
Anche quest’anno ci troviamo per la messa crismale nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Ulaanbaatar.
L’anticipiamo al martedì santo, per consentire ai sacerdoti di rientrare nelle loro postazioni missionarie, distanti anche una giornata di viaggio, e celebrare così nelle rispettive comunità. Ci sono anche alcuni fedeli, venuti dalle varie parrocchie.
E c’è soprattutto uno spirito di raccoglimento che favorisce la solennità della celebrazione, anche in una chiesa mezza vuota. Nelle letture bibliche indaghiamo insieme il senso del ministero ordinato; e siamo raggiunti dalla forza dei segni: gli olii benedetti, le voci che rinnovano le promesse dell’ordinazione, il pane e il vino. Riscopriamo sempre e di nuovo il mistero di Dio che sceglie di servirsi di realtà visibili per manifestare Se stesso, invisibile e onnipotente. E perché quelle realtà materiali diventino segno tangibile della Sua presenza, sceglie soprattutto di coinvolgere cuori umani, persone in carne ed ossa, che parlino le Sue parole, compiano i Suoi gesti, ascoltino con il Suo Cuore e così il Suo popolo santo si formi e sia sostenuto nel pellegrinaggio della storia. Allora gustiamo ancora una volta la bellezza dell’essere sacerdoti, anche nelle dimensioni irrisorie di questo pusillus grex rispetto alla società che lo circonda. Anzi, proprio a partire da questa piccolezza ed apparente insignificanza ne apprezziamo ancor più il dono.
È il momento della comunione, del sentirci parte dello stesso presbiterio, anche se così singolare: 25 sacerdoti, provenienti da 14 Paesi, dei quali uno solo è originario del posto ed è l’unico ufficialmente incardinato. Agli occhi di alcuni, tutto questo è uno spreco: 25 sacerdoti per 1500 cattolici! Cifre invidiabili per Chiese particolari di antica fondazione. Il fatto è che il sacerdote non è tale solo per chi è già membro della Chiesa, ma anche per chi non lo è (ancora); è missionario “per natura”, il suo è un ministero che oltrepassa le soglie e i recinti e ha senso anche in condizioni di estrema piccolezza. Riflettiamo insieme sul paradosso dei limiti strutturali in cui ci imbattiamo ogni giorno e scopriamo che il Signore li ha scelti per trasformarli in spazi perché Lui sia presente: “Dio costruisce sul nulla. È con la sua morte che Gesù ha salvato il mondo; è con il niente degli apostoli che ha fondato la Chiesa; è con la santità e nel nulla dei mezzi umani che si conquista il cielo e che la fede viene propagata” (S. Charles de Foucauld).
È su questo che riflettiamo nel tradizionale momento di condivisione che segue la messa del Crisma. “Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te” (Mt 26,18). Sentiamo rivolte a noi queste parole del Maestro che si prepara al dono estremo di Sé. Desideriamo entrare nel mistero della Sua passione, morte e risurrezione con questo atteggiamento di conformazione a Lui, che anticipa e prefigura la sua offerta totale nella cena pasquale. Lo vivremo, di qui a poco, nell’acqua che riflette i nostri volti incerti nel catino del Giovedì Santo o nella sosta eucaristica nella stanzetta fredda di una cappella di periferia; ne scopriremo la portata alla via crucis polverosa della campagna ancora arida, che schiaffeggia il volto di vento gelido; e ci commuoveremo alla sorpresa di vite trasformate dalla Sua Risurrezione la notte santa di Pasqua, mentre tutto attorno sembra ignaro della “solare chiarezza di questa nuova luce” (preconio pasquale). Lumen Christi! Siamo sacerdoti per questo, per rendere possibile a chiunque lo voglia di incontrare il Risorto nei segni certi che lui ci ha lasciato della Sua presenza; e perché anche nei gesti non rituali dell’impegno missionario si compia la liturgia di una vita donata per amore. Allora quel profumo degli oli santi s’impregnerà in tutto quello che compone le nostre giornate spesso disperse e affannose, fatte di tante cose anche molto diverse tra loro: silenzio, poveri, catechesi, burocrazia, studio, incontri, preghiera… Le vedremo comporsi mirabilmente in un disegno di provvidenza, se sapremo restare intimamente uniti a Colui che ci chiama a Sé e ci manda nel mondo davanti al Suo volto.
0 commenti