“Trascorrere quattro giorni ad Haiti, un Paese ancora immerso in una crisi prolungata e troppo spesso dimenticata dalla comunità internazionale, mi ha fatto capire l’entità delle sofferenze patite da bambini e ragazzi. Nel centro del Paese, le famiglie vulnerabili sono spinte sull’orlo del baratro, mentre il caos continua a privare i bambini di servizi vitali e a esporli a gravi pericoli. Il loro presente e il loro futuro sono letteralmente sotto attacco”. È l’allarme lanciato, sul sito dell’organizzazione, da Ted Chaiban, vicedirettore esecutivo dell’Unicef, al termine della sua visita ad Haiti.
“I gruppi armati controllano oggi circa l’85% della capitale Port-au-Prince e ampie zone della regione agricola di Artibonite, costringendo centinaia di migliaia di persone a fuggire e mettendo a rischio più di un milione di bambini. L’accesso alle comunità colpite è sempre più limitato dall’insicurezza e dalla presenza di gruppi armati – prosegue Chaiban -. Ho visitato un sito di sfollamento allestito in una scuola di Port-au-Prince, dove vivono più di 7.000 persone, metà delle quali sono bambini. Lì ho incontrato madri, padri e bambini che erano fuggiti per salvarsi la vita, lasciandosi tutto alle spalle. Il trauma era palpabile”.
In particolare, i bambini si trovano nel fuoco incrociato: “Alcuni sono feriti, altri sfollati o orfani. Eppure, ho visto un’incredibile resilienza in questo sito: molte donne sfollate gestiscono piccole bancarelle, vendendo sapone o pane per cercare di provvedere ai loro figli”. A Gonaïves, nella regione dell’Artibonite, racconta ancora, “ho visitato un centro sanitario molto frequentato che rischia di chiudere. Vede fino a 500 persone al giorno, tra cui madri e neonati, donne incinte, bambini malnutriti e vittime di violenza sessuale. Il direttore medico è stato chiaro: senza il continuo sostegno dell’Unicef, il centro non sarà più in grado di funzionare”. Conclude Chaiban: “Non possiamo agire da soli. Il nostro appello umanitario per Haiti richiede 272 milioni di dollari per soddisfare i bisogni più urgenti dei bambini, e ad oggi sono stati ricevuti solo 15 milioni di dollari”.

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