ACQUAVIVA PICENA –
Venerdì 18 aprile, ad Acquaviva Picena, le vie del centro storico si sono trasformate in un suggestivo scenario di fede e raccoglimento, in occasione della tradizionale processione del Cristo Morto. L’evento, che affonda le sue radici nei secoli passati, rappresenta uno dei momenti più intensi e sentiti del Venerdì Santo per l’intera comunità.
A presiedere la funzione è stato S.E.R. Mons. Armando Trasarti, che ha guidato i fedeli lungo il percorso accompagnato da momenti di preghiera, riflessione e canti devozionali eseguiti dal Corpo bandistico “Città di Accumoli”. Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco di Acquaviva Picena, Sante Infriccioli, rappresentanti dell’amministrazione comunale e il Comandante della Stazione dei Carabinieri, Maresciallo Domenico Princigalli.
Particolarmente suggestiva la presenza delle Confraternite, che hanno portato a spalla le statue sacre. Tra queste spiccavano la bara settecentesca del Cristo Morto, recentemente restaurata, e la statua di Gesù, anch’essa riportata al suo originario splendore dopo un accurato intervento conservativo.
Durante la sua omelia, Mons. Trasarti ha offerto una profonda meditazione che ha toccato il cuore dei presenti:
“La memoria della Passione di Gesù ha sempre avuto una grande forza, forse più della stessa Pasqua. Il dolore, la sofferenza, la prepotenza, la solitudine, l’ingiustizia: sono esperienze che accomunano tutti, credenti e non. Sulla via del Calvario ci siamo tutti, con le nostre fragilità e le nostre lotte interiori. Spesso siamo i dormienti che non sanno vegliare, i Pilato che si lavano le mani, ma nella nostra strada incontriamo anche tanti Cirenei che ci aiutano, tante donne che assistono con amore, tanta umanità che non si arrende”.
Ha poi aggiunto parole forti contro la violenza e l’ipocrisia:
“Non diventate costruttori di croci, non fate soffrire gli altri. Ricordiamo chi ha perso i figli, pensiamo a Maria che, pur straziata dal dolore, si prende cura di ognuno di noi. La croce senza fede nella Risurrezione è una croce perdente. Manteniamo accesa la nostra luce, affinché la fede illumini anche chi ci cammina accanto”.
A conclusione della processione, è stata impartita la benedizione con la bara del Cristo Morto, chiudendo un momento carico di spiritualità e partecipazione, che ha rinsaldato il legame della comunità con le sue radici religiose.