ASCOLI PICENO – La forza del gruppo e il coraggio di rimettersi in gioco per riappropriarsi, finalmente, della propria vita. È questo lo spirito con cui ogni settimana decine di persone varcano la soglia dei locali, messi a disposizione gratuitamente dalla parrocchia di Santa Maria Goretti, in piazza Immacolata ad Ascoli, per ritrovarsi insieme e condividere le proprie esperienze insieme al gruppo “Senza Catene” di Narcotici Anonimi, l’associazione di promozione sociale senza scopo di lucro di auto/mutuo aiuto per il recupero di tossicodipendenti.
Nata nel 1953 a Los Angeles, ad oggi Narcotici Anonimi conta circa 140 riunioni settimanali in presenza e 60 online in tutta Italia, tra cui ad Ascoli, dove un anno fa il gruppo di Grottammare ha deciso di costituire un ulteriore presidio sul territorio per rispondere alle esigenze dei partecipanti.
Dopo alcuni trasferimenti, grazie all’ospitalità delle sale del parroco don Giuseppe Bianchini, che specifichiamo non rientra nell’attività pastorale della parrocchia, da novembre a questa parte Narcotici Anonimi ha trovato in piazza Immacolata un luogo sicuro in cui portare avanti un percorso di condivisione e di ricerca del benessere finalizzato a lasciarsi alle spalle la dipendenza e le sue ripercussioni sul piano sociale, economico, umano e professionale.
Una vera e propria “malattia” – così Narcotici Anonimi definisce la dipendenza – che il gruppo “Senza Catene” intende continuare a combattere, evidenziando lo straordinario valore terapeutico delle testimonianze dei dipendenti e il ruolo cruciale svolto nel percorso di recupero di tutti i componenti del gruppo.
Pur non essendo un’associazione religiosa, Narcotici Anonimi incoraggia ogni membro a coltivare la propria concezione di un potere più grande, religioso o meno, fondamentale per ridimensionare l’egocentrismo che le sostanze portano con sé.
Per celebrare al meglio il primo anno di attività ad Ascoli, nella serata di ieri, lunedì 24 febbraio, il gruppo si è riunito in un incontro aperto a familiari, amici, professionisti e interessati per fare il punto sul lavoro svolto insieme e presentare le attività del gruppo alla comunità locale.
A prendere la parola, come servizio per tutto il gruppo, sono stati tre rappresentanti, che come tutti gli altri hanno toccato il fondo prima di intraprendere un intenso cammino di rinascita.
Nelle due riunioni settimanali svolte in parrocchia, il gruppo di Narcotici Anonimi si fa portavoce di un messaggio importante: un dipendente, qualsiasi dipendente, può smettere di usare droghe, perdere il desiderio di usare e trovare un nuovo stile di vita dopo una malattia che, inevitabilmente, rischia di condurre a un punto di non ritorno.
Non è stato così, fortunatamente, per i molti uomini e donne, ragazzi e ragazze, che ogni settimana si ritrovano per restare puliti e incoraggiarsi a vicenda nell’osservare una totale astinenza da ogni droga, il miglior punto di partenza per il recupero e la crescita personale.
Nessun contrasto con terapie e prescrizioni mediche, un unico grande desiderio condiviso: smettere di usare. Attraverso i “Dodici Passi” e le “Dodici Tradizioni”, abbinati al riconoscimento della reciproca vulnerabilità, al completo anonimato e alla totale assenza di giudizio, i componenti del gruppo trovano nuova vita in un luogo protetto in cui incontrarsi e ricreare una sana rete di relazioni interpersonali. Capita spesso che ci si senta anche per vedersi al di fuori degli incontri, condividendo passioni, attività e un nuovo stile di vita.
Come confermano i membri del gruppo, l’ultimo arrivato è sempre la persona più importante di ogni riunione, perché in fondo il motore principale per il recupero di ognuno dei componenti è proprio la forza di volersi rimettere in gioco. Il terzo lunedì del mese, inoltre, si tengono delle riunioni aperte per far conoscere più da vicino i valori e lo spirito di Narcotici Anonimi anche a chi non fa parte del gruppo.
Nel cammino di rinascita, capita di cadere e rischiare di perdersi. È proprio qui che entra in gioco il gruppo, come conferma Simona – nome di fantasia – che dopo aver negato per anni a sé stessa la propria tossicodipendenza ha trovato nel gruppo la speranza di andare avanti, ricominciando dalle piccole cose.
In fondo, come sottolinea Marcello nella sua testimonianza, «tutti noi veniamo dalla disperazione, è questo che ci accomuna». A differenza di Simona, per Marcello è stata subito chiara la sua condizione di tossicodipendenza, ma nonostante i tentativi di cambiare vita continuava a ricadere nell’abuso di sostanze. Come a molti altri dipendenti, Narcotici Anonimi gli ha insegnato ogni giorno a vivere senza droghe e ad ascoltare, arricchendo la sua vita di nuovi valori.
A confermare la bontà del percorso di Narcotici Anonimi sono i numerosi medici e professionisti presenti all’incontro, che con un pizzico di emozione hanno evidenziato il valore profondo che la condivisione di testimonianze e l’incontro sincero con altri dipendenti rivestono nella mente, nel cuore e nella salute quotidiana di ciascuno dei partecipanti.
«Fratellanza, speranza e umiltà sono termini fuori moda nella nostra società, ma sono anche l’unico motore in grado di collegare tante disperazioni – afferma la dottoressa Fabiana Faiella, dirigente medico di Psichiatria dell’Ast di Ascoli Piceno – Conosco Narcotici Anonimi da tanto tempo, sento di dirvi grazie per essere una risorsa e un supporto fondamentale e imprescindibile».
«Condivido la commozione di Fabiana – aggiunge la dottoressa Melissa Panichi della Casa di Cura Villa San Giuseppe – Siamo professionisti e facciamo una parte del lavoro, ma la potenza del gruppo è un’altra cosa e non possiamo sostituirlo. Ci credo moltissimo: la collaborazione deve continuare e il vostro lavoro è apprezzatissimo. Grazie per quello che fate».
«Sono veramente contenta di essere qui – dice Paula Amadio di Ama Aquilone – Seguo il servizio di inclusione lavorativa e conoscevo l’attività di questo gruppo, ma sono rimasta molto colpita dalla realtà che raccontate e dai vissuti delle persone che frequentano l’associazione. Vi ringrazio perché siete necessari e svolgete un ottimo lavoro».
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