Non solo i conflitti nelle zone più periferiche e dimenticate del Paese. Ma anche una vera e propria guerriglia urbana, che coinvolge la capitale della Colombia, Bogotá. Nel fine settimana, è stato rinvenuto un cadavere, con le mani legate dietro, e dentro una valigia, nel centro-sud della città. Solo qualche giorno prima, l’episodio più grave, una bomba ha ucciso cinque persone nel quartiere San Bernardo, a soli 400 metri dalla plaza de Bolívar, il cuore della città, sulla quale si affacciano la cattedrale e le principali istituzioni del Paese. L’ong Temblores ha denunciato la recente uccisione di almeno 15 persone senza dimora, sempre più numerose della capitale a causa del duplice esodo dei venezuelani e dei colombiani in fuga dai luoghi dove il conflitto interno è più aspro, come nel Catatumbo. Racconta al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Non appare in nessun giornale o televisione che ogni settimana, qui ci sono persone uccise e fatte sparire, dei veri e propri ‘scartati’. E la recente esplosione nel quartiere di San Bernardo, questo ‘bombazo’, è un esempio eloquente della guerra urbana che arriva addirittura nel centro della capitale colombiana. Ormai questo quartiere è epicentro della violenza urbana, con lo scontro tra varie organizzazioni criminali, sia colombiane che venezuelane, che cercano di controllare in forma violenta questa zona, che sembra un girone dantesco: traffico e consumo di droghe, concentrazione di centinaia di abitanti di strada, prostituzione e tratta di bianche (soprattutto schiave venezuelane) e traffico di armi: trovi una pistola revolver Sig Sauer, di fabbricazione tedesca, per soli 400 euro. Ero passato personalmente il giorno prima del massacro, lungo la rete di trasporti urbana Transmilenio, per aiutare, con la nostra associazione Scuola viaggiante, tre famiglie colombiane, con 5 bambini piccoli, espulse da San Bernardo dopo una grave aggressione di una decina di venezuelani di una gang locale. In questo difficile contesto, la società civile, legata anche alla cooperazione italiana, esprime la sua contrariatà alla proposta del sindaco conservatore Carlos Fernando Galán, di utilizzare civili ed ex poliziotti, nella repressione, in un’ottica di paramilitarizzazione della società e di ghettizzazione delle persone più fragili”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *