
Oltre 1 milione di persone, tra cui circa 400.000 bambini, sono stati sfollati dall’inizio dell’anno nell’est della Repubblica Democratica del Congo, in un’escalation di violenze definita dall’Unicef “senza precedenti negli ultimi 30 anni”. La nuova ondata si aggiunge a oltre 5 milioni di sfollati già presenti nella regione. Sono alcuni dei dati tratti dall’intervento della direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo. L’Unicef lancia l’allarme: il conflitto nelle province di Ituri, Kivu Nord e Sud ha creato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, con i bambini tra le principali vittime. Solo nel primo trimestre del 2025, le gravi violazioni sui minori sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2024. Le cifre sono scioccanti: ogni mezz’ora, un bambino è vittima di stupro o violenza sessuale. A gennaio e febbraio, oltre 10.000 casi di abusi sessuali sono stati segnalati, con i bambini che rappresentano il 40% delle vittime.
“Questi numeri raccontano di una crisi sistemica in cui la violenza sessuale è diventata arma di guerra”, denuncia l’Unicef . Il numero di rapimenti di minori è aumentato di sei volte tra dicembre 2024 e febbraio 2025, e oltre 2.500 scuole sono state costrette a chiudere. All’emergenza si somma il rischio sanitario. Le condizioni nei campi sovraffollati favoriscono la diffusione di colera, morbillo e mpox, quest’ultimo particolarmente attivo nella regione. Le violenze impediscono anche agli operatori umanitari di intervenire: almeno 11 di loro sono stati uccisi da gennaio, mentre magazzini e strutture mediche sono stati saccheggiati. Nonostante le difficoltà, l’Unicef continua a operare sul campo fornendo acqua, supporto psicosociale, assistenza ai sopravvissuti e ai bambini separati. Ma i fondi non bastano: nel 2024 è stato ricevuto solo il 20% delle risorse richieste. L’agenzia lancia un appello urgente da 57 milioni di dollari per i prossimi tre mesi. “Chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità e l’attuazione della Risoluzione 2773 del Consiglio di Sicurezza – conclude l’Unicef –. L’impunità non deve prevalere. La protezione dei bambini deve essere prioritaria”.
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