SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La tenerezza di Gesù e la grandezza dell’amore infinito e gratuito di Dio: è questo il tema al centro dell’omelia pronunciata dal vescovo delle Diocesi del Piceno, mons. Gianpiero Palmieri, durante la Santa Messa delle ore 18:00 da lui presieduta ieri, 13 Aprile 2025, Domenica delle Palme, presso la cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto.
Dopo la Messa delle ore 11:00 in Ascoli Piceno, l’arcivescovo Palmieri nel pomeriggio si è recato a San Benedetto del Tronto per presiedere la Messa anche nella Diocesi Truentina. Prima della Celebrazione Eucaristica, presso piazza Nardone, il prelato ha benedetto i ramoscelli di ulivo, insieme ai sacerdoti don Patrizio Spina, don Romualdo Scarponi e don Luciano Paci e ai diaconi Walter Gandolfi, Emanuele Imbrescia e Pietro Mazzocchi.
I fedeli si sono poi recati in processione all’interno della Cattedrale per la Celebrazione Eucaristica, che è stata animata dalla Cappella Musicale della Cattedrale, diretta dal M. Massimo Malavolta ed accompagnata all’organo dal M. Lorena Acciarri.
Dopo il racconto della Passione di Gesù secondo l’evangelista Luca, la cui lettura è stata affidata ai tre diaconi presenti, mons. Palmieri, durante la sua omelia, ha evidenziato come il racconto di Luca sottolinei la tenerezza dell’amore di Dio attraverso tanti particolari a cui gli altri evangelisti non pongono attenzione: “Nell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, il popolo organizza l’ingresso del Re nella città. Si tratta di un re mite, che è su un puledro di asino, non su un cavallo. Un re che scoppia a piangere e dice: ‘O Gerusalemme, come sarebbe stato bello se tu avessi compreso Colui che ti porta la via della pace!’. Arrivato nel tempio, poi farà la purificazione del tempio dai venditori, perché il tempio fosse luogo di preghiera per tutti. La tenerezza di Gesù, che si vede in questo suo commuoversi e in questo voler radunare tutti i figli di Gerusalemme sotto le sue ali, si realizzerà pienamente proprio durante la sua morte, quando allargherà le braccia sulla croce, quando le allargherà all’infinito per accogliere tutti i popoli nel suo abbraccio, quando stenderà le ali e abbraccerà tutti. Sembrerà che le sue braccia siano inchiodate alla croce, invece no: Gesù stenderà le sue ali e, nel momento in cui Gesù spiccherà il volo, sarà il volo di Dio, sarà la vita di Dio, sarà la Resurrezione. Nel momento in cui aprirà e braccia, raccoglierà tutti gli uomini e tutto l’uomo nel suo abbraccio d’amore“.
“Dopo aver fatto l’esegesi di quello che avverrà sulla croce – ha proseguito il vescovo Gianpiero –, di come il suo corpo sarà spezzato come il pane e di come verserà il suo sangue, come il vino, in segno di eterna alleanza e per il perdono di tutta l’umanità, Gesù si accorge che non solo i discepoli non lo hanno ascoltato e non lo hanno capito, ma addirittura stanno discutendo su chi tra loro sia il più grande. Dobbiamo immaginare che Gesù rabbrividisca, eppure non si ferma a questo momento: Gesù rivede tutta la loro vita, non si ferma agli errori da loro fatti e a quelli che stanno per compiere, bensì li vede come li vede Dio. Vedete come la tenerezza di Dio risplende in questo Gesù che vede noi non solo nel momento dell’errore, ma come saremo un giorno accanto a Lui. Vede il nostro cammino umano e comprende che questo cammino può sempre ricominciare nella direzione del Vangelo, non è mai concluso per sempre nel male, bensì può sempre ripartire. Così ci vede e così vuole che ci vediamo gli uni gli altri“.
“Guardate che tenerezza, anche sulla croce! Quando Gesù dice: ‘Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno’. O quando dice al ladrone: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’. O ancora quando dice alle donne: ‘Non piangete su di me!’. Guardate come la tenerezza di Gesù si riversa su tutto l’uomo, anche l’uomo che ha tradito, anche l’uomo che ha rinnegato, anche l’uomo che ha abbandonato. E muore come maledetto, perché tutti i maledetti della storia, tutti i rinnegatori, tutti i traditori, tutti coloro che abbandonano e fanno del male, cioè noi, tutti, possiamo essere raccolti nel suo abbraccio. Chiediamo allora al Signore di sentire in questa Settimana Santa tutta la grandezza del Suo amore e di trasformare la misericordia che riceviamo in misericordia che ci doniamo gli uni gli altri”.