
M. Chiara Biagioni

Mons. Celso Ba Shwe, vescovo di Loikaw (Foto Diocesi di Loikaw)
“L’oscurità che temiamo di più è il completo collasso del nostro Stato”. Per questo, oltre agli aiuti umanitari per far fronte alla emergenza terremoto, la comunità internazionale deve aiutare il Myanmar a incamminarsi verso “un cambiamento autentico e duraturo nel nostro Paese”. È preoccupato mons. Celso Ba Shwe, vescovo di Loikaw. Anche lui, da due anni, esattamente dal 27 novembre 2023 è uno “sfollato” tra gli sfollati”. Ma non a causa del terremoto che ha devastato il paese il 28 marzo scorso. La decisione di lasciare la cattedrale e il centro diocesano dove viveva, fu presa due anni fa, a seguito dei pesanti bombardamenti e colpi di artiglieria che hanno colpito gli edifici della diocesi. Insomma, il terremoto è andato a colpire un paese già fortemente martoriato. Intanto, il bilancio delle vittime del sisma è salito a 3.649. Si riportano inoltre 5.018 feriti e 145 dispersi. Ma è di ieri l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che ne presentare un Rapporto, ha denunciato un’impennata in Myanmar delle violazioni dei diritti dei bambini dopo il colpo di Stato del 2021, in particolare con un vasto ricorso dell’esercito al reclutamento forzato dei minori. E sempre l’Onu ieri – l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani – ha condannato il proseguimento delle operazioni militari in Myanmar da parte della giunta al potere nonostante il cessate il fuoco annunciato dopo il forte terremoto.

Distribuzione aiuti umanitari nelle parrocchie (Foto arcidiocesi di Mandalay)
Eccellenza, sono tanti “i volti” della Croce che state attraversando?
Percorriamo la Via Crucis dal 2021. I volti della Croce nel nostro Paese includono: la perdita della speranza nella democrazia a causa del colpo di stato militare, il diffuso conflitto armato che ne è seguito, lo sfollamento di persone in tutto il paese, la mancanza di supporto umanitario, le devastanti inondazioni e ora il terremoto e i suoi danni catastrofici.
Quali sono le situazioni che vi preoccupano di più e per le quali piangete di più?
L’oscurità che temiamo di più è il completo collasso del nostro Stato. Abbiamo urgente bisogno di soccorsi e aiuti umanitari per le vittime del terremoto. I continui allarmi e le previsioni di ulteriori terremoti continuano a spaventare e traumatizzare la nostra gente. Siamo profondamente preoccupati di come ripristinare la vita normale e ricostruire la nostra nazione.
Myanmar, piccola chiesa tra gli sfollati di Loikaw (Myanmar, piccola comunità cattolica di Loikaw (foto vescovo Celso Shaw)
C’è una luce? Qual è la speranza oggi per il Myanmar?
Sì, c’è una luce. La solidarietà e il sostegno della comunità internazionale sono la nostra speranza. Desideriamo ardentemente che il mondo riconosca non solo il nostro urgente bisogno di aiuti umanitari in risposta al terremoto, ma anche la necessità di un cambiamento autentico e duraturo nel nostro Paese.
Cosa desidera dirci sotto la Croce, dove vive il popolo del Myanmar?
Grazie per tutto il sostegno che ci avete dato. Chiediamo umilmente il vostro continuo aiuto per alleviare il peso della Croce che noi, popolo del Myanmar, portiamo da così tanto tempo.