“Il Signore ci chiede di trovare i colpevoli, ma soprattutto ci chiede di fare qualcosa. Che prendiamo coscienza delle cose e ci assumiamo le nostre responsabilità”.
Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Lima, il cardinale Carlos Castillo Mattasoglio, in occasione dell’omelia domenicale, commentando le Letture della terza domenica di Quaresima, alla luce dell’esponenziale aumento della violenza e della criminalità che sta coinvolgendo il Paese. Secondo il Sistema nazionale di informazione sui decessi (Sinadef), tra il 1° gennaio e il 21 marzo sono stati registrati 490 omicidi a livello nazionale, con una tendenza tra i 7 e i 13 omicidi al giorno. Oltre alla criminalità, il card. Castillo ha fatto riferimento anche ad alcune calamità, come il recente crollo del tetto in un centro commerciale a Trujillo (con la morte di otto persone e il ferimento di ottanta). “Non possiamo chiamare l’ingiustizia punizione di Dio. L’ingiustizia è un atto che avviene per mano umana e chi è responsabile dovrà pagarne le conseguenze”, ha detto il primate del Perù, che ha sottolineato l’importanza dell’azione collettiva per trasformare la realtà ed evitare che tragedie e c violenze continuino ad accadere. “Il grido generale del nostro popolo chiede giustizia, ordine e responsabilità”, ha concluso Castillo. Per il cardinale, eventi come quello di Trujillo devono essere compresi nel quadro della responsabilità umana: “È come dire che gli omicidi per estorsione o il crollo del tetto arrugginito di un certo centro commerciale sono una punizione di Dio”, ha detto il cardinale, chiarendo che tali affermazioni sviano dalla realtà delle cose e impediscono di prendere misure preventive.
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