DIOCESI – “Come è bello, come dà gioia, che i fratelli vivano insieme la proposta di una apertura vicariale dell’Anno Giubilare con il vescovo Gianpiero e con tutti i presbiteri della Vicaria! È una grande opportunità per esprimere la sinodalità, la corresponsabilità e la missionarietà della nostra Chiesa. Più parrocchie che pregano, riflettono, camminano insieme e accolgono il dono del perdono per manifestare ad altri il perdono ricevuto: tutto questo è una vera grazia!”.
È con queste parole che don Federico Pompei, parroco delle comunità di San Pio V e San Giovanni Battista in Grottammare, nonché vicario foraneo, ci dà qualche anticipazione sul pellegrinaggio giubilare, che si svolgerà domani, Venerdì 14 Marzo 2025, alle ore 21:00, e che coinvolgerà i fedeli della Vicaria Madonna di San Giovanni della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
Il programma, che sembra semplice ma molto intenso spiritualmente, comprende tre momenti significativi:
Il primo sarà un momento di preghiera ed avverrà presso la chiesa di San Martino in Grottammare, dove i pellegrini faranno memoria del Battesimo attraverso il rinnovo delle promesse battesimali e la professione di fede.
Il secondo sarà il pellegrinaggio a piedi fino alla chiesa Madonna della Speranza, dove seguirà la liturgia penitenziale, durante la quale sarà possibile accostarsi al Sacramento della Confessione, grazie alla presenza e alla disponibilità dei preti della Vicaria.
Il terzo ed ultimo momento è un gesto concreto di carità: ogni parrocchia, infatti, ha raccolto delle offerte che alcuni fedeli, in rappresentanza della Vicaria, consegneranno alla Caritas diocesana.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per ammirare la chiesa di San Martino, che in questo Anno Giubilare 2025 è stata individuata dal vescovo Palmieri come uno dei cinque luoghi del perdono della Diocesi Truentina.
Come si legge sul sito istituzionale del Comune di Grottammare, la chiesa di San Martino è tra le più antiche abbazie della provincia di Ascoli Piceno. Venne fondata dai monaci benedettini dell’abbazia di Farfa probabilmente tra l’VIII e il IX secolo. La notizia più antica relativa alla chiesa, che rivela che a quel tempo esisteva già un complesso ben organizzato, è tratta dal Cronicon farfense e risale al X secolo, quando l’abate Ildebrando di Santa Vittoria in Matenano dona illegalmente al figlio Alberto i possedimenti di San Martino, definendoli «curtem Santi Martini».
Un documento dell’anno 1030 testimonia che il castaldo Trasmondo vende al vescovo di Fermo Uberto il complesso di San Martino, definendolo «Monasterium», e i diritti a esso pertinenti.
Al momento della sua fondazione l’abbazia di San Martino godeva di ampi territori, che gli furono riconfermati nel 1193 dall’imperatore Enrico VI: ciò dimostra che l’abbazia era il centro giurisdizionale e religioso di tutta l’area.
La chiesa venne edificata probabilmente sui resti di un antico tempio pagano, come lascia ipotizzare la porzione di muro in opus caementicium antistante la facciata principale. Anche il santo titolare della chiesa, particolarmente venerato nel Medioevo dai benedettini e simbolo della vittoria del cristianesimo, sembrerebbe confermare questa ipotesi.
Tra le opere che impreziosiscono l’edificio sacro vi è, senza dubbio, l’affresco della Madonna del latte: l’opera originaria, probabilmente risalente al XII-XIII secolo, è stata da poco tempo sottoposta ad un accurato restauro che ne ha permesso la leggibilità e ha fatto riaffiorare una bellissima cromia.