la quale ha posto l’attenzione sui luoghi della democrazia: “Non esiste più uno spazio ‘prepolitico’ – ha detto –: ogni azione, ogni scelta è politica. È questo l’appello che emerge dal magistero di Papa Francesco. Oggi che la politica ha perso credibilità e consenso, dobbiamo riscoprire insieme la nostra comune vocazione verso le cose pubbliche e civili e, in forme diverse, tornare tutti a impegnarci in prima persona. Tornare a pensare la ‘Cosa Pubblica’ come cosa di tutti e di nessuno, che sopravvive solo se sappiamo rigenerarla e reinventarla. Francesco è politico quando parla di clima, ambiente e della natura sfruttata dalle attività umane. È politico quando promuove la fraternità universale. È politico quando difende il diritto alla casa, alla terra e a un lavoro dignitoso. È politico quando affronta i temi della pace, dell’intelligenza artificiale, della bellezza e dell’arte. Essere cristiani oggi significa riconoscere una vocazione universale, personale e collettiva alla politica. La politica, infatti, è lo strumento fondamentale per servire le persone, specialmente i più deboli e gli emarginati. È attraverso la politica che si possono trovare soluzioni concrete per rispondere al grido dei poveri e della Terra, entrambi minacciati da guerre e dalla crisi climatica”.
“La democrazia è tale se ‘si fa luogo’, se si incarna nelle storie locali, che poi diventano domande, servizi e istituzioni per tutti – ha proseguito Granata –. Prima di tutto, infatti, viene la persona, il capitale sociale, l’idea che l’individuo esiste solo nella relazione con gli altri. O la democrazia diventa corpo e luogo oppure si spegne. Pertanto non bastano le buone pratiche isolate: serve una visione politica, un agire pensante, un agire che nasce dal pensiero. Serve riannodare il filo tra l’agire e il pensare. I principi non dicono niente, se non diventano una storia che inizia. Ecco allora la necessità non tanto di stare al centro, bensì di stare nel mezzo: nelle corsie degli ospedali, tra i lavoratori, in mezzo alla gente. Siamo di fronte ad un appuntamento con la storia. Oggi stiamo parlando di valori non notiziabili, di cose irrilevanti per la politica e per i media, ma spero che qualcuno sappia trarne profitto”.
Il pomeriggio è proseguito con una tavola rotonda sul tema “La democrazia del ‘noi’: i molti volti dell’impegno dei cattolici”. A relazionare sono stati Paolo Ciani, deputato e segretario di Democrazia Solidale, Paola Binetti, già segretaria della Presidenza del Senato, Giuseppe Irace, segretario dell’associazione Per (le persone e la comunità), Ernesto Maria Ruffini, già direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Giorgio Vittadini, docente di Statistica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Ha moderato l’incontro il noto giornalista Marco Damilano, il quale, parlando di desertificazione democratica accanto a quella climatica, ha sottolineato come nella società contemporanea le comunità siano spesso spezzate e restino nella solitudine i vulnerabili, come i poveri, i giovani, gli anziani.
L’ultimo intervento è stato, invece, di Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, il quale ha affermato che “la rete non sarà un partito, ma un luogo spiazzante, rivoluzionario”, capace di mettere in campo un “nuovo stile di azione” attraverso il quale “trovare risposte per migliorare la vita, a partire da quella di chi è a margini”. Russo ha anche chiesto un applauso per il presidente Sergio Mattarella, per mostrargli vicinanza a seguito degli attacchi che ha subito dal Governo russo per le recenti parole pronunciate a Marsiglia sull’invasione dell’Ucraina. I presenti hanno tributato al Capo dello Stato una standing ovation.
La serata si è chiusa con le attività svolte da vari gruppi di lavoro su alcuni temi caldi del momento: l’ambiente e la città pubblica; i giovani e l’innovazione sociale l’economia, il consumo critico e le reti sociali; le emergenze sociali, come il cohousing, la tutela dei richiedenti asilo politico, il welfare inclusivo e l’invecchiamento della popolazione.
Sabato 15 febbraio i partecipanti alla costituente hanno potuto ascoltare gli interventi di mons. Luigi Renna, presidente del Comitato delle Settimane sociali, e di Antonio Campati, dell’Università Cattolica. È seguita una tavola rotonda su come “amministrare con concretezza per riavvicinare i cittadini alla politica”, coordinata da Marco Ferrando, vicedirettore di Avvenire. Sono intervenuti Alberto Felice De Toni, sindaco di Udine, Margherita La Rocca Ruvolo, deputata Ars e sindaca di Montevago, Claudia Porchietto, sottosegretaria Regione Piemonte, Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria. Nella tarda mattinata si è dato spazio al tema dei giovani, in particolare di quello che la politica può imparare dai giovani. Sono intervenuti Bernard Dika, portavoce della presidenza della Regione Toscana, Giulia Milani, comunità di Connessioni, Eugenio Russo, di Conthackto, Margherita Scalzi, consigliera Municipio 4 di Milano.
La giornata si è conclusa con la testimonianza su alcuni laboratori di partecipazione, fatta da Argia Albanese, Mppu, Leonardo Becchetti, Piano B, Francesco Scoppola, Agesci, e Daniela Storani, Argomenti 2000.
Cinque i temi avvertiti come prioritari al termine dei lavori assembleari e che saranno oggetto di ulteriori incontri e confronti:
- giovani e community: dalla solitudine alla condivisione
- azioni per un welfare inclusivo
- cittadinanza attiva e patti di collaborazione
- spopolamento dei piccoli centri
- formazione dei cittadini alla partecipazione.