Di Fiammetta Sacconi

DIOCESI – Si è concluso ieri, domenica 16 marzo il 9° Seminario Nazionale di Pastorale Sociale a tema Giovani e partecipazione dopo Trieste. I lavori, a cui hanno preso parte anche una delegazioni delle diocesi del Piceno guidata da Don Giuseppe Capecci e da Franco Veccia, si sono aperti lo scorso mercoledì a Salsomaggiore, e hanno riunito i rappresentanti e delegati diocesani e regionali delle Pastorali Sociali e del Lavoro di tutta Italia intorno a un importante momento di confronto e formazione sulle più salienti tematiche legate al mondo giovanile e alle sfide che i giovani affrontano nei nostri tempi complessi. Il seminario di Salsomaggiore è stato pensato come proseguimento del percorso avviato a Trieste durante la 50° Edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia. Infatti, come spiegato da Don Bruno Bignami (direttore ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro) in apertura del Seminario, durante l’esperienza di Trieste è emerso con forza il tema dei giovani, esemplificato dal potente riferimento a Gioele 3,1: “I vostri giovani avranno visioni”.

A Salsomaggiore, si è voluti ripartire proprio da questo significativo passaggio –analizzato dalla Professoressa Rosalba Manes (biblista) proprio durante il primissimo incontro seminariale di mercoledì – per proseguire sul cammino avviato a Trieste, chiedendo ai rappresentanti e delegati regionali e diocesani delle pastorali sociali e del lavoro di interrogarsi e confrontarsi ancora una volta su come ridare protagonismo ai giovani nella società contemporanea, ripartendo proprio dalle nostre comunità di fede.

A nutrire questo percorso di dialogo e riflessione sono state le tante relazioni e testimonianze che si sono succedute nel corso dei quattro giorni. Si è parlato di transizione demografica e sfida alla democrazia (Prof. Alessandro Rosina, Unicatt); di nuove forme di partecipazione e attivismo dei giovani e della nuova cultura del lavoro che emerge dalle fasce più giovani della società (Prof. Daniele Marini, Unipd); fino alla necessità di inclusione dei giovani con background migratorio – segnati dalla doppia vulnerabilità di essere giovani, e molto spesso poco riconosciuti da un sistema che frequentemente li classifica come parti ‘altre’ piuttosto che come capitale sociale da valorizzare per le proprie complessità e risorse (Prof.ssa Roberta Ricucci, Unito).

Affiancare i giovani nel loro abitare l’officina del presente ed esserne protagonisti è una sfida e una missione che passa per l’inclusione sociale, la giustizia climatica, il lavoro, la partecipazione politica; mondi all’interno dei quali i giovani, le loro voci e il loro spirito di novità, vanno riportati al centro, per costruire comunità resilienti e futuribili che siano volano di un mondo che fonda la sua giustizia sul fatto che nessuno viene lasciato indietro.

Allo stesso tempo, come ribadito più volte nel corso del seminario, non siamo all’Anno Zero. Sono numerose infatti le esperienze di buone pratiche di affiancamento alla partecipazione e cittadinanza attiva dei giovani all’interno delle realtà diocesane. Abbiamo avuto modo di raccogliere e contaminarci con queste esperienze durante le Palestre di Dialogo, un pomeriggio dedicato a tavoli tematici curati dalle realtà pastorali regionali presenti che hanno visto al centro le iniziative dedicate ai giovani curate e promosse dalle varie Pastorali italiane. In questa sede, a testimoniare l’impegno della diocesi di San Benedetto del TrontoRipatransoneMontalto è stata l’esperienza della Consulta Giovanile di Cupra Marittima, buona pratica di partecipazione attiva e formazione politica, ormai radicata nel tessuto sociale della comunità cuprense e della nostra diocesi.

Dunque, il messaggio di Salsomaggiore è quello di un approccio fondato sull’Umanesimo della Parola, dove le condizioni sfidanti non lasciano il passo allo sconforto, ma scuotono le nostre esistenze, animandoci a decentrarci e a farci strumento di cambiamento. Da qui l’importanza di fare rete attivando le nostre comunità e le nostre Pastorali dall’interno, affinché sappiano farsi fari capaci di fare luce e rumore – e dunque di illuminare e guidare – i giovani nella complessità delle sfide trasversali che questi attraversano.

Solo così le nostre comunità potranno essere il terreno fertile nel e attraverso il quale possano impiantarsi e germogliare le visioni dei nostri giovani.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *