(Foto Calvarese/SIR)

M.Michela Nicolais

“Buona domenica delle Palme, Buona settimana Santa!”. E’ il doppio augurio per l’inizio della Settimana Santa formulato da Papa Francesco, arrivato a sorpresa sul sagrato di piazza San Pietro, al termine della messa della Domenica delle Palme, presieduta dal card. Leonardo Sandri, vice decano del Collegio cardinalizio e suo delegato. Oltre 20 mila le persone radunate in piazza San Pietro, che in risposta al saluto del Santo Padre hanno applaudito e agitato i ramoscelli d’ulivo. Accompagnato dal suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti, e da uno dei suoi segretari particolari, don Juan, Papa Francesco è arrivato in carrozzella e senza i naselli per l’ossigeno. Rientrato poi in basilica, si è fermato in preghiera alla tomba di Pietro e al monumento dedicato a Benedetto XV. Quella di oggi è la seconda sorpresa papale che ha come scenario piazza San Pietro, dopo quella di domenica scorsa al termine della messa presieduta da mons. Fisichella per il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità. Venerdì scorso, invece, sempre fuori programma il Santo Padre è entrato in carrozzella nella basilica di San Pietro per pregare, mentre ieri ha raggiunto la basilica di Santa Maria Maggiore per raccogliersi in preghiera davanti alla venerata icona di Maria Salus Populi Romani, a lui molto cara e davanti alla quale prega anche in occasione di ogni suo viaggio apostolico. Prosegue, intanto, la convalescenza papale nell’appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta.

Il testo dell’omelia. “Nella storia della salvezza, nessuno è straniero, nessuno è estraneo”, si legge nel testo dell’omelia preparato dal Papa e letto dal card. Sandri durante la messsa in piazza San Pietro. “Seguiamo il passo di Simone, perché ci insegna che Gesù viene incontro a tutti, in qualsiasi situazione”, l’invito sulla scorta della figura del Cireneo:

“Quanti cirenei portano la croce di Cristo! Li riconosciamo? Vediamo il Signore nei loro volti, straziati dalla guerra e dalla miseria?”.

“Davanti all’atroce ingiustizia del male, portare la croce di Cristo non è mai vano, anzi, è la maniera più concreta di condividere il suo amore salvifico”, la tesi del Papa, secondo il quale “la passione di Gesù diventa compassione quando tendiamo la mano a chi non ce la fa più, quando solleviamo chi è caduto, quando abbracciamo chi è sconfortato”.

“Per sperimentare questo grande miracolo della misericordia, scegliamo lungo la Settimana Santa come portare la croce: non al collo, ma nel cuore”,

l’esortazione papale: “Non solo la nostra, ma anche quella di chi soffre accanto a noi; magari di quella persona sconosciuta che il caso – ma è proprio un caso? – ci ha fatto incontrare. Prepariamoci alla Pasqua del Signore diventando cirenei gli uni per gli altri”.

Il testo dell’Angelus. “Sorelle e fratelli, vi ringrazio tanto per le vostre preghiere!”, l’omaggio contenuto nel testo dell’Angelus della Domenica delle Palme. “Tutti abbiamo dolori, fisici o morali, e la fede ci aiuta a non cedere alla disperazione, a non chiuderci nell’amarezza, ma ad affrontarli sentendoci avvolti, come Gesù, dall’abbraccio provvidente e misericordioso del Padre”, assicura Francesco, che poi confida:

“In questo momento di debolezza fisica mi aiutano a sentire ancora di più la vicinanza, la compassione e la tenerezza di Dio. Anch’io prego per voi, e vi chiedo di affidare con me al Signore tutti i sofferenti, specialmente chi è colpito dalla guerra, dalla povertà o dai disastri naturali”.

Poi l’appello per il Sudan e il Libano e l’auspicio finale: “Venga finalmente la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Sud Sudan. Maria, Madre Addolorata, ci ottenga questa grazia e ci aiuti a vivere con fede la Settimana Santa”.

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