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Assemblea Sinodale, perché il documento finale non è stato votato? Il racconto di don Armeno Antonini e Mascia Moretti

DIOCESI – “Non abbiamo votato il documento finale, perché mediamente debole. Non era quello che ci aspettavamo. Tuttavia, pur nella sua problematicità, la Seconda Assemblea Sinodale ha generato anche un risvolto molto interessante e significativo, perché si è vista una Chiesa viva, che ha voglia di partecipare. Si è visto un laicato – ma non solo -, che ha voglia di compromettersi e, con grande zelo, rivendica il desiderio di collaborare e di fare proposte che possano essere caratterizzanti e possano tracciare il profilo di quello che sarà il futuro della Chiesa in Italia. È stato un bell’esempio di ‘democrazia’“.

È con queste parole che don Armeno Antonini, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Ascoli Piceno, riassume l’esito della Seconda Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia, tenutasi a Roma da Lunedì 31 Marzo a Giovedì 3 Aprile.
Presente, per le Diocesi del Piceno, una delegazione guidata dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri e costituita da don Armeno Antonini, don Giovanni Croci, delegato per la Pastorale della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Franco Bruni, Barbara De Vecchis, Simona Di Concetto e Mascia Moretti.

L’ Assemblea avrebbe dovuto tracciare un bilancio dei frutti del Cammino sinodale già maturati e votare le Proposizioni che avrebbero fatto da base al documento finale che sarebbe dovuto uscire dalla prossima Assemblea della CEI a Maggio 2025. Invece l’approvazione del documento finale della Seconda Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia è stata rimandata al 25 Ottobre 2025, quando verrà votata in occasione del Giubileo delle Equipe Sinodali e degli Organismi di Partecipazione. Approvato inoltre all’unanimità dal Consiglio Episcopale Permanente anche il rinvio a Novembre 2025 dell’Assemblea della CEI prevista per Maggio.

Spiega don Armeno Antonini: “Siamo arrivati a questa Seconda Assemblea Sinodale molto perplessi, perché avevamo avuto il documento, lo avevamo letto e la sensazione comune era quella di non sentircelo troppo addosso. Essendo stati partecipi attivamente anche alla Prima Assemblea Sinodale e conoscendo quindi il tipo di proposte fatte e quali enfasi fossero state date, ci aspettavamo che il documento finale, nel rispetto dei contenuti della Prima Assemblea, fosse più completo e vigoroso. È chiaro che, in fase di sintesi, ci potesse essere qualche assestamento, ma non ci aspettavamo che venisse fuori in modo così poco rispondente alle aspettative. È stato quindi consequenziale non votare il documento finale”.

“Tutti ci siamo chiesti come mai e perché fosse accaduto – prosegue il vicario episcopale di Ascoli –. Ho avuto modo di leggere quello che è arrivato dalla stampa in generale, che ha dato molto valore alle questioni riguardanti le persone Lgbtqia+ e le donne nella Chiesa, ma questo non è del tutto corretto. Di questi argomenti certamente si è parlato, ma non in modo così forte e condizionante. C’è stata, invece, una rilettura completa di tutto il documento. Si è chiesta una fedeltà maggiore alle tante proposte innovative che erano arrivate dalla Prima Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia. È stato espresso il forte desiderio di dare una risposta alle peculiarità del nostro tempo e di maturare una sensibilità pastorale più partecipata ed efficace, definendo bene le proposte nuove che sono emerse in questi anni di Cammino Sinodale”.

“Tale evento ha rivelato un laicato competente, che è intervenuto a ragion veduta e in modo molto circostanziato – conclude don Antonini –. A mio avviso, il Cammino Sinodale è un grande rilancio del Concilio Vaticano II, i cui contenuti tornano ora con rinnovata forza. Forse alcune istanze conciliari rischiavano di assopirsi; invece con il Cammino Sinodale c’è stato un risveglio più dinamico e consapevole”.

Dello stesso avviso Mascia Moretti, referente del Cammino Sinodale e presidente dalla Consulta delle Associazioni Laicali per la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, la quale dichiara: “L’intervento finale di mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato Nazionale del Cammino Sinodale, ha dato voce a quello che molti sentivano nel cuore.

Leggi qui l’intervento di Mons. Castellucci: https://www.chiesacattolica.it/seconda-assemblea-sinodale-lintervento-di-mons-castellucci-2/

Noi delegati delle Diocesi del Piceno, come molti altri, ci siamo alzati in piedi ed abbiamo applaudito a lungo. La mozione, infatti, è stata approvata quasi all’unanimità. Certamente la mancata approvazione del documento finale ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca, perché, dopo quattro anni di lavoro intenso, interessante e costruttivo, la sintesi che ne è venuta fuori è stata troppo semplificata e troppo poco completa rispetto ai contenuti proposti nella Prima Assemblea Sinodale. Noi delegati delle Diocesi del Piceno, come molti altri, riteniamo che il contenuto del documento finale vada rivisto ed ampliato, in un’ottica più sognatrice e più audace, se per audace intendiamo una Chiesa che ascolta tutte le voci e fa una sintesi di quello che lo Spirito Santo le ha suggerito in questi anni di Cammino Sinodale. Tuttavia, nonostante questo sentimento di amarezza, ritengo ci siano due fatti importanti da rilevare. Il primo è senza dubbio la partecipazione del laicato. Credo sia stata la prima volta nella storia delle Chiese in Italia che un così ampio gruppo di laici abbia dialogato con i vescovi in materia sistematica e puntuale su argomenti molto importanti. Si è trattato di un confronto alto, che non ha registrato toni perentori o arroganti, bensì è avvenuto in maniera pacata e costruttiva, come testimoniato dagli interventi pertinenti ed appassionati delle molte donne e dei molti uomini che hanno partecipato da protagonisti. Il secondo, invece, è l’unione sempre maggiore delle due Diocesi del Piceno. Abbiamo vissuto ancora una volta un’esperienza di grande collaborazione che ha ulteriormente cementato i rapporti tra le persone. Abbiamo riscontrato una bella comunione di visioni e di intenti, quindi anche un forte desiderio di proseguire su questa strada, senza pensare a ciò che divide, bensì a ciò che unisce, camminando insieme verso la stessa direzione”.

 

Carletta Di Blasio:

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  • …sono sempre a favore della famiglia legale, contro l’aborto, e contro la questione Gender, intesa come diritti, insegnamento ai bambini ecc. : rispettiamo la natura in ogni senso!