Giubileo Missionari Misericordia: don Buonaiuto, “non è solo un atteggiamento pastorale ma è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù”

La misericordia “non è solo un atteggiamento pastorale ma è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù”. Lo evidenzia don Aldo Buonaiuto, fondatore di Interris.it e Missionario della Misericordia nominato da Papa Francesco, in occasione del Giubileo dei Missionari della Misericordia, che si svolge da oggi a domenica 30 marzo.
“Abbiamo ricevuto l’incarico di testimoniare la bellezza della misericordia di Dio. Noi Missionari della Misericordia, inclusi quelli di rito orientale, siamo circa mille e proveniamo da ogni angolo del pianeta. Europa e Americhe ma anche Birmania, Libano, Cina, Corea del Sud, Tanzania, Emirati Arabi, Israele, Burundi, Vietnam, Zimbabwe, Lettonia, Timor Est, Indonesia, Thailandia, Egitto – ricorda don Aldo -. Il nostro mandato è quello di essere predicatori della condivisione e confessori ricolmi di misericordia, segno della vicinanza e del perdono di Dio per tutti, autorizzati ad assolvere dai peccati che non possono essere assolti nemmeno dai vescovi ma sono riservati alla Sede apostolica.
Sono i cinque peccati per i quali si deve ricorrere direttamente al Papa. Il primo è la profanazione dell’eucaristia, il secondo è l’assoluzione del complice, il terzo l’ordinazione episcopale di un vescovo senza il mandato del Pontefice, il quarto la violazione del sigillo sacramentale (cioè far trapelare quanto ascoltato in confessione), il quinto la violenza fisica contro il Papa”.
“In un mondo colpito dal virus dell’indifferenza, le opere di misericordia sono il miglior antidoto”, insegna Jorge Mario Bergoglio. “L’esempio papale soprattutto nel momento della prova e della malattia – osserva don Buonaiuto – ci spinge a verificare se viviamo o meno noi stessi secondo Misericordia. Ci conduce a ripensare a tutto il vivere ecclesiale in modo che divenga uno specchio capace di riflettere l’amore ricevuto. Solo una Chiesa che pone al centro la misericordia, infatti, può essere veramente se stessa. Riscoprendo l’essenzialità dell’amore, possiamo farci veri promotori di unità e pacificatori nella società. La Misericordia è punto focale del Magistero e al tempo stesso costituisce il criterio ispiratore della concezione geopolitica che porta a ispirare alla regola suprema della vita cristiana anche il linguaggio della politica e della diplomazia. La Misericordia non cancella le esigenze della giustizia, bensì le presuppone e le compie e, qualora una giustizia piena non sia possibile a causa di antiche ingiustizie già avvenute, si apre alla richiesta di perdono, come nei ‘me culpa’ rivolti ai popoli oppressi e alle vittime di aberranti assoggettamenti come la tratta degli esseri umani. Solo così la teologia diventa espressione di una Chiesa che è ospedale da campo, in grado di realizzare la sua missione di salvezza e guarigione nel mondo”.
Infatti, “senza la Misericordia la teologia, il diritto, la pastorale corrono il rischio di franare nella meschinità burocratica o nell’ideologia. La nozione di Misericordia, dunque, fa parte della tradizione cristiana ma il modo di presentarla di Francesco non si capirebbe appieno senza l’apostola della Divina Misericordia, santa Faustina Kowalska secondo cui ‘prima del giorno della giustizia Dio manderà il giorno della Misericordia’. E per Papa Francesco avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Anzi ‘chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio’”.

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