GROTTAMMARE – «Gesù, l’unico senza peccato, avrebbe potuto scagliare la pietra contro la donna adultera, ma non lo fece. Noi, pieni di peccati, siamo invece sempre pronti a puntare il dito contro gli altri. Dobbiamo cambiare prospettiva: passare dall’accusa all’amore». Con queste parole, Don Giorgio Carini ha commentato il celebre passo del Vangelo di Giovanni (Gv 8,1-11) durante la Messa mensile della Confraternita dell’Addolorata, nella chiesa di San Giovanni Battista.

L’omelia: una lezione di misericordia

Don Giorgio ha sottolineato come «i nomi dei peccatori siano scritti nella polvere», a indicare la fragilità e transitorietà del giudizio umano. Ricordando che, secondo la legge di Mosè, l’adulterio prevedeva la pena della lapidazione, il sacerdote ha spiegato come gli “esperti della Legge” abbiano posto a Gesù una domanda capziosa, per metterlo alla prova.

«Era una trappola – ha detto – volevano obbligarlo a scegliere tra la fedeltà alla legge e la compassione. Ma Gesù, con calma, si china e scrive per terra. Un gesto apparentemente banale, che invece lo rivela come nuovo Legislatore divino, come Mosè che scrisse le Tavole con il dito di Dio (Es 31,18)».

Il messaggio di Cristo è chiaro: non condanna la donna, ma la invita a non peccare più. «La libera – ha concluso Don Giorgio – non solo dal peccato, ma anche dal giudizio degli uomini».

La tradizione delle “Quarant’ore”

Al termine della celebrazione, Vincenzo D’Ercoli ha ricordato l’appuntamento con la tradizionale devozione delle Quarant’ore di Adorazione Eucaristica, che si terrà lunedì 14 aprile a partire dalle 4.30 del mattino, con la Santa Messa delle 5.

Il Santissimo Sacramento resterà esposto continuativamente fino alle 21 di martedì, nella chiesa di San Giovanni Battista. I confratelli e le consorelle dell’Addolorata si alterneranno nei turni di preghiera e veglia. Tutti i fedeli sono invitati a partecipare e salire al Paese Alto per vivere questo momento di intensa spiritualità, in preparazione alla Pasqua.

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