DIOCESI – Un profondo silenzio ha avvolto la processione d’ingresso: nessun canto, nessuna parola. L’altare spoglio, privo di croce, di candele, di tovaglie, ha accolto il Vescovo Palmieri che, giunto dinanzi ad esso, si è prostrato a terra in preghiera, seguito da sacerdoti e diaconi.
È stato un momento di raccoglimento, immerso in un silenzio assoluto, che ha preparato l’assemblea all’inizio dell’Azione liturgica del Venerdì Santo. Mons. Palmieri si è poi recato alla sede per recitare la preghiera di apertura, dando così avvio alla celebrazione.
Dopo le letture dell’Antico e del Nuovo Testamento e il racconto della Passione, il Vescovo ha tenuto l’omelia:
“Avendo amato Gesù e credendo in lui, siamo fratelli segnati dalla salvezza. Nella Passione, si compie la rivelazione del vero volto di Dio: non un Dio distante, ma uno Sposo che viene a cercare l’amata, l’umanità intera, per unirsi a lei in un’alleanza eterna.”
Il Vescovo ha paragonato il sacrificio di Cristo alle nozze di Cana, in cui Gesù, inizialmente restio, annuncia che “non è ancora giunta la sua ora”. Ma ora, nella Passione, quell’“ora” è arrivata: l’ora delle nozze definitive, in cui Cristo, lo Sposo divino, dona tutto sé stesso per la sua sposa, la Chiesa.
“Dio – ha proseguito il Vescovo – non cerca altro che una relazione autentica con noi. Non un legame di paura, di rassegnazione o di imposizione, ma un amore libero, gratuito, reale. La Croce è il segno supremo di questo amore: lì lo Sposo si consegna totalmente per amore della Sposa, l’umanità.”
Il Vescovo ha invitato i presenti a contemplare il Crocifisso con uno “sguardo d’amore”, a lasciarsi interrogare da quel dono estremo:
“Capire quanto mi hai amato, Signore. Vedere se finalmente il mio cuore sa rispondere al tuo amore. Perché l’amore sulla Croce è gratuito, non chiede nulla, ma tutto spera.”
Ha poi proseguito sottolineando il significato del sangue e dell’acqua scaturiti dal costato di Cristo:
“Simboli dell’Eucaristia e del Battesimo, sono i sacramenti attraverso i quali lo Spirito Santo ci è restituito. Lo Sposo dona la sua vita e in cambio ci dona la vita nuova. È lì, nel cuore trafitto di Cristo, che la Chiesa nasce: acqua, sangue, Spirito. Un amore che purifica, rigenera, consola.”
Infine, il Vescovo ha ricordato la presenza della Madre, Maria, ai piedi della Croce, e il gesto di Gesù che la affida al discepolo amato:
“Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre. Da quel momento, la Chiesa è affidata ai discepoli, e i discepoli alla Chiesa. Non siamo soli: apparteniamo a una famiglia, a una comunità, alla casa di Dio.”
Concludendo, ha detto:
“Il Signore ha fatto tutto per conquistarci con il suo amore. Ora, ci chiede di rispondere: non solo a Lui, ma a ciascun fratello, soprattutto il più fragile, il più escluso, il più umiliato. Perché il vero amore per Dio si manifesta nell’amore concreto verso gli altri.”
Dopo l’omelia, è seguita la solenne preghiera universale con le dieci invocazioni: per la santa Chiesa, il Papa, gli ordini sacri, i fedeli, i catecumeni, l’unità dei cristiani, gli ebrei, i non credenti, i governanti, e tutti coloro che vivono nella prova.
È giunto poi il momento più toccante della celebrazione: l’adorazione della Croce.
La Croce è stata venerata dal Vescovo Palmieri, seguito dai sacerdoti, seminaristi e dall’intera assemblea. Una lunga fila silenziosa si è formata, per baciare la Croce con devozione e amore.
La celebrazione si è conclusa nel silenzio. Dopo la genuflessione davanti alla Croce, tutti si sono allontanati in raccoglimento.
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