Partito ieri, 16 marzo – in concomitanza con l’avvio della Quaresima e il consueto gesto missionario – e andrà avanti fino a dicembre 2025, il progetto “Figli di Haiti”, un progetto multipiattaforma (carta, digitale, social, podcast, docufilm e mostra) per raccontare Haiti nella sua complessità e ricchezza, facendo luce sulle storie dell’isola e su quelle della diaspora. Inoltre, la Fondazione Avvenire sarà promotrice di un’iniziativa solidale a sostegno dell’orfanotrofio “sfollato” La Maison des Anges – costretto a fuggire nell’Artibonite dopo che il suo quartiere è stato messo a ferro e fuoco dalle gang -, che lotta per continuare a mandare i bambini a scuola. Il progetto – si legge in una nota – nasce dalla volontà di ribaltare il paradigma di Haiti come “causa persa” e per questo condannata a una guerra perenne quanto invisibile, che non interessa a nessuno. “Questo frammento di isola ci riguarda, ne siamo un po’ tutti figli”, sostiene il direttore di Avvenire, Marco Girardo. “Perché Haiti è in qualche modo, oggi, il paradigma dell’impotenza della comunità internazionale: un mondo che non sa farsi carico di un minuscolo Paese può affrontare in modo incisivo la crisi ucraina o il caos mediorientale?”.

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