DIOCESI – Quali siano i falsi miti sugli armamenti e sul loro peso commerciale; quanto incida sulla spesa degli Stati la produzione di armi; quanta occupazione crei l’industria militare; quali siano le economie di guerra e quali le speranze di pace possibili; quale sia la posizione della Chiesa e di Papa Francesco sul tema della pace e della fratellanza; in che modo tutti possiamo contribuire a realizzare concretamente la pace nei nostri luoghi di vita e nel mondo: di questo e di tanto altro si è parlato ieri sera, 26 Febbraio 2025, presso la Sala Kuursal in Grottammare, a partire dalle ore 21.30, durante l’incontro dal titolo “Economie di guerra – Il mondo attuale tra business bellico e speranze di pace”, organizzato dal MLAC (Movimento Lavoratori Azione Cattolica) della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
A rispondere a tutti questi interrogativi sono stati due illustri relatori: mons. Gianpiero Palmieri, vice presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), delegato CEM (Conferenza Episcopale Marchigiana) per i Problemi Sociali e il Lavoro e vescovo delle due Diocesi del Piceno; il prof. Fabrizio Battistelli, docente di Sociologia presso il Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’Università “la Sapienza” di Roma, presidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (ROMA, 1982), nonché giornalista pubblicista e, fino allo scorso anno, direttore responsabile del mensile online IRIAD Review.
L’incontro, moderato dal segretario del MLAC diocesano Andrea Persiani, ha registrato la partecipazione di Alessandro Rocchi, sindaco del Comune di Grottammare, Lorenzo Felici, consigliere nazionale di AC nonché presidente diocesano AC della Diocesi Truentina, Monica Vallorani, componente dell’Equipe Nazionale del MLAC, Teresa Di Buò, vicesegretaria del MLAC diocesano, don Lanfranco Iachetti, don Roberto Traini e don Silvio Giampieri, assistenti diocesani dell’AC. Presente anche il console onorario della Moldova, Roberto Galanti, il quale, al termine dell’incontro, ha omaggiato i due relatori con un’opera sulla pace dell’artista Carlo Gentili, presente tra il pubblico.
Il primo intervento della serata è stato quello del prof. Fabrizio Battistelli, il quale ha sintetizzato in breve tutti i temi inerenti le economie di guerra, affrontando l’argomento con un approccio pratico e oggettivo e fornendo dati concreti e precisi: “Ci sono miti dei miti sull’economia di guerra che non sono veri. Ad esempio, si dice che la spesa militare sia un propulsore del sistema economico e che gli armamenti portino tecnologia. Questo non è assolutamente vero, perché la stessa spesa, dedicata ad obiettivi sociali, può benissimo essere un volano della spesa pubblica, che diventa produttiva nel momento in cui porta innovazione e sviluppa tecnologia. Se noi destinassimo la stessa spesa per l’ambiente, per le energie rinnovabili e per una serie di obiettivi di questa natura, avremmo lo stesso una capacità di innovare“.
A seguire mons. Gianpiero Palmieri ha affrontato, invece, l’aspetto più spirituale dell’argomento trattato, dicendo: “Il compito che la comunità cristiana e tutta la comunità civile è chiamata a vivere è quello di disarmare i cuori, come dice papa Francesco. Tutto quello che vediamo al telegiornale o leggiamo sui giornali ci convince dell’ineluttabilità della guerra e della violenza. Questo ci fa molto male e non favorisce quel modo di stare insieme che punta invece a risolvere i conflitti in maniera pacifica e a costruire relazioni davvero arricchenti. Promuovere questo stile, avere fiducia in questa possibilità e allargare le buone prassi su questo modo di operare è quello che siamo chiamati a fare a tutti i livelli”.
Numerose le domande che il pubblico presente ha avuto la possibilità di porre ai relatori: dall’uso dell’intelligenza artificiale nei conflitti in corso alle concrete possibilità di pace; dalla opportunità per ogni Stato di avere armi per la difesa alla possibilità concreta, ma che richiede tempo, di un disarmo totale; dalla guerra a Gaza a quella in Ucraina; dalle affollate manifestazioni contro la guerra in Iraq al quasi totale silenzio nelle piazze dei giorni nostri; dal debito economico a quello ecologico; dalla necessità di diffondere queste idee di pace alla realizzazione di strumenti operativi internazionali sull’argomento.
Entrambi i relatori hanno concluso i loro interventi, indicando come sentiero possibile da percorrere, la sfida educativa, che certamente richiede tempo, pazienza e formazione, ma che è anche l’unica strada da seguire per avere frutti tangibili di pace.
Il docente romano Battistelli, infatti, ha affermato: “Come Archivio Disarmo, noi ci rechiamo nelle scuole per educare alla pace, un obiettivo condiviso con altri soggetti sociali, come le parrocchie e le associazioni. È molto importante dare attenzione alle nuove generazioni, che sono bombardate e spesso attratte da una serie di messaggi consumistici, e coinvolgerle in una riflessione che conduca al rispetto dell’altro e all’accettazione delle differenze. Questo, poi, con il tempo, forse, può diventare anche amore per il prossimo”.
Dello stesso avviso mons. Palmieri, il quale ha dichiarato: “Le culture che danno per scontata la violenza, il potere del più forte, il fatto che qualcuno si imponga sugli altri con la forza, sono il brodo di cultura della perdita della vita democratica di un Paese. Dobbiamo essere ben consapevoli di questo. Qui non è una questione di andare verso la destra o verso la sinistra. Qui è in gioco la vita di un Paese, quindi la ricerca del bene comune, tra cui la pace, e le regole democratiche per vivere bene insieme. Questa perdita forte del senso di umanità e di senso etico possiamo combatterla solo con un sussulto di capacità educativa“. Il prelato del Piceno ha concluso sottolineando la necessità di “lavorare insieme per creare una nuova sensibilità educativa” e ricordando il grande impegno di Papa Francesco nel dialogare anche con le altre religioni. “Alcuni testi di Francesco – ha detto – andrebbero studiati nelle scuole, come ad esempio la Dichiarazione di fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, siglata ad Abu Dadhi con il Grande Imam nel 2019″.
Soddisfatto il sindaco Rocchi, il quale ha dichiarato: “Il tema affrontato è di estrema attualità e l’incontro ha fatto luce sulle vere ragioni che stanno alla base dei conflitti in corso nel mondo. Ringrazio l’Azione Cattolica per aver creato e realizzato un momento formativo di alta qualità”.
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