DIOCESI – Nell’Anno Giubilare dedicato alla speranza che non delude, l’intera comunità cristiana del Piceno si mette in cammino per conoscere più a fondo sé stessi e il proprio rapporto con Dio.
Nel pomeriggio di sabato 22 marzo, ad Ascoli, a compiere il pellegrinaggio giubilare sono state le Religiose delle Diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto-Ripatransone-Montalto, che alle 15,30 si sono date appuntamento al battistero di San Giovanni, in piazza Arringo, per un momento di preghiera e profonda spiritualità all’interno di uno dei Luoghi del Perdono individuati dal vescovo Gianpiero Palmieri.
“Le tappe di questa esperienza del pellegrinaggio giubilare sono quelle che vivremo ora insieme – afferma il vescovo Gianpiero nel salutare e accogliere le Religiose del Piceno – La memoria del battesimo e la professione di fede sono l’inizio della nostra vita, dunque il primo passaggio riguarda la memoria del fatto di essere figli di Dio, come insegnatoci dai genitori, dalle famiglie, dai catechisti e da tutte le persone incontrate nella nostra vita.
Poi ci si mette in cammino e, in compagnia dei Santi, riflettiamo sulla nostra vita. Nella chiesa di San Francesco, in questo caso, si vive l’esperienza del perdono. Riceviamo il perdono del Signore, perché tutta la nostra vita è sotto lo sguardo di Dio, che perdona.
L’ultimo punto è il segno della vita nuova, la carità, che si esprime anche nel fare nostre le intenzioni del Papa.
Quattro tappe che tutto il popolo di Dio è chiamato a vivere attraverso i luoghi del perdono, ma anche in casa, negli ospedali e nelle case di cura, per vivere tutti insieme l’esperienza dell’indulgenza, del perdono più pieno”.
Come anticipato dal vescovo Gianpiero nel suo intervento, tra le suggestive mura del battistero di San Giovanni le Religiose hanno rinnovato le promesse battesimali facendo memoria del Battesimo attraverso una professione di fede.
Successivamente, accompagnate da monsignor Piero Coccia, arcivescovo emerito di Pesaro, le Religiose si sono dirette verso la chiesa di San Francesco in piazza del Popolo attraverso un vero e proprio, seppur breve, pellegrinaggio.
Nella chiesa dedicata al Santo di Assisi, monsignor Coccia ha presieduto la liturgia penitenziale, con la lettura delle parabole della pecorella smarrita e della moneta perduta, tratte dal Vangelo di Luca, e del celebre passaggio dell’adorazione dell’Agnello dall’Apocalisse di San Giovanni Apostolo.
“Abbiamo compiuto dei gesti simbolici, che tuttavia celano un contenuto da comprendere e vivere completamente – spiega monsignor Coccia – Il primo gesto al Battistero è stato il rinnovo delle promesse battesimali, che ci hanno incorporato a Cristo. Si chiede la fedeltà a ciò che il Signore ci ha donato e comunicato nella sua vita.
A questo punto subentra un momento di riflessione: nel nostro cammino siamo stati sempre fedeli? Dobbiamo vedere l’esperienza della fedeltà in maniera molto chiara.
Il secondo gesto, altrettanto denso di contenuto, è il breve pellegrinaggio compiuto per le vie della città, che indica un cammino direzionato verso il Signore: è lui il punto di arrivo del nostro cammino. Anche qui subentra la riflessione: abbiamo camminato anche sul piano della fede, ci siamo rimessi in discussione per avvicinarci all’esperienza di Gesù Cristo? Camminare significa sempre lasciarsi qualcosa alle spalle e avviarci verso il futuro con un senso di meraviglia, scoprendo realtà nuove nelle realtà che conosciamo e stupendoci di fronte alle meraviglie del Signore.
L’esperienza della liturgia penitenziale, attraverso letture significative e impegnative, ci sottopone a un esame di coscienza e a uno slancio nuovo. Tutti noi ci riconosciamo nella pecora smarrita e nella moneta perduta, perché non sempre siamo stati pellegrini solleciti nel cammino della fede. Nell’Apocalisse Giovanni immagina l’Agnello che viene adorato, sulle note di un canto in cui si dice che l’Agnello è in grado di aprire i sigilli della vita. Questa simbologia ci dice che, perduti ma trovati dal Signore, siamo tornati all’antico splendore, un motivo di grandissimo conforto ma anche di grande impegno.
Forti di queste convinzioni, procediamo nel nostro cammino di battezzati ed esseri umani, di religiose che vivono con entusiasmo del proprio carisma, che non è passivo bensì sempre creativo. Preghiamo affinché il Signore ci dia la gioia di vivere appieno il Mistero di Cristo lungo il quale tutti noi camminiamo con fedeltà”.
Prima di concludere un pomeriggio all’insegna della riflessione e della condivisione, le Religiose hanno compiuto un ultimo gesto di carità. Per l’occasione, infatti, ogni Istituto ha provveduto a raccogliere delle offerte che verranno poi destinate ai bisogni dei fratelli e delle sorelle che più ne hanno bisogno.
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