SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Si sono concluse Venerdì 4 Aprile 2025, presso la chiesa Sacro Cuore di Gesù, in Sant’Egidio alla Vibrata, le celebrazioni di apertura dell’Anno Giubilare nelle nove Vicarie delle Diocesi del Piceno. L’ultima a vivere questo momento di grazia è stata infatti la Vicaria Santa Maria in Montesanto, che comprende le comunità parrocchiali ricadenti sul territorio di Civitella del Tronto e Sant’Egidio alla Vibrata.
A dare il via al pellegrinaggio e a presiedere la celebrazione è stato il vescovo Gianpiero Palmieri. Presenti don Marco Claudio Di Giosia, vicario foraneo della Vicaria abruzzese e parroco della comunità San Giuseppe di Paolantonio, don Luigino Scarponi, parroco della parrocchia Sant’Egidio Abate che ha ospitato la celebrazione, e don Elvezio Di Matteo, parroco delle comunità Santa Maria in Montesanto e Sant’Angelo a Ripe di Civitella e della comunità Santa Maria della Misericordia a Faraone.
Questo il racconto dettagliato della serata.
In cammino con Gesù, che è con noi tutti i giorni – Il rito del lucernario e il pellegrinaggio giubilare
Alle ore 21:00, davanti alla chiesa Santa Maria delle Grazie, è iniziata la Celebrazione Giubilare con la lettura di uno stralcio della Bolla di Indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 dedicato alla speranza, in cui papa Francesco spiega che “la speranza cristiana non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino”.
A seguire i fedeli hanno vissuto il rito del lucernario: il vescovo Gianpiero ha acceso una candela dalla lampada che portava il fuoco del cero Pasquale e poi ha passato la luce alle persone vicine, che a loro volta hanno fatto la stessa cosa. Si è trattato di un momento molto significativo e suggestivo, durante il quale la Luce della fede nel Risorto si è propagata per tutta la via, di fedele in fedele, fino ad illuminarla tutta.
A seguire è iniziato il pellegrinaggio a piedi fino alla chiesa Sacro Cuore di Gesù. Il corteo è stato preceduto dalla croce ornata con tanti fiori di carta colorati, realizzati dai bambini del catechismo in segno di festa e di speranza. Numerosi i ragazzi e i giovani che hanno partecipato. Lungo il cammino tutti i pellegrini – adulti, giovani e anziani – hanno potuto riflettere sulla loro vita e sulla loro fede, pregando alcuni Salmi e cantando le litanie dei Santi.
Immersi in Gesù Risorto e purificati da ogni peccato – La memoria del Battesimo
Giunti presso la chiesa Sacro Cuore di Gesù, illuminata solo dalla luce delle candele accese dei fedeli, i pellegrini hanno fatto memoria del Battesimo.
Il vescovo Gianpiero, avvicinatosi al fonte battesimale, ha detto: “Abbiamo camminato con Gesù, che ci dice: ‘Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’. Nella nostra vita, camminando, camminiamo sempre con Lui, anche quando non ce ne accorgiamo. E camminiamo con gli altri, giorno dopo giorno, passo dopo passo, chiedendo alla Potenza del Signore Risorto di far crescere in noi la fede, la speranza e l’amore. Ma all’inizio della nostra vita ci è stato fatto un dono per mezzo dello Spirito: siamo stati cioè immersi in Gesù Risorto, battezzati in Gesù Risorto, per formare un solo corpo con Lui e con tutta la Chiesa. C’è stata donata la fede, simboleggiata dalla candela accesa. Stasera allora vogliamo rinnovare le promesse del nostro Battesimo, facendo la rinuncia al male e facendo la nostra professione di fede”.
Dopo il rinnovo delle promesse battesimali, mons. Palmieri ha compiuto un altro gesto in memoria del Battesimo: ha benedetto l’acqua del fonte ed ha asperso tutti i presenti, un segno di perdono e purificazione da ogni peccato.
