“L’urgenza della riforma delle strutture, delineata dal Papa, ha a che fare con finalità che possono incidere realmente sul modo di essere”. A ricordarlo è monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana in video collegamento durante la giornata di studio “Fare cultura e riformare le strutture, due compiti della Chiesa sinodale”, promosso dall’Istituto pastorale Redemptor Hominis, oggi a Roma. “Fra le finalità – spiega –, dal 2022 ad oggi, è emersa la missionarietà per favorire l’incontro tra le diverse realtà pastorali, riconoscendo che la fede non può essere data per scontata”. Monsignor Baturi evidenzia l’importanza del servizio e della diaconia, affermando “che le strutture devono sostenere la vita della Chiesa, non sostituirsi ad essa. La sinodalità e la corresponsabilità di tutti i battezzati – sottolinea – sono elementi fondamentali per questa riforma”. Il segretario generale della Cei indica i criteri di azione che devono guidare le strutture ecclesiali: “attenzione ai bisogni reali, centralità della persona e vicinanza” e si sofferma sulla necessità di un maggiore coordinamento tra i consigli, invitandoli a collaborare per progetti comuni, superando la tendenza a difendere i propri confini. “La trasparenza è essenziale – dice – per favorire la partecipazione dei fedeli, che devono essere informati per poter contribuire attivamente”. In conclusione, monsignor Baturi riconosce un senso di incompiutezza riguardo alla partecipazione ecclesiale e al coinvolgimento del tessuto sociale, richiamando l’impegno e la fatica necessari per costruire organi partecipativi.

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