DIOCESI – “È stata una giornata impegnativa e faticosa, ma al contempo molto emozionante ed arricchente. Ancora oggi, a distanza di due giorni, ci sono persone che mi scrivono messaggi di gratitudine per l’esperienza vissuta insieme”.
È con queste parole che Maria Angellotti, responsabile della ConfCommercio della sede di San Benedetto del Tronto, riassume la Pasqua degli Operatori Turistici, un evento che si ripete ormai da tre decenni e che in questo Anno Giubilare della Speranza è stato vissuto a Roma Lunedì 31 Marzo 2025.
Ad accompagnare gli oltre 50 operatori turistici della Riviera delle Palme, sono state due guide d’eccezione: mons. Gianpiero Palmieri, vice presidente della CEI e vescovo delle Diocesi del Piceno, e don Luigino Scarponi, direttore dell’Ufficio di Pastorale del Tempo Libero, del Turismo, dello Sport e dei Pellegrinaggi della Dicoesi Truentina, che ha organizzato l’iniziativa.

“Siamo stati molti felici di avere due guide così speciali per il nostro pellegrinaggio – prosegue Maria Angellotti -. Durante la mattinata, il vescovo Gianpiero ci ha accompagnato per tutto il tempo, non solo illustrandoci le bellezze artistiche delle basiliche visitate, ma anche raccontandoci la vita dei Santi in esse rappresentate e la storia di alcuni Papi le cui tombe sono a San Pietro. Lo stesso ha fatto don Luigino nel pomeriggio, commentando alcune scene della Passione e raccontando, con emozione e commozione, la partecipazione attiva ed affettiva di Veronica Giuliani e Camilla Battista Varano, mistiche della passione del Signore, soprattutto davanti alla riproduzione della sindone e del crocifisso sintonico in Santa Croce di Gerusalemme. Don Luigino ci salutava dicendo: ‘Prosit! Questo pellegrinaggio giubilare ci faccia bene, perché lo abbiamo vissuto immedesimandoci nella Passione e morte del Signore, e ci conduca ad un quotidiano segnato dalla potenza di Gesù Cristo!’. Tutti ci siamo sentiti molto coinvolti, sia per la bellezza e la santità dei luoghi, sia per le parole del vescovo Gianpiero e di don Luigino che hanno saputo trasmetterci delle emozioni molto forti“.

La giornata, ricca di momenti di spiritualità e condivisione, si è aperta con il pellegrinaggio verso la Porta Santa e la visita della Basilica di San Pietro. A seguire i partecipanti si sono recati nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Palmieri e concelebrata da altri sei sacerdoti, tra i quali anche don Scarponi.
Dopo l’allegro tempo di convivialità vissuto durante il pranzo, il pomeriggio è proseguito con un momento di raccoglimento alla Scala Santa e al “Sancta Sanctorum”. A seguire i pellegrini si sono recati prima alla Basilica di San Giovanni in Laterano e poi alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, che custodisce importanti reliquie della Passione di Cristo.

“È difficile dire quale momento mi sia piaciuto maggiormente – afferma Angellotti –, perché ce ne sono stati davvero molti. Già al mattino, mentre percorrevamo via della Conciliazione, abbiamo gustato la bellezza della preghiera dei Salmi lungo il cammino. Noi, che solitamente andiamo sempre di corsa, al contrario, in quella circostanza, abbiamo allentato il ritmo e ci siamo presi il tempo necessario per fare una preghiera comunitaria non frettolosa, bensì meditata e sentita. Poi, oltre al passaggio attraverso la Porta Santa e alla visita alla Basilica di San Pietro, abbiamo vissuto un bel momento di riflessione sul pullman, mentre ci stavamo recando alla Basilica di Santa Maria Maggiore per la Messa. Durante il viaggio, infatti, il vescovo Gianpiero ci ha spiegato le quattro tappe per vivere al meglio il Giubileo: la memoria dei doni che abbiamo ricevuto all’inizio della nostra esistenza, cioè il Battesimo e la fede; poi il pellegrinaggio, quindi una riflessione sul punto in cui ci troviamo ora rispetto al cammino della nostra vita; poi la parte penitenziale, costituita dall’esame di coscienza e dalla Confessione; infine la nuova vita vissuta nella carità. Anche il pomeriggio è stato ricco di tanti momenti significativi, ma quello che a me è rimasto maggiormente impresso è stato il tempo vissuto alla Scala Santa. Molti di noi si sono messi in ginocchio e sono saliti pregando in silenzio. Sebbene si sia trattato di solo 28 gradini, la salita fatta in ginocchio è stata molto faticosa, anche perché nessuno poteva scavalcare chi aveva davanti, bensì poteva solo aspettare pazientemente. È stato un momento di riflessione e di raccoglimento, ma soprattutto un’esperienza di fede e di spiritualità molto significativa“.

Il viaggio a Roma è stato un’occasione per far riscoprire a tutti noi, operatori turistici, il valore del nostro servizio, che la Chiesa riconosce come un vero e proprio ministero di accoglienza – conclude Maria Angellotti –. Ed è stata un’esperienza bellissima! Questo non era scontato. Tra gli operatori turistici, infatti, ci sono persone molto diverse, che svolgono attività in settori diversi e con mansioni diverse: baristi, albergatori, proprietari o gestori di chalet, negozianti e tanti altri. Eppure, nonostante queste differenze, ci siamo ritrovati a condividere emozioni, abbracci, preghiere e momenti di raccoglimento. Questo è stato motivo di grande gioia! Molti partecipanti ci hanno ringraziato per l’opportunità vissuta, spiegando che questo viaggio è stato un momento di ristoro e riposo nel tran tran della frenetica routine. Un momento vissuto non superficialmente, ma in profondità. Un momento in cui abbiamo trovato acqua fresca per la nostra sete“.

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