Rigenerati dal soffio dello Spirito che spazza via ogni peccato – La liturgia penitenziale
Le celebrazione è proseguita con la liturgia penitenziale. Dopo l’ascolto della Parola, nella sua omelia il vescovo Gianpiero ha affermato: “La misericordia di Dio ci raggiunge sempre. Allora i Luoghi del Perdono possono essere tanti. Nelle nostre Diocesi ne abbiamo individuato nove. Sono luoghi in cui è possibile compiere le quattro tappe che stiamo vivendo stasera.
Prima di tutto pensare alla vita come ad un cammino, chiedendoci ‘A che punto sto del mio cammino?’ Sto bene? Sto male? Come vivo il mio rapporto con gli altri?’. Questo è il primo momento che abbiamo sperimentato stasera. Poi essere riconoscenti per il dono della fede e del Battesimo, che ci ha fatto diventare un solo corpo con il Signore e con tutta la Chiesa. Anche questo momento lo abbiamo già vissuto. Poi è la volta di chiedere perdono ed è quello che ci apprestiamo a fare. Infine, nella quarta tappa, siamo chiamati a vivere nella carità, ovvero a riversare ai fratelli e alle sorelle la misericordia e l’amore ricevuti dal Signore.
Ma ora concentriamoci sull’esperienza del perdono, che, se vissuta bene, ci fa proprio bene! Ci aiuta a rigenerarci, a rinascere. Il perdono ha questa forza! Vedete, nel Vangelo, le persone, che sentono Gesù dire ‘Ti sono rimessi i tuoi peccati’, si scandalizzano, perché rimettere i peccati è una cosa che può fare solo Dio. Solo Dio può dire all’uomo che ha tanto sbagliato, ma che può essere perdonato in tutto. Gli uomini non riescono a farlo, a perdonare gli altri. A volte non riusciamo a perdonare neanche noi stessi. Soltanto Dio è capace di perdonare i peccati e di aprire una fase nuova della vita, di inaugurare una nuova esistenza. È questo il cuore di Dio che ci viene presentato oggi nel Vangelo. È il cuore del pastore che va a cercare la pecorella smarrita. È il cuore della donna che si mette a cercare la dracma perduta. È il cuore del padre prodigo, quello della parabola successiva, che ha due figli perduti, ma tutti e due ritrovati dall’amore di Dio“.
Ha poi proseguito mons. Palmieri: “La nostra vita è come il libro sigillato della Prima Lettura, il libro che Dio ha tra le mani. Gesù lo apre e spazza via tutte quelle cose che non ci piacciono: il male che ho compiuto, le cattiverie che ho fatto, gli egoismi a cui ho dato priorità. Gesù soffia il soffio dello Spirito nella mia vita, il soffio del Suo perdono nella mia esistenza. È così che posa il Suo sguardo d’amore su di me. È il perdono di Dio, che non si arrende mai. È un perdono che non ha mai fine“.
Dopo aver ascoltato le parole di speranza del vescovo Gianpiero sul significato profondo del Giubileo, i fedeli hanno potuto vivere il Sacramento del Perdono, prima riflettendo su alcuni passaggi del Padre Nostro e facendo un esame di coscienza silenzioso, poi facendo le Confessioni individuali con i preti della Vicaria e i frati francescani di Santa Maria dei Lumi.
I segni di una vita nuova – Un gesto concreto di carità e l’abbraccio di pace
Dopo le Confessioni e la preghiera del Magnificat, il parroco don Luigino Scarponi ha invitato tutti i presenti ad un gesto concreto di carità, riprendendo le parole di papa Francesco: “Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere”. Le offerte libere che sono state raccolte saranno destinate a sostenere la Caritas locale, che da anni aiuta concretamente le famiglie indigenti del territorio. Prima della benedizione finale, i fedeli sono stati invitati a scambiarsi un abbraccio di pace, ulteriore segno di comunione e concordia a cui il perdono ricevuto conduce.