Haiti: Onu, “necessarie nuove attrezzature per la Missione multinazionale, la Capitale rischia di cadere totalmente in mano alle bande”

“A rischio di ripetermi, devo dire che la situazione è sempre più disastrosa ad ogni mia visita”. Lo ha dichiarato William O’Neill, esperto delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani ad Haiti, a New York, martedì 11 marzo 2025, durante un incontro con la stampa.

Al ritorno da una visita nel Paese, la quarta da quando ha assunto l’incarico due anni fa, l’esperto Onu ha spiegato di aver preso la misura della disperazione della popolazione di fronte all’entità della violenza delle bande. E ha letto alcune testimonianze raccolte sul posto, tra cui quella di una ragazza di 16 anni della capitale Port-au-Prince: “Sette uomini armati mascherati hanno fatto irruzione nella mia casa di Kenscoff e hanno violentato e picchiato me e la mia matrigna. Poi hanno ucciso mio padre davanti a me. Il dolore è lancinante. A volte lo dimentico. Poi ritorna. La notte urlo”.

O’Neill ha fatto notare che non ci sono risorse sufficienti per curare tutte le vittime delle bande, che ora si dividono l’85% del territorio haitiano, compresa gran parte della Capitale, che rischia seriamente di cadere sotto il totale controllo delle bande, nonostante gli sforzi della polizia nazionale e della Missione multinazionale di supporto alla sicurezza, che attualmente conta circa 1.000 agenti di polizia. L’esperto Onu ritiene che le forze di polizia haitiane siano sotto equipaggiate e con poco personale; c’è bisogno di ulteriori attrezzature, in particolare elicotteri e veicoli più adatti alla topografia haitiana, sia nelle città densamente popolate e con strade strette, sia fuori dalla capitale, in aree collinari e scoscese di difficile accesso.

